In qualche modo ci si avvicina sempre alla fotografia,
anche perché oggi le infinite immagini che ci bombardano sono il metodo
comunicativo più immediato ed efficace.
L’approccio con la fotografia attiva può essere occasionale, specie in età giovanile, ovvero rappresentare un’attività rilevante del nostro vivere quotidiano.
Di regola i linguaggi visivi in uso sono condizionati da molti fattori e fra i tanti spiccano tre elementi: la cultura, i contesti socio-politici in cui si opera e l’età.
La cultura a sua volta, si articola fondamentalmente su tre versanti, quello del fotografo, quello dell’osservatore/utente e la cultura collettiva vigente.
Chi fotografa segue il proprio istinto e utilizza una propria modalità di “scrittura” formatasi attraverso l’apprendimento e basata sulla sedimentata esperienza.
I contesti sociali in cui si vive delimitano per ognuno il proprio raggio di azione, così come l’età.
La realtà socio-politica in cui si opera è sostanziale sia per chi realizza le immagini che per chi le osserva o ne ha, per vari motivi, l’opportunità di visione.
L’età giovanile mette da subito in evidenza le potenzialità latenti in ciascuno, che successivamente le conoscenze e la pratica potranno affinare.
La prestanza fisica potrà aiutare nell’ampliare il campo operativo, ma anche in età senile il fotografo saprà sempre rivolgersi verso mutevoli scenari, grazie all’immaginazione che non invecchia, alle esperienze intanto consolidate, al saper riconoscere prima di altri quelli che potrebbero essere gli avvenimenti prossimi e, financo, i risultati finali.
Tornando alla cultura e alle realtà socio economiche in cui si opera è interessante soffermarsi sulle svariare opportunità offerte dal WEB.
Focalizzo, in particolare, l'attenzione su due applicazioni e, al riguardo, possono tornare utili delle considerazioni maturate attraverso l’utilizzo diretto di una delle due piattaforme recentemente dismessa.
Si tratta di “Panoramio”, un portale che consentiva a chiunque avesse un account Google di postare proprie foto con eventuale commento.
La facoltà di poter inserire anche dei TAG poi e, soprattutto, la possibilità di poter collegare le foto di contenuto “documentaristico” al luogo dello scatto (attraverso l’applicazione “Earth”), offriva opportunità di consultazioni fotografiche a chi accedeva a quest’ultimo sito.
Per assicurare la qualità e scremare da ripetizioni, le foto postate venivano tutte filtrate da operatori che valutavano l’idoneità per la pubblicazione.
Nonostante tutto, fortunatamente Google Earth conserva ancora foto selezionate di fotoamatori di tutti i continenti, postate nel tempo.
La bellezza principale di “Panoramio” era anche quella di accentuare le differenze culturali (fotografiche, nei soggetti scelti, nelle forme estetiche dei tagli e nei contenuto) che sono intrinseche a ciascuna appartenenza etnica.
La consultazione di immagini postate da un giapponese, un cinese, un americano, un africano, un mediorientale o un europeo mostravano infatti, con assoluta evidenza, le diversità e specificità culturali sottostanti alle realtà operative di ciascun fotoamatore.
In merito all’attualità, oggi, nell’epoca dei selfie, si è diffuso un altro prodotto che in qualche modo rispecchia le stesse peculiarità che aveva Panoramio, si tratta di Istagram.
L’approccio con la fotografia attiva può essere occasionale, specie in età giovanile, ovvero rappresentare un’attività rilevante del nostro vivere quotidiano.
Di regola i linguaggi visivi in uso sono condizionati da molti fattori e fra i tanti spiccano tre elementi: la cultura, i contesti socio-politici in cui si opera e l’età.
La cultura a sua volta, si articola fondamentalmente su tre versanti, quello del fotografo, quello dell’osservatore/utente e la cultura collettiva vigente.
Chi fotografa segue il proprio istinto e utilizza una propria modalità di “scrittura” formatasi attraverso l’apprendimento e basata sulla sedimentata esperienza.
I contesti sociali in cui si vive delimitano per ognuno il proprio raggio di azione, così come l’età.
La realtà socio-politica in cui si opera è sostanziale sia per chi realizza le immagini che per chi le osserva o ne ha, per vari motivi, l’opportunità di visione.
