lunedì 3 novembre 2008

Audience

UN’AUDIENCE DEL CENTOSEI PERCENTO di Stefano Benni

Non abbiamo titoli per parlare di televisione. Non ci andiamo mai, non la guardiamo quasi mai e abbiamo sempre ritenuto la tivu patria una delle più vuote e brutte del mondo, con buona pace di chi rimpiange leggendarie età dell’oro catodiche. Perciò siamo rimasti settari e partigiani e non abbiamo mai imparato il pluralismo televisivo. Intendendo per “pluralismo” una parola ormai tradita e storpiata che gli ipocriti e gli arraffatori usano ogni qualvolta si accingono a fare i loro comodi. In nome del pluralismo la sinistra ha preferito contrattare e occupare spazi e poltrone piuttosto che lottare per un’informazione il più possibile autonoma dai partiti e dalla pubblicità. In nome del pluralismo siamo arrivati a un singolarissimo monopolio televisivo. Si può fare peggio che in passato? Si, se confrontiamo un pitecantropo e l’onorevole Brunetta. E’ difficile ma non impossibile. C’è un presidente del Consiglio che vuole passare alla storia come grande statista ma per il momento transita nella cronaca come un tirannello miserabile, terrorizzato dalla minima critica. C’è un ministro delle Poste e Comunicazioni Gasparri, ormai retrocesso a sottosegretario ai Francobolli che quando parla Berlusconi si nasconde sotto il tavolo e non lo convincono a uscire neanche con le tartine al salmone. C’è il baldo Baldassarre, un new Bernabei pronto a tutto per difendere l’autonomia dell’informazione contro ogni ingerenza dei giornalisti.
Come sarà allora questa nuova tivu? Assomiglierà alla Cnn o alla Cdl, a Channel 4 o alla Pi 2? Essendo noi inventori di notizie come Pera e premonitori di catastrofi come Castelli, siamo già in grado di anticiparvi i numeri zero dei nuovi telegiornali, il giorno dopo lo sciopero.
RAI UNO — Un contenuto sciopero generale ha causato qualche inconveniente locale al paese reale. Numerose dozzine di persone hanno seguito i comizi dei tre leaders sindacali Cofferazzi, Pezzuola e Angeloni. Sostanzialmente fallito lo sciopero nel settore dei trasporti. Il settanta per cento dei treni è regolarmente arrivato nel solito orario, cioè in ritardo. Alcune industrie, tra cui la Fiat, si sono fermate non già per l’astensione operaia, ma per casi contingenti e eccezionali. L’esaurimento delle lattine di Fanta nel distributore automatico ha ad esempio consigliato il senatore Agnelli a fermare la produzione. Il presidente del Consiglio, in un breve messaggio di ventisei minuti che trasmetteremo tra poco, ha confermato che, sciopero o no, le riforme vanno fatte perché se no la Confindustria non gli paga la seconda rata.
Nel quadro del nuovo pluralismo stasera al posto del Fatto di Biagi, andrà in onda lo Strafatto di Vito, dieci minuti di urla e strabuzzamenti in diretta. Seguirà il nuovo programma satirico di Rai uno in cui il governo viene letteralmente preso a pesci in faccia. Il programma, che si chiama Satyrvavau, è il più visto nelle isole Tonga e in esso il comico Tualu Tongatapu, detto il Luttazzi di Nukualofa ne dice veramente di tutti i colori contro il suo premier. Porta a Porta andrà regolarmente in onda, ma avendo voluto la sua parte anche la Lega, si chiamerà Porta a Porta a Porta.
RAI DUE — Mentre la Padania libera lavorava, qualche migliaio di comunisti e di extracomunitari ha invaso con la consueta maleodorante arroganza le piazze d’Italia. I ministri Bossi e Maroni come sempre si sono schierati dalla parte dei veri lavoratori, mangiando simbolicamente una gamella di spaghetti all’amatriciana su un ponteggio. Il Po, simbolo della parte maggioritaria del paese, ha continuato a scorrere portando il suo vigoroso contributo fertilizzante ed emolliente alle terre del Nord. La Lega ha inoltre deciso che da ora in poi i telegiornali regionali avranno anche un notiziario in lombardo. In nome del pluralismo i Tigì della Puglia e della Calabria saranno sottotitolati, ammesso che sappiano leggere...
In quanto allo sciopero, trasmetteremo un contraddittorio pluralista tra il presidente della Confindustria d’Amato, il ministro Lunardi e gli operai della ditta Lunarnord, ditta scavatunnel di proprietà panamense. Satira: debutta stasera Erìdano, la nuova riforma della satira leghista. Nel primo numero Borghezio racconta le più belle barzellette sui froci. Per finire, le previsioni del tempo fino a Piacenza.
RAI TRE — Lo sciopero è riuscito, ma non diciamo per carità che è stato uno sciopero contro il regime. Anche se nel nostro paese il novanta per cento delle televisioni è nelle mani di un solo uomo, gli spazi di informazione per la sinistra sono ancora vivi e gestibili. Questo notiziario va in onda in forma incompleta perché ci hanno tagliato la luce, ma vi assicuro che questa sagoma in piedi sulla scrivania è Antonio di Bella. Dopo il telegiornale andrà in onda il documentario “Isole dell’Egeo” che finalmente spiega dov’era D’Alema quando avrebbe dovuto occuparsi del conflitto di interessi. Nel nome del pluralismo, seguirà un confronto tra il nuovo presidente della Rai Baldassarre e il suo predecessore Zaccaria. Per rispettare le indicazioni dell’elettorato, il presidente in carica avrà il vantaggio di poter parlare mentre Zaccaria dovrà mimare, ma forse è meglio. Seguirà Indignation, un blob delle più belle indignate reazioni dei politici di sinistra degli ultimi anni. Comunque, nella lotta per il pluralismo Rai, informiamo che i consiglieri di opposizione Donzelli e Zanda hanno spostato la loro poltrona vicino alla finestra, e partecipano alle riunioni del consiglio d’amministrazione con i piedi sul tavolo, ma con la testa appoggiata sul davanzale, a sottolineare la loro dissonanza e disarmonia.
