Anche il settore della telefonia verrà colpito, in quanto oramai quale cellulare non possiede memoria integrata o supporto per microSD esterne? E con essi fotocamere, videocamere, console, videorecorder digitali e tanto altro. Ma vi sembra giusto?
Ma vediamo insieme i “danni” economici che questa tassa causerà ai nostri portafogli:
- Supporti Audio/Video (DVD Video / CD Audio): la tassa si applicherà anche su DVD Film e CD Audio di artisti. Per quanto riguarda supporti audio analogici, quali audiocassette e simili, la tassa applicata sarà di 0,23 € per ogni ora di registrazione musicale; 0,22 € per ogni ora per quanto riguarda CD/DVD Audio. Per i DVD Video, invece, o i Blue-ray, la tassa sarà di 0,29 € ogni ora di registrazione, così come per i supporti video analogici, come le VHS già registrate.
- CD-R: per i CD ancora da masterizzare, la tassa sarà di 0,15 € ogni 700 MB di capacità
- DVD Rewritable: I DVD riscrivibili avranno ovviamente, secondo la logica italiana, una maggior tassazione in quanto possono essere riscritti e utilizzati per il reato di pirateria più volte. 0,41 € ogni 4,1 GB, quindi.
- Masterizzatori: La batosta ci viene inflitta quando parliamo dei masterizzatori CD/DVD/Blue-ray: la tassa sarà equivalente al 5% del costo dell’apparecchio. Se un masterizzatore Bluray costa quindi 200 €, il prezzo finale sarà di 210 € comprensivo di tassa SIAE.
- Chiavette e memorie “solide”: Per quanto riguarda il nostro ambito, quello di cellulari e smartphone, la tassa verrà esclusa su supporti inferiori a 32 MB (si, avete capito bene, il nostro paese è indietro anche a fare le leggi) e non colpirà quindi solamente i telefoni di prezzo inferiore ai 30-50 €, quelli in bianco e nero e con le uniche funzioni di telefonia e messaggi (per carità, nulla togliendo!). Per le microSD, Memory Stick e supporti equivalenti la tassa sarà di 5 centesimi a GB fino a 5 GB di capacità, dopodiché altri tre centesimi di euro a GB oltre i 5 GB. Una memoria da 32 GB, quindi, riceverà un sovrapprezzo di € 1,06. Sino al 23 Marzo 2012, l’importo massimo della tassa in questo caso sarà di € 3, mentre dal 23 Marzo 2012 il massimo verrà portato a 5 €, seguendo l’inevitabile crescita della capacità di questi supporti. Per le chiavette USB, invece, la tassa sarà esclusa sino a 256 MB di capacità (forse non si trovano neanche più al mercatino delle pulci), dopodiché 10 centesimi di € a GB fino a 4 GB e 9 centesimi di € a GB sopra i 4 GB. Anche qui, una chiavetta USB da 32 GB, sempre più comuni, avrà un sovrapprezzo di € 2,92. Anche qui sino al 23 Marzo 2012 la massima tassazione non dovrà superare i 7 €, mentre da suddetta data, potrà raggiungere i 9 €, auspicando chiavette della capacità superiore a 64/128 GB.
- Hard disk: e qui arriva la seconda batosta dopo i supporti ottici. Per gli hard disk esterni, la tassa sarà di 2 centesimi a GB fino a 400 GB (8 € quindi), dopodichè un centesimo a GB eccedente. L’importo massimo sarà di 12 € entro il 23 Marzo 2012, di 20 € dopo questa data. Un hard disk da 1 TB, quindi, è tassato da 12 € fino ad un massimo futuro di 20-25 €. Per gli hard disk interni, quelli presenti in notebook e PC fissi acquistabili, vi sono quote fisse, che vi riportiamo di seguito:
3.22 euro fino a 1 GB
3.86 da 1 a 5 GB
4.51 da 5 a 10 GB
5.15 da 10 a 20 GB
6.44 da 20 a 40 GB
9.66 da 40 a 80 GB
12.88 da 80 a 120 GB
16.10 da 120 a 160 GB
22.54 da 160 a 250 GB
28.98 oltre i 250 GB
32.20 oltre i 400 GB con applicazione dal secondo anno
2.76 euro ogni 200 GB aggiuntivi sopra i 500 conapplicazione dal secondo anno.
- Lettori MP3: Anche qui quota fissa, dai 64 centesimi dei lettori fino a 128 MB, € 2,21 da 128 a 512 MB, € 3,22 da 512 a 1 GB, € 5,15 da 1 a 5 GB, € 7,73 da 10 a 15 GB, € 9,66 tra 15 e 20, € 12,88 oltre i 20 GB. Sopra i 20 GB, la tassa sarà equivalente a € 2,76 ogni 10 GB aggiuntivi, con applicazione a partire dal secondo anno.
Smartphone e cellulari, di qualsiasi tipo, verranno tassati senza alcuna condizione di € 0,90.
