domenica 23 maggio 2010

La sinistra del brillante

Come avrà reagito la casta intellettuale alla Waterloo, anzi alla Walterloo delle elezioni? In attesa che gli editorialisti girotondini, ieri stranamente silenti, lancino il consueto appello all'emigrazione di massa, un primo squarcio affiora in questo email inviato da una professoressa della Capitale. «Qui all'Università il lutto è strettissimo. Le colleghe più "disinistra" si stringono nel cashmere quattro fili (da noi non fa caldo) e i loro trilogy mandano bagliori sinistri di rabbia. Ancora quell'orrido omino Playmobil con la capoccia dipinta di marrone! Che caduta di stile imperdonabile! Meno male che il Direttore di Dipartimento, uomo di mondo e di umili origini, passa per tranquillizzare il gregge e pontifica filosoficamente: "Adesso vediamo che cacchio faranno questi qua... A parte che, per quello che hanno fatto gli altri, peggio non è possibile!" Le "disinistra" alzano un sopracciglio, aspettano che il Direttore esca, consultano il Rolex e, vista l'ora, si preparano ad andare a far merenda in un elegante bar del centro. Fuori, i tamburi dei punkabbestia rimbombano cupi, in previsione di tempi difficili. E pensare che per la prima volta in vita mia avevo votato a sinistra».
La lettera si presta a un paio di considerazioni. 1. Nelle università italiane ci sono ancora «prof» capaci di scrivere in maniera strepitosa e magari sguazzano nel girone dei precari perché non portano la borsa a qualche barone politicizzato. 2. A chiunque non ne faccia parte, la sinistra del brillante provoca ormai soltanto conati di nausea. Anche più dell'omino Playmobil.

Massimo Gramellini (La Stampa - 16 aprile 2008)

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