RETE QUATTRO — (diretta su blob) Com’è l’ordine del capo? Dividere tutti i numeri per dieci? Va bene, ok, sbrigatevi cazzo, via alla diretta. Gentili telespettatori, ieri, uno virgola sei marzo, un milione appena di lavoratori è sceso stancamente in piazza per la difesa dell’articolo uno virgola otto. Dal palco gli zero virgola tre rappresentanti dei sindacati hanno parlato davanti a un mare di bandiere palestinesi e slogan offensivi. In quanto allo sciopero dei trasporti, la maggioranza degli italiani non se ne è neanche accorta e io personalmente ho visto gente camminare a piedi col braccio in alto, tranquillamente attaccata alla maniglia dell’autobus. Tutti i casinò italiani hanno regolarmente funzionato. Insomma lo sciopero generale è stato uno sciopero caporale, chi non ride alla battuta lo licenzio. Su questi temi, nel quadro del nuovo pluralismo il presidente del Consiglio Berlusconi risponderà tra breve alle domande del ministro degli Esteri a interim Berlusconi e a quelle del nuovo ministro a interim delle Poste e Comunicazioni Berlusconi. Seguirà una partita di calcio Playstation dove il Milan batte la Juve sei a zero. Chiuderanno le trasmissioni le previsioni del tempo col nuovo meteorologo a interim di Retequattro, non diciamo chi è per non rovinarvi la sorpresa.
CANALE CINQUE — Dopo lo sciopero, è l’ora del dialogo. Berlusconi si è detto aperto a qualsiasi trattativa, a patto che escluda stralci dell’articolo diciotto, discorsi sul conflitto di interessi, modifiche ai decreti sulla scuola, obiezioni sulle rogatorie, battute sulla sua statura, avvisi di garanzia, presenza di giornalisti stranieri scomodi, sondaggi sfavorevoli, contestazioni sulle promesse elettorali, inutili sproloqui sulla mafia, demagogie sulle ingiustizie sociali e rifiuti a assicurarsi con la Mediolanum. «Con questa immensa disponibilità, sarà responsabilità di quei puzzoni politicanti dei sindacati se non riusciremo a parlare serenamente», ha dichiarato il presidente del Consiglio. Dopo questo telegiornale andrà in onda una puntata speciale del Maurizio Costanzo show dal titolo «Santoro contro tutti». Alla luce del nuovo pluralismo, stasera Maurizio Costanzo verrà eccezionalmente sostituito dall’onorevole Dell’Utri, Santoro verrà impersonato da un somigliantissimo pupazzo in gommapiuma e al posto di “tutti” ci saranno alcuni. Seguirà la nuova fiction Mediaset dedicata a Santa Maria Goretti, e subito dopo il film Maial Istinct. Ma soprattutto non perdete Striscia la Nottizia, nuova serie del popolare programma con inizio alle ore 4,45 di notte e con due piccanti novità: un Gabibbo contenente un agente della Digos e al posto delle Veline i Gobboni, due carabinieri che reggono il cartello con le notizie da leggere.
ITALIA UNO — Sciopero soft, in piazza tante bandiere rosse ma sono andati forte anche il cremisi e l’amaranto, molto à la pàge la sciarpetta leggera che fa tanto afghano-Karzai, proprio out la kefià e gli striscioni pesanti di cotonina, meglio una bella t-shirt casual col Che che fa sempre etnico. Il look spinone-casual Cofferati conquista le signore, intervista esclusiva con Dolce e Gabbana: come sarà la moda povera dopo il taglio dell’articolo eighteen? Un nostro sondaggio tra i giovani italiani: sai cuccare alle manifestazioni? Hit parade: quali sono i cantanti preferiti dai giovani imprenditori, ospite in studio Jovanotti anche perché non riusciamo a spostare il suo camper. Gossip e last-minute news: licenziata la Gialappa’s band: trovati centosessanta chili di marijuana in tasca a uno dei componenti. Il producting manager di rete dichiara: «E’ una rinuncia dolorosa ma c’è un limite alla satira». Seguirà, nel quadro di una corretta informazione sui problemi dei lavoratori, lo special «Krizia una vita per la moda» e il documentario «Il miracolo delle piramidi».
LA SETTE — Nel quadro nel nuovo equilibrio pluralista, d’ora in avanti Giuliano Ferrara verrà ripreso da lontano e Gad Lerner con uno zoom. Intervista con Cecchi Gori: «Salverò la Fiorentina con le riforme».
TELESILVIO — E’ in arrivo una nuova rete personale in cui il premier, in asfissia per calo di idee e di sondaggi, potrà farsi incensare per ore e si sfogherà a insultare chi vuole in Italia, in Europa e nel mondo. Questo canale già prima di partire ha un’audience di ottantatré milioni di italiani, uno share del centosei per cento, ed è l’esperimento televisivo più pluralista dell’occidente. Se non ci credete o siete comunisti o sono stato frainteso.

Stefano Benni

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