"Il Cavaliere spiazza tutti: avversari, alleati, giornalisti"
Il Cavaliere spiazza tutti, perfino la grande stampa d’informazione. Leggete che cosa è capitato alla Stampa di Torino… (da “Sicilia Informazioni del 6 settembre 2008).
Il Cavaliere spiazza tutti: avversari, alleati, giornalisti. Anche la Grande Informazione, quella che non sbaglia mai un colpo, o quasi, perde l’orientamento. Sulla Stampa di Torino, venerdì scorso, 5 settembre, è capitato un gustoso episodio. Il lettore che volesse farsi un’idea sul governo e segnatamente sul Presidente del Consiglio, poteva scegliere fra un articolo di Augusto Minzolini, inviato a Napoli per seguire il Premier, ed un’analisi sul caso Alitalia di Stefano Passigli. L’articolo di Minzolini è un'apologia del Presidente, “il sindaco d’Italia”. Berlusconi avrebbe inventato la terza via della governance. Non più capo del governo e leader di partito, ma appunto il sindaco del suo Paese. Da che cosa trae questa convinzione il giornalista della Stampa, ottimo professionista peraltro? Dal fatto che “della politica, quella tradizionale, a Silvio Berlusconi in questo momento importa poco e niente”. La prova? “Addirittura lui che è un tipo sanguigno non si lascia neppure coinvolgere dalle polemiche di Massimo D`Alema che lancia sospetti sull`operazione Alitalia usando il termine di merchant bank. O dalle insinuazioni di Pierluigi Bersani che parla di imprenditori coinvolti nella cordata della compagnia aerea «con la pistola puntata alla tempia». Minzolini cita: «Sono dichiarazioni - è la risposta glaciale del Cavaliere - che si commentano da sole. Destituite di qualsiasi fondamento. Sia in un caso che nell`altro». “E lo stesso vale per le questioni interne al centro-destra. Partecipa alle riunioni sul partito o agli incontri con An per centellinare gli equilibri nel Pdl solo per dovere d`ufficio. Quasi di malavoglia. E liquida l`idea di Gianfranco Fini di dare il voto agli immigrati con poche battute”. Il Presidente si occupa d’altro, dunque. Di che cosa? “Berlusconi ama occuparsi nel dettaglio di tutte le questioni che riguardano i rifiuti. E` stato sei volte in quattro mesi a Napoli per parlare di inceneritori, raccolta differenziata, cas- sonetti, dei 250 lavoratori impegnati nel Paese nel cantiere dell`inceneritore di Acerba. Ed è appassionato anche quando lancia un allarme agli altri enti locali: se non si muoveranno quello che è successo in Campania potrebbe capitare anche nel Lazio e in Calabria. Entra nello specifico delle vicende del tifo violento. “Promette che «lo Stato tornerà a fare lo Stato», che verso questi fenomeni ci sarà «tolleranza zero», che saranno utilizzati anche nel nostro Paese i metodi con cui gli inglesi hanno ridotto gli «hooligans» al silenzio. Si occupa di ogni questione concreta, dalla più grande alla più piccola. Lo informano che sono stati tagliati i fondi del grande evento internazionale del forum delle culture di Napoli….E lui non fa una piega: «Io non sapevo che questo evento internazionale esistesse - risponde -, ma adesso che lo so mi adopererò per evitare che succeda». Insomma, il nuovo Cavaliere ascolta la gente per strada e non dice mai di no. Gli interessano più i lampioni di un viale che non l`ennesimo dibattito sul «dialogo sì, o il dialogo no» con l`opposizione. Al raduno di Forza Italia a Gubbio preferisce la festa di Santa Rosa a Viterbo o la visita ai terremotati di San Giuliano di Puglia. E questa nuova metamorfosi di quel fenomeno politico che si chiama Berlusconi è già stata avvertita dall`opinione pubblica: ieri mentre mangiava una margherita da Brandi, la pizzeria più antica di Napoli, molti dei commensali - amministratori e passanti - lo imploravano di fare il sindaco alle falde del Vesuvio….” L’articolo è lungo, le virtù del Cavaliere sono raccontate con grande partecipazione, in modo esaustivo. Dopo avere letto questo articolo, il voto in pagella, è dieci e lode. Non puoi che chiederti se La Stampa sia passata “dall’altra parte”. Finora non è stata davvero tenera con il Cavaliere. Può trattarsi di un riconoscimento, sarebbe legittimo. Scorrendo, però