I giochi di carte sono, naturalmente, tanti che non possiamo qui ricordarli tutti. I tre più diffusi sono:
Il tresette. Si gioca con dieci carte a testa. Durante la partita si può dire “Busso”, “Striscio”, “Volo”, o “Brucio” se il vostro compagno vi fa cadere la sigaretta sulla coscia. E’ proibito dire frasi come “Ho sette bastoni” o “Sono nella merda”.
La briscola. Gioco molto semplice. L’avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. E’ opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po’ di saliva. Le carte prendono la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un’impastatrice. Quando la carta è abbastanza vecchia, diventa molto dura e pesante, e se non siete allenati è opportuno giocare con guanti da elettricista.
Il poker. Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo. Per prima cosa bisogna dare le carte. Il vero giocatore compie l’operazione in sei secondi con la sigaretta in bocca. Il dilettante ci mette tre minuti con la lingua fuori. Al termine dell’operazione quasi sempre il suo compagno di destra urla perché ha ricevuto in mano quattro carte e una cicca accesa, mentre il dilettante sta fumando il re di quadri. Oltretutto è molto facile che il dilettante si sia dato nove carte e che due siano finite sul lampadario. Il dilettante non deve, a questo punto, lasciarsi prendere dal panico, e soprattutto non commettere nessuno dei seguenti errori:
- Fare le pile e i giochini con le fiches, e chiedere agli altri: “Chi mi da due tonde rosse per due tonde blu, che voglio fare la bandiera francese?”.
- Quando gli si chiede di aprire, non dire: “Vado subito, in effetti c’è molto fumo”, e spalancare la finestra.
- Fare il rumore del motorino col mazzo di carte durante il gioco.
- Chiedere prima due, poi tre, poi quattro, poi anzi, no, cinque carte e non ricordarsi quali erano le vecchie e quali le nuove.
- Quando sono rimasti solo in due a disputarsi un piatto grosso, scivolare alle spalle di uno e strappargli le carte di mano per vedere il punto.
- E ancora: quando bluffa, il dilettante non cerchi di darsi un contegno. Un mio conoscente, tutte le volte che bluffava, tirava ostentatamente fuori dalla tasca pennello, crema e lametta, e si faceva la barba fischiettando. Naturalmente era nervoso e alla fine della serata si era tagliato la faccia come Frankenstein. Non fate la faccia impassibile: molti dilettanti cercano di bloccare ogni muscolo facciale, col risultato di avere poi effetti secondari rivelatori, come grosse scorregge, per lo sforzo. La stessa cosa vale se avete un poker. L’ideale sarebbe avere sempre lo stesso atteggiamento durante tutta la sera. Un giocatore molto bravo, che conoscevo, appena si sedeva al tavolo, si metteva a fare il verso della sirena dell’ambulanza, e tirava di lungo tutta la sera senza una pausa. Un altro giocava con baffi e naso alla De Rege, ma si tradiva perché quando aveva un buon punto sveniva.
Stefano Benni
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