- Di notte, - sentenziava un Vecchio Proverbio, - tutti i gatti sono bigi.
- E io son nero, - disse un gatto nero attraversando la strada.
- E impossibile: i Vecchi Proverbi hanno sempre ragione.
- Ma io sono nero lo stesso, - ripeté il gatto.
Per la sorpresa e per l'amarezza il Vecchio Proverbio cadde dal tetto e si ruppe una gamba.
Un altro Vecchio Proverbio andò a vedere una partita di calcio, prese da parte un giocatore e gli sussurrò nell'orecchio: - Chi fa da sé fa per tre!
Il calciatore si provò a giocare al pallone da solo, ma era una noia da morire e non poteva vincere mai, perciò fece ritorno in squadra. Il Vecchio Proverbio, per il disappunto, si ammalò e dovettero levargli le tonsille.
Una volta tre Vecchi Proverbi si incontrarono e avevano appena aperto bocca che cominciarono a litigare: - Chi bene incomincia è a metà dell'opera, - disse il primo.
- Niente affatto, - disse il secondo, - la virtù sta nel mezzo.
- Gravissimo errore, - esclamò il terzo, - il dolce è in fondo.
Si presero per i capelli e sono ancora là che se le danno.
Poi c'è la storia di quel Vecchio Proverbio che aveva voglia di una pera, e si mise sotto l'albero, e intanto pensava: «Quando la pera è matura casca da sé».
Ma la pera cascò soltanto quando fu marcia fradicia, e si spiaccicò sulla zucca del Vecchio Proverbio, che per il dispiacere diede le dimissioni.
Gianni Rodari (Favole al telefono - 1993 - Edizioni EL, S. Dorligo della Valle)
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