il giornale, t’imbatti sull’analisti di Stefano Passigli, acuminata come un coltelllo a serramanico, pericoloso da maneggiare. Il lettore di Manzolini non è lo stesso di quello di Passigli, ma capita che a qualcuno piaccia studiare Passigli e Minzolini lo stesso giorno. L’incipit di Passigli è cauto ma non reticente. “Annunciando di aver mantenuto l’impegno» di evitare il fallimento di Alitalia, scrive Passigli, il premier ha anche affermato che la soluzione «non peserà sulle tasche dei cittadini». Alla luce delle ulteriori promesse del governo che «i piccoli risparmiatori non soffriranno», e che i lavoratori in esubero «non verranno lasciati a terra», è lecito nutrire dubbi sulla attendibilità del piano”. Fatta questa premessa, Passigli snocciola tutti gli argomenti che sbugiardano l’operazione del Presidente Berlusconi. E comincia dagli esuberi: ”… è evidente che i previsti 4-5 mila maggiori esuberi rispetto alla proposta di Air France, cui si assicura la concessione di 7 anni di ammortizzatori sociali, si tradurranno in un ingente costo a carico dello Stato. A ciò si deve aggiungere, oltre al prestito ponte di 300 milioni, il costo dell’indennizzo ai piccoli risparmiatori, e la necessità di dotare di liquidità la «bad company» per far fronte ai contenziosi con i creditori insoddisfatti: il precedente della liquidazione dell’Efim non autorizza ottimismi”. C’è dell’altro, ovviamente: “Il costo che lo Stato si assume avrebbe giustificato il rilancio di una grande compagnia di bandiera. Ma la nuova «Alitalietta» non avrà queste caratteristiche: meno aerei (circa 40 in meno della proposta Air France), meno rotte, nessun hub, e quindi focus sul medio e corto raggio con drastico ridimensionamento delle rotte intercontinentali. Una compagnia, insomma, ripiegata sul mercato interno, ove - eliminati i vincoli antitrust - cercare di vivere di tariffe elevate al riparo della concorrenza. Una soluzione di sapore autarchico”. I dubbi di Passigli si fanno più stringenti. “ Per raggiungere questa precaria soluzione il governo si è piegato a innovazioni normative che violano consolidati principi giuridici… il governo ha profondamente alterato il nostro quadro normativo e abbandonato i principi dell’economia di mercato nella quale professa di credere”. Come Sindaco d’Italia non c’è male. La requisitoria non finisce qui. “Quali motivi hanno allora convinto i sedici «cavalieri bianchi»? Alcuni sono concessionari dello Stato che fissa le loro tariffe; altri sono sottoposti a controlli e autorizzazioni pubbliche, o titolari di importanti contratti con lo Stato. Si può rifiutare a un premier-imprenditore un solidale chip di partecipazione richiesto in nome dell’interesse generale quando a questo possano spingere anche interessi particolari? Alla debolezza della costruzione societaria si accompagna così anche il sospetto di conflitti di interesse”. Sospetti a carico del Sindaco d’Italia? Pare proprio di sì. “Nella compagine azionaria manca inoltre un «azionista di riferimento». … Cacciata dalla porta, Air France o chi per lei rientrerà dalla finestra, pagando molto meno una compagnia priva di debiti e dei propri esuberi. Ma allo Stato tutto questo sarà costato una somma ingente, ai lavoratori mobilità e prepensionamenti in misura superiore alla precedente offerta francese, alla compagnia meno aerei, meno rotte e la rinuncia ad un hub proprio. La sentenza di Passigli è durissima: “Il trionfalismo del governo è dunque del tutto fuori luogo in presenza di una situazione che non è esagerato definire di autentico disastro economico”. Pluralismo? Vogliamo chiamarlo così? Dopo avere letto l’analisi ci si aspetta anche di conoscere le sanzioni, ma non tocca a Passigli comminare la pena. Sarebbe davvero dura. Al lettore invece non resta che rileggere Minzolini per non cadere in depressione.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/28159/cavaliere-spiazza-tutti-perfino-grande-stampa-dinformazione-leggete-cosa-capitato-alla-stampa-torino.htm?a=send
Nessun commento:
Posta un commento
Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.