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La nuova tassa elettronica vale 58 milioni - Il tanto discusso decreto che prevede la revisione del sistema dei compensi per copia privata dovuti dai produttori e importatori di apparecchi di registrazione audio e video e relativi supporti e memorie è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica il 6 marzo. La risposta che, a quanto sembra, stanno preparando le associazioni del mondo tecnologico, impegnate da settimane a cercare un accordo "equo" con la Siae, appare di fatto scontata o quasi: impugnare la normativa. Per evitare che un mercato ancora alle prese, in alcuni suoi comparti per lo meno, con gli effetti della crisi economica venga ulteriormente penalizzato da una "tassa" che il mondo dell'hi-tech ha già bollato all'unisono come sbagliata. Il decreto ministeriale in questione – ebbe a dire per esempio Assinform qualche giorno dopo l'annuncio del provvedimento – «reca un danno gravissimo sia all'industria dell'innovazione, e in particolare quella informatica, sia al sistema imprenditoriale nel suo complesso». L'iter di questa norma nasce con la Legge n.93 del 5 febbraio 1992, che introdusse il compenso per copia privata applicato in percentuale sul prezzo di cessione di apparecchi e supporti. Dopo vari aggiornamenti, per lo più restrittivi, si è arrivati alla Legge n.43 del 31 marzo 2005, che escludeva le memorie digitali dall'obbligo di corresponsione del compenso, e quindi al decreto Milleproroghe di accompagnamento alla Legge Finanziaria 2008 (poi prorogato di un anno), con il quale sono state poste le basi, su indicazioni della Siae, per arrivare alla controversa revisione oggetto dello schema di decreto firmato dal Ministro Bondi il 30 dicembre 2009.
L'Andec: si calcola sulla capacità di memoria del dispositivo e non sul prezzo di cessione - Parlando nel corso del recente quarto Internet Sales Forum di GfK, Andrea Arnaldi, Segretario Generale di Andec (Associazione Nazionale Importatori e Produttori Elettronica Civile, con circa 60 aziende di elettronica di consumo consorziate), è tornato in argomento e non si è limitato a esternare preoccupazione per i contenuti del provvedimento sottoscritto dal titolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Innanzitutto, ha precisato Arnaldi, va considerato il fatto che sono stati inseriti nell'obbligo di corresponsione del compenso moltissimi apparecchi e memorie precedentemente esclusi, e cioè personal computer, telefoni cellulari, Dvd recorder, chiavette Usb e in generale qualsiasi prodotto dotato di hard disk o contenente strumenti di data storage. Che i supporti di memora integrati in un netbook o in uno smartphone siano utilizzati per archiviare documenti o foto personali piuttosto che contenuti tutelati dal diritto d'autore (come una canzone o un'applicazione scaricata legalmente da Internet, per esempio) al decreto non interessa. Il consumatore è tenuto a versare in ogni caso l'extra compenso e anche console di videogiochi e videocamere, di fatto, potrebbero essere soggetti interessati. È però l'entità della "tassa" sulla copia privata uno degli elementi che meno piacciono ai rappresentanti dell'industria tecnologica: «Il nuovo decreto - ha alzato in tal senso il tiro Arnaldi - determina, per quasi tutte le categorie assoggettate, l'ammontare progressivo del compenso sulla base della capacità di memoria del dispositivo anziché sulla base del prezzo di cessione come da noi richiesto». Più Gigabyte contiene l'apparecchio, in parole povere, più cresce la portata del compenso dovuto. E, come se non bastasse, la misura di quest'ultimo è stata aumentata dal 3 al 5% per quanto concerne gli apparecchi di registrazione. Lecito quindi, come hanno fatto del resto l'Andec e le altre Associazioni di categoria, chiedersi che riflessi avrà sui prezzi il nuovo sistema di calcolo basato su questi parametri. Piuttosto che quali saranno i risvolti per le aziende produttrici e per i consumatori. Domande a cui Arnaldi ha risposto ricordando innanzitutto come già il Decreto Legislativo del 2003 avesse già innescato un meccanismo con effetti negativi sulle vendite, penalizzando i supporti "vergini" di registrazione rispetto a quei prodotti arrivati alla commercializzazione attraverso canali in grado di poter evitare la corresponsione del compenso Siae.
La "nuova tassa" sui cellulari vale 22 milioni - Quanto ai possibili impatti sul mercato dell'ultimo decreto, la riflessione cui ha invitato Arnaldi si basa su una simulazione (effettuata da Gfk) sui dati relativi alle vendite effettive registrate nel 2009, in Italia, dei prodotti assoggettati alla revisione del sistema di calcolo della tassa sulla copia privata. Ipotizzando per il 2010 gli stessi volumi di domanda per ognuna delle 18 categorie di prodotti interessate, emerge che il gettito sull'equo compenso passerebbe da 42 a 100 milioni di euro. I soli telefoni cellulari, fino a ieri esclusi dal provvedimento, porterebbero alla Siae oltre 22 milioni di euro, i personal computer (con o senza masterizzatore integrato) circa 10 milioni, gli hard disk esterni nove milioni, le chiavette Usb un milione. Al di là dell'incremento sostanziale del valore dell'equo compenso fra 2009 e 2010, ciò che preoccupa Andec è il fatto che vi "sono prodotti che subiranno un'imposizione percentualmente molto rilevante rispetto al proprio costo reale, con tutte le possibili conseguenze del caso per i consumatori, che si troveranno di fronte a prodotti con prezzi stabili o addirittura più elevati in un mercato che invece presenta costanti trend di diminuzione dei listini". L'ultimo appello che lancia l'Andec riguarda infine la disparità di applicazione del compenso per copia privata nei diversi Paesi europei, considerato che la maggior parte di questi (Belgio, Spagna, Olanda, Regno Unito e Germania, mentre in Francia il gettito è addirittura superiore) prevede mediamente una "tassa" più contenuta rispetto a quelli determinata dal nuovo decreto italiano. Una disparità che secondo Arnaldi potrebbe generare due effetti: in relazione al fatto che il compenso è applicato su base nazionale dagli operatori nazionali: una maggiore predisposizione dei consumatori ad acquistare all'estero e l'aumento esponenziale degli acquisti via Internet.
Gianni Rusconi (Il sole 24 Ore - 17 marzo 2010)
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