giovedì 13 maggio 2010

Passaparola: "Il ratto del Colosseo"

Testo:

Buongiorno a tutti, oggi parliamo del Piano Casa che come ha scritto la Iena sulla stampa, è stato anticipato da Scajola per il solo Scajola e la sua famiglia, è un piano che risale già al 2004 e che è stato scoperto soltanto adesso, 6 anni dopo, il piano è molto semplice: Scajola abita una casa pagata da altri, o almeno una casa che altri l’hanno aiutato a pagare, si dirà amici, benefattori, una gara di solidarietà nei confronti di questo bisognoso?
Scajola e il mezzanino - No, pare, dopo vedremo il significato di questo “pare” ,perché poi i verbi attenuativi, oppure i condizionali si usano in televisione di solito per dire voci, qui non stiamo parlando di voci ma lo vediamo tra un attimo, che il costruttore Diego Anemone che era uno degli assi pigliatutto degli ultimi anni, degli appalti della protezione civile e prima del Ministero dell’Interno, abbia gentilmente fatto pervenire un’ottantina di assegni per coprire la gran parte del costo dell’appartamento che si affaccia sul Colosseo a Roma.
Nell’ipotesi peggiore Scajola è un corrotto, perché ha fatto favori a Anemone in cambio di questi soldi oppure perché ha avuto questi soldi in cambio di favori, visto che era anche, fino al 2002, Ministro dell’Interno, nella più lieve delle ipotesi sempre che quel “pare” sia confermato, Scajola sarebbe un evasore fiscale perché ovviamente questa parte l’avrebbe pagata in nero, c’è anche la possibilità che tutto congiuri contro Scajola e cioè la testimonianza di 4 diverse persone implicate in quell’operazione finanziaria e immobiliare e soprattutto che anche questi 80 assegni di cui pare esistano le fotocopie, ma per questo date un’occhiata al sito del Fatto quotidiano e al Fatto quotidiano, anche gli assegni si siano messi a cospirare contro il povero Ministro dello sviluppo economico.
Partirei però dalla fine, dalla sua intervista, l’altro giorno ha fatto interviste un po’ a tutti, la più divertente è quella rilasciata a Il Giornale al giornalista Nicola Porro, campione di controinformazione come ben sapete, prima domanda: Ministro Scajola si dimette un’altra volta? Si riferisce a quando definì Marco Biagi il giuslavorista assassinato dalle Brigate Rosse a Bologna, consulente del Ministro Maroni per la riforma del welfare un rompicoglioni avido di consulenze, alcuni giornali lo scrissero e Scajola dovette dimettersi anche perché persino in un governo Berlusconi dove praticamente si può fare e dire di tutto, sputare sul cadavere ancora caldo di una vittima del terrorismo, forse era sembrato eccessivo fino anche a questi.
Naturalmente non è che finisce una carriera in Italia, anzi è appena all’inizio, da Ministro dell’Interno, Scajola diventò Ministro per l’attuazione del programma e adesso… poi fu promosso coordinatore nazionale di Forza Italia e adesso è Ministro delle attività produttive, il Ministro Scajola si dimette un’altra volta? Risposta: in questa occasione non faccio come nel caso di Biagi, non me ne vado, altrimenti sembra che mi hanno beccato con il sorcio in bocca, non ho colpe, non faccio decidere da una campagna mediatica, il ruolo che devo svolgere come Ministro della Repubblica, non scappo, è un atto di coraggio il suo, le dimissioni sarebbero una fuga.
Nei giorni precedenti Scajola aveva detto: non posso parlare di questa questione perché è coperta dal segreto istruttorio e io sono rispettoso del lavoro della Magistratura, quindi non parlo, che è uno strano modo di comportarsi da parte di un Ministro, c’è un Ministro accusato di avere rubato e lui non è che risponde: non è vero, sono innocente, sono onesto, mi precipito, vi spiego tutto, no, dice, mi accusano di essere un ladro, è un segreto, non posso parlare!
E’ veramente pazzesco come questi signori concepiscano il loro rapporto fiduciario con gli elettori e con il popolo italiano, visto che lui non deve rispondere soltanto ai suoi elettori, ma in quanto Ministro deve rispondere all’intero popolo italiano, ma anche dal modo con cui questi si difendono c’è da trarre sempre degli insegnamenti, c’è un bel libro appena pubblicato da Marco Belpoliti che si intitola “Senza vergogna” che è un po’ la fotografia dei nostri tempi, i senza vergogna.
A questo punto il senza vergogna dice non ha alcun problema a raccontare la verità e è molto semplice, sono assolutamente certo che nessuno può avere detto questo – che lui si sia fatto dare 80 assegni per 900 mila Euro – anzi lui sostiene che la casa non costava, ma costava 600 mila euro, quindi bastano i soldi che lui ha versato facendo il mutuo, gli altri 900 mila degli assegni di Anemone sono un’invenzione, sono una palla, dice: sono assolutamente certo che nessuno può avere detto questo perché non è vero!
Gli risponde l’intervistatore: lo sostengono l’Arch. Zampolini che era un po’ il factotum del costruttore Anemone e le sorelle Papa che sono due sorelle che erano proprietarie dell’immobile che hanno venduto a Scajola.
Le dico fin da ora che sono pronto a un faccia a faccia con chiunque insiste con questa tesi e sono certo che verrebbe confermata la verità che sto dicendo, alla stesura del rogito ho pagato la somma pattuita, pari a 610 mila Euro con un mutuo acceso con il Banco di Napoli, quindi immaginate un appartamento di 180 metri quadrati con vista sul Colosseo al primo piano nel 2004 costava 600 mila Euro, pensate la fortuna di questo Ministro, è riuscito a pagare poco più di 3 mila Euro al metro quadrato una casa in una delle zone più prestigiose non solo della capitale d’Italia, ma dell’intero universo, la vista sul Colosseo, su uno dei monumenti più famosi al mondo, se non il più famoso al mondo, 610 mila Euro, pensate la botta di culo!
Poco più avanti è vero che le due signore Papa le hanno venduto un immobile vista Colosseo nel 2004? Risposta: l’appartamento è di fronte al Colosseo, zona Colle Oppio, si tratta di un ammezzato, a questo punto allibisce anche l’intervistatore e dice: un ammezzato? E lui: sì una bella casa ma non più di un mezzanino in uno stabile degli anni 60 in condizioni non ottimali e senza alcuna terrazza, un mezzanino di 180 metri quadrati, quando apri la finestra c’è il Colosseo, un mezzanino! Ripostiglio, questo è un Ministro della Repubblica.
A questo punto la domanda è d’obbligo, com’è che è stato così fortunato che ha portato via questa roba? Sapete che la nostra classe politica ha sempre la fortuna di portare a casa degli appartamenti a prezzi stracciati, ma di solