martedì 21 luglio 2009

Mucche pazze e maiali pirla

Anche le mucche sono andate fuori di testa. Ah, siamo a posto. Un punto fermo avevamo nella vita: la mansuetudine delle vacche. E adesso puff. Svanito pure quello. Cosa ci riserverà il futuro? Forse il pollo balengo o il maiale pirla. E dire che noi donne il cervello spongiforme come il Cioccorì ce l'abbiamo da un pezzo. Fortuna che non siamo commestibili. Che vista la situazione è un po' la nostra salvezza. Ma il nostro cervellino poroso purtroppo di qualche porcheriola si inzuppa. Beh... è un po' il destino della sua natura di spugnetta. Per esempio della convinzione di essere grasse. Tutte le donne, prima o poi nella vita, si guardano allo specchio e vorrebberro farsi a fette con un machete. Ho delle amiche che sono a dieta dal giorno della prima comunione e per sfinarsi e non sembrare tappi di damigiane si vestono solo di scuro con sfumature che vanno dal nero fumo di Nottingham al grigio ardesia di Courmayeur. Insomma. Ci depuriamo trenta giorni al mese, ingurgitiamo bibitoni di scagliola ogni mezzogiorno, mangiamo per settimane intere solo banane come gli scimpanzè, dividiamo il nostro tempo libero con le fave di fuca e la ceramica del water Io dico. Con tutto il fegato che ci siamo mangiate in anni di tortura dovremmo almeno essere calate di qualche etto. Infatti. Qualcosina abbiamo perso nei punti sbagliati. Tipo le tette che per quella stupida storia della gravita ci sono calate come le foglie della kenzia. Io ho visto soltanto una volta piangere la mia amica Valentina: dopo il quarto giorno della dieta «solo minestrone». Quella povera creatura ha sopportato tutto, nelle peggiori avversità della vita si è dimostrata dura come una roccia, ma al minestrone non ha resistito. Ora ha smesso. È più serena e per ovviare al problema dei chili di troppo si nasconde la Nutella. Da sola. Ma la palma d'oro spetta e spetterà sempre, nei secoli dei secoli, a una mia vecchia zia. Il suo criterio era che più una era grassa e più era bella. Per lei, che aveva conosciuto la guerra, il rigoglio fisico era un insindacabile segno di bellezza. E così, a una mia amica super complessata e in continua dieta dimagrante, la magica zia era riuscita a dire: «La vedo bene!». E la mia amica, gonfia di orgoglio: «Trova?». E zia: «Oh sì! Bella grassa!». E la mia amica, distrutta, con la voce già rotta dal pianto: «Mi trova ingrassata?». E zia, non paga: «Molto. Molto grassa. Complimenti!». Fantastica la zia Angelina... Ma ritorniamo a noi. Cosa fare per calare di qualche grammo? Bere. Ininterrottamente. Perch‚ l'acqua fa fare tanta... tin tin... e poi è altissima e purissima. D'altra parte dicono che il corpo umano sia composto per il novanta per cento di acqua. E il resto? Cazzate, suppongo. Tempo fa riflettevo. Cosa fa un corpo per mantenersi in vita? Due cose solo. Mangia e fa la cacca. È semplice. Ma andiamo avanti e meditiamo. In buona sostanza la differenza tra quello che abbiamo mangiato e la cacca che abbiamo fatto siamo noi. Capito? Siamo solo uno stupido resto. Il netto rimasto tra il prendere e il lasciare. Viviamo serene. E anche tu, cara la mia Megan Gale, vola basso.

Luciana Littizzetto (Sola come un gambo di sedano - Mondadori - 2001)

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