Quale fra le tante parabole di Gesù preferisci? Quale fra le tante parabole di Gesù preferisci? Io preferisco quella del ricco Epulone.
Cera una volta un ricco Epulone. Egli era grasso, grassissimo, per poco non crepava. Egli mangiava, mangiava, mangiava sempre. Come si svegliava due o tre cappuccini e un Kinder, a mezzogiorno non ne parliamo: pollo, carne, patatine fritte. Mangiava con le mani, tanto dalla fame. Alla sera si scatenava un'altra volta, però se avanzava qualcose del mezzogiorno se la riscaldava. Il ricco Epulone beveva pure, ma senza cannuccia, per fare più presto, perché aveva un appuntamento urgente. Lui aveva un servo, che si chiamava Lazzaro, ma non era quello che Gesù aveva risuscitato, era un'altro Lazzaro, più secco di quell'altro. Questo Lazzaro era secchissimo, addosso teneva solo un metro quadro di carne. Egli abitava sotto alla tavola del ricco Epulone. E mentre il ricco Epulone si ingrassava, lui diventava sempre più secco. Certe volte il ricco Epulone, se aveva mal di denti non mangiava tutto, e le briciole le dava a certi cani che avevano la casa vicino alla casa di Lazzaro. Se anche i cani avevano mal di denti o di testa, glieli lasciavano a lui. Ma era troppo poco, e Lazzaro morì, e dalla fame andò in Paradiso. Un giorno anche il ricco Epulone morì, e andò all'Inferno. All'Inferno tutti lo sfottevano che era grasso, lo chiamavano puorcio. Lui si offese. Poi aveva tanta sete, ma nessuno gliela dava. E alla fine diventò lui più secco di Lazzaro.
Marcello D'orta (Io speriamo che me la cavo - Sessanta temi di bambini napoletani - 1990)
Cera una volta un ricco Epulone. Egli era grasso, grassissimo, per poco non crepava. Egli mangiava, mangiava, mangiava sempre. Come si svegliava due o tre cappuccini e un Kinder, a mezzogiorno non ne parliamo: pollo, carne, patatine fritte. Mangiava con le mani, tanto dalla fame. Alla sera si scatenava un'altra volta, però se avanzava qualcose del mezzogiorno se la riscaldava. Il ricco Epulone beveva pure, ma senza cannuccia, per fare più presto, perché aveva un appuntamento urgente. Lui aveva un servo, che si chiamava Lazzaro, ma non era quello che Gesù aveva risuscitato, era un'altro Lazzaro, più secco di quell'altro. Questo Lazzaro era secchissimo, addosso teneva solo un metro quadro di carne. Egli abitava sotto alla tavola del ricco Epulone. E mentre il ricco Epulone si ingrassava, lui diventava sempre più secco. Certe volte il ricco Epulone, se aveva mal di denti non mangiava tutto, e le briciole le dava a certi cani che avevano la casa vicino alla casa di Lazzaro. Se anche i cani avevano mal di denti o di testa, glieli lasciavano a lui. Ma era troppo poco, e Lazzaro morì, e dalla fame andò in Paradiso. Un giorno anche il ricco Epulone morì, e andò all'Inferno. All'Inferno tutti lo sfottevano che era grasso, lo chiamavano puorcio. Lui si offese. Poi aveva tanta sete, ma nessuno gliela dava. E alla fine diventò lui più secco di Lazzaro.
Marcello D'orta (Io speriamo che me la cavo - Sessanta temi di bambini napoletani - 1990)
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