Curiosità fuori luogo (Armando Massarenti)
Fernando e Guglielmo fanno una scommessa con lo scapolo don Alfonso. Mentre entrambi fingeranno di partire per la guerra, le loro fidanzate, Fiordiligi e Dorabella, verranno presentate a due nobili “albanesi”, in realtà gli stessi Fernando e Guglielmo che, travestiti, vogliono verificare il grado di fedeltà delle loro donne. Dopo molte resistenze, le donne cedono infine ai due albanesi e ne accettano le proposte di matrimonio. Tutti avrete riconosciuto la trama di “Così fan tutte”, ed è inutile raccontarne il lieto fine, in cui, ovviamente, tutti si riappacificano con tutti. Ma concentriamoci sul metodo utilizzato per verificare la fedeltà delle donne.
E’ davvero così efficace? Oppure Mozart e De Ponte hanno reso la faccenda un po’ più facile di quanto non sia? Forse la sapeva più lunga Cervantes, che nel “Don Chisciotte” inserisce “la novella del curioso fuori luogo”: è la storia di un nobile, Anselmo, che gode della gioia di un matrimonio d’amore con una donna onesta e dell’amicizia di un amico fedele da sempre, Lotario. A un tratto lo prende la curiosità di verificare se la moglie Camilla, sottoposta a tentazione, sarebbe disposta a tradirlo. Alfonso chiede quindi all’amico di fingere di sedurre sua moglie, per vedere cosa succede. Lotario si rifiuta innumerevoli volte, ma l’altro insiste finchè questi accetta: rimanendo solo con la moglie dell’amico, però, Lotario non a il coraggio di parlarle sconvenientemente, né lei gli dà motivo di diventare intimi. Il tempo passa e, a forza di rimanere soli insieme, così come vuole lo sposo che è sempre in viaggio, i due si innamorano davvero e diventano amanti. Quando Anselmo tornerà dal viaggio, saprà dal suo sodale che sua moglie è stata irreprensibile. Ma ovviamente non è più vero. E così il protagonista, avendo procurato a se stesso ciò che più teme, vive nell’ignoranza della propria rovina.
Che morale ne possiamo trarre? Quella sulla universale infedeltà delle donne è solo la più stupida e trita, e rischia di alimentare una squallida rinascita maschilista. Ci sono idee filosofiche più interessanti. Una riguarda la verità e le diverse conseguenze del conoscerla. Un’altra la difficoltà di verificarla. Valori come la fedeltà e la fiducia sono troppo preziosi e fragili per dover essere messi continuamente alla prova. Chi li interroga senza discernimento, trasforma assai facilmente le sue richieste in poco piacevoli profezie che si autoavverano.
E’ davvero così efficace? Oppure Mozart e De Ponte hanno reso la faccenda un po’ più facile di quanto non sia? Forse la sapeva più lunga Cervantes, che nel “Don Chisciotte” inserisce “la novella del curioso fuori luogo”: è la storia di un nobile, Anselmo, che gode della gioia di un matrimonio d’amore con una donna onesta e dell’amicizia di un amico fedele da sempre, Lotario. A un tratto lo prende la curiosità di verificare se la moglie Camilla, sottoposta a tentazione, sarebbe disposta a tradirlo. Alfonso chiede quindi all’amico di fingere di sedurre sua moglie, per vedere cosa succede. Lotario si rifiuta innumerevoli volte, ma l’altro insiste finchè questi accetta: rimanendo solo con la moglie dell’amico, però, Lotario non a il coraggio di parlarle sconvenientemente, né lei gli dà motivo di diventare intimi. Il tempo passa e, a forza di rimanere soli insieme, così come vuole lo sposo che è sempre in viaggio, i due si innamorano davvero e diventano amanti. Quando Anselmo tornerà dal viaggio, saprà dal suo sodale che sua moglie è stata irreprensibile. Ma ovviamente non è più vero. E così il protagonista, avendo procurato a se stesso ciò che più teme, vive nell’ignoranza della propria rovina.
Che morale ne possiamo trarre? Quella sulla universale infedeltà delle donne è solo la più stupida e trita, e rischia di alimentare una squallida rinascita maschilista. Ci sono idee filosofiche più interessanti. Una riguarda la verità e le diverse conseguenze del conoscerla. Un’altra la difficoltà di verificarla. Valori come la fedeltà e la fiducia sono troppo preziosi e fragili per dover essere messi continuamente alla prova. Chi li interroga senza discernimento, trasforma assai facilmente le sue richieste in poco piacevoli profezie che si autoavverano.
Armando Massarenti – da: “Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima” – Ed. Il Sole 24 Ore
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