mercoledì 10 giugno 2009

Il Principe nella storia nazionale

Parliamo quindi di questa specificità italiana.
Dobbiamo tornare alla consacrazione nazionale del Principe del Machiavelli. Lo spirito e la cultura del Principe - proprio perchè costitutive della normalità italiana nel senso che ho precisato - non sono mai morte. Trasmettendosi di generazione in generazione, hanno continuato ad attraversare nei secoli la nostra storia nazionale, riciclandosi nelle varie forme di Stato che si sono succedute nel tempo; dall'Italia preunitaria alla monarchia, al fascismo, alla prima e seconda Repubblica, giungendo sino ai nostri giorni.
Si ma perchè la longevità di questa perniciosa "normalità"?
Perchè questa parte premoderna della nostra classe dirigente è transitata direttamente dalla premodernità alla postmodernità, restando impermeabile alla modernità: la fase storica della Riforma, dell'Illuminismo, della Rivoluzione industriale e del Liberalismo nel corso della quale sono state poste le fondamenta per la costruzione dello Stato democratico di diritto. Il principe è sempre stato uno dei protagonisti - a volte palese ma quasi sempre occulto - della storia nazionale, segnandone la sua profonda anomalia rispetto allae storie degli altri Paesi occidentali europei.
In che senso anomalia?
In altri Paesi la criminalità non fa storia. E' una vicenda che, tranne poche eccezioni, riguarda in genere solo gli strati meno integrati e acculturati della società, e che, dunque, interessa solo gli specialisti di settore. In Italia invece la storia criminale è sempre stata inestricabilmente intrecciata con la storia nazionale, quella con la S maiuscola. Tutta la storia nazionale, dall'Unità a oggi, è attraversata dal filo nero di un costante uso politico della violenza da parte di settori della classe dirigente quale risorsa strategica palese o occulta nella contrattazione sociale. Nessuna storia nazionale degli altri Stati europei presenta in questi ultimi due secoli una siffatta incidenza e continuità della violenza politica endogena.

Saverio Lodato - Roberto Scarpinato (Il ritorno del Principe - Chiarelettere - 2008)

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