Caro Babbo Natale, io vorrei che quest'anno per Natale tutti diventassero più buoni e io più figa. Se ti avanza tempo vorrei anche che facessi diventare un po' più furbo il mio fidanzato ma se pensi che anche per te, che sei Babbo, esaudir quest'ultimo desiderio sia proprio una mission impossibol, buttami pure giù dalla canna fumaria un attaccante giovane di 25 anni che mi accontento: uno tipo Tacchinardi va già bene.
Se per caso, Babbone caro, nel tuo lungo andare lassù sulle montagne, tra boschi e valli d'or, ti capita di incrociare ad un autogrill i re Magi, avvertili che sto aspettando anche loro, e mi raccomando: avvisa la stella cometa che siccome piazza Statuto è sempre un carnaio, indichi pure il cammino da via San Donato, quella strada stretta e intasata, dove i pullman sono costretti a viaggiare sui muri come fanno i gechi.
Visto che non ho il camino appenderò tre calze al termo del tinello. Una contenitiva per l'oro, che a riempirla anche tanto non si sfonda, una autoreggente per l'incenso così i bastoncini profumati stanno su belli dritti e non si spezzano e un fantasmino da mocassino per la mirra. E' piccino ma basta. Mi risulta che la mirra sia un antibiotico. Quindi mi bastano 5 capsule, ciclo completo, 2 o 3 non servono... faglielo sapere a Baldassarre.
Mio caro Babbo, non vedo l'ora di farti un po' di coccole. Se vuoi ti preparo la vasca da bagno e la riempio di schiuma. Darti una bella ripassata non ti farà male. Da che ti conosco ci hai sempre lo stesso vestito e in più vai in giro con 6 renne... non profumerai certo di gelsomino. Sotto le ascelle mi sa che ti cresce il muschio da mettere nel presepe.
Ora ti lascio, caro Babbo Natale. Se non puoi passare da me, fa niente. Mi han detto che la felicità è dietro l'angolo, tu dimmi solo in quale isolato. E se puoi, mandami comunque un pensiero, magari due cri cri e salutami tanto quella Befana di tua sorella.
P.S.: Ah, dimenticavo: se ti riesce mandaci di nuovo un pò di neve che qui di bianco ci è rimasta solo la forfora.
Luciana Littizzetto
Se per caso, Babbone caro, nel tuo lungo andare lassù sulle montagne, tra boschi e valli d'or, ti capita di incrociare ad un autogrill i re Magi, avvertili che sto aspettando anche loro, e mi raccomando: avvisa la stella cometa che siccome piazza Statuto è sempre un carnaio, indichi pure il cammino da via San Donato, quella strada stretta e intasata, dove i pullman sono costretti a viaggiare sui muri come fanno i gechi.
Visto che non ho il camino appenderò tre calze al termo del tinello. Una contenitiva per l'oro, che a riempirla anche tanto non si sfonda, una autoreggente per l'incenso così i bastoncini profumati stanno su belli dritti e non si spezzano e un fantasmino da mocassino per la mirra. E' piccino ma basta. Mi risulta che la mirra sia un antibiotico. Quindi mi bastano 5 capsule, ciclo completo, 2 o 3 non servono... faglielo sapere a Baldassarre.
Mio caro Babbo, non vedo l'ora di farti un po' di coccole. Se vuoi ti preparo la vasca da bagno e la riempio di schiuma. Darti una bella ripassata non ti farà male. Da che ti conosco ci hai sempre lo stesso vestito e in più vai in giro con 6 renne... non profumerai certo di gelsomino. Sotto le ascelle mi sa che ti cresce il muschio da mettere nel presepe.
Ora ti lascio, caro Babbo Natale. Se non puoi passare da me, fa niente. Mi han detto che la felicità è dietro l'angolo, tu dimmi solo in quale isolato. E se puoi, mandami comunque un pensiero, magari due cri cri e salutami tanto quella Befana di tua sorella.
P.S.: Ah, dimenticavo: se ti riesce mandaci di nuovo un pò di neve che qui di bianco ci è rimasta solo la forfora.
Luciana Littizzetto
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