L’età giovanile mette da subito in evidenza le potenzialità latenti in ciascuno, che successivamente le conoscenze e la pratica potranno affinare.
La prestanza fisica potrà aiutare nell’ampliare il campo operativo, ma anche in età senile il fotografo saprà sempre rivolgersi verso mutevoli scenari, grazie all’immaginazione che non invecchia, alle esperienze intanto consolidate, al saper riconoscere prima di altri quelli che potrebbero essere gli avvenimenti prossimi e, financo, i risultati finali.
Tornando alla cultura e alle realtà socio economiche in cui si opera è interessante soffermarsi sulle svariare opportunità offerte dal WEB.
Focalizzo, in particolare, l'attenzione su due applicazioni e, al riguardo, possono tornare utili delle considerazioni maturate attraverso l’utilizzo diretto di una delle due piattaforme recentemente dismessa.
Si tratta di “Panoramio”, un portale che consentiva a chiunque avesse un account Google di postare proprie foto con eventuale commento.
La facoltà di poter inserire anche dei TAG poi e, soprattutto, la possibilità di poter collegare le foto di contenuto “documentaristico” al luogo dello scatto (attraverso l’applicazione “Earth”), offriva opportunità di consultazioni fotografiche a chi accedeva a quest’ultimo sito.
Per assicurare la qualità e scremare da ripetizioni, le foto postate venivano tutte filtrate da operatori che valutavano l’idoneità per la pubblicazione.
Nonostante tutto, fortunatamente Google Earth conserva ancora foto selezionate di fotoamatori di tutti i continenti, postate nel tempo.
La bellezza principale di “Panoramio” era anche quella di accentuare le differenze culturali (fotografiche, nei soggetti scelti, nelle forme estetiche dei tagli e nei contenuto) che sono intrinseche a ciascuna appartenenza etnica.
La consultazione di immagini postate da un giapponese, un cinese, un americano, un africano, un mediorientale o un europeo mostravano infatti, con assoluta evidenza, le diversità e specificità culturali sottostanti alle realtà operative di ciascun fotoamatore.
In merito all’attualità, oggi, nell’epoca dei selfie, si è diffuso un altro prodotto che in qualche modo rispecchia le stesse peculiarità che aveva Panoramio, si tratta di Istagram.
Anche in questo caso tutti possono pubblicare di tutto
e di più, ma la possibilità di utilizzare tags e di rendere autonomi gli
agganci fra gli utenti consente ad ognuno, anche nel caso in ispecie, di selezionare accessi e fruizioni consone al proprio modo di essere.
Un infinito archivio di immagini anche qui è reso fruibile a tutti gli abitanti del pianeta, sarà nostra cura condividere ciò che più ci aggrada ma, soprattutto, collegarci e seguire tutto quello che cattura il nostro interesse, in ogni angolo del mondo.
In questa applicazione è sublimata la globalizzazione delle immagini, almeno quelle possibili nei contesti liberi, attivabile (nella produzione) da tutti, semplicemente per il tramite di un telefono cellulare.
Anche qui i “mi piace” ed ogni commento sono a discrezione ed anche qui sarà sempre costruttivo e prudente procedere seguendo certi criteri.
Così come in Panoramio, quello che domina in Istagram resta l’immagine, sia essa statica o in video. Sarà poi nostra cura procedere attraverso selezioni per trovarne utilità e possibilmente anche un diletto.
Un infinito archivio di immagini anche qui è reso fruibile a tutti gli abitanti del pianeta, sarà nostra cura condividere ciò che più ci aggrada ma, soprattutto, collegarci e seguire tutto quello che cattura il nostro interesse, in ogni angolo del mondo.
In questa applicazione è sublimata la globalizzazione delle immagini, almeno quelle possibili nei contesti liberi, attivabile (nella produzione) da tutti, semplicemente per il tramite di un telefono cellulare.
Anche qui i “mi piace” ed ogni commento sono a discrezione ed anche qui sarà sempre costruttivo e prudente procedere seguendo certi criteri.
Così come in Panoramio, quello che domina in Istagram resta l’immagine, sia essa statica o in video. Sarà poi nostra cura procedere attraverso selezioni per trovarne utilità e possibilmente anche un diletto.
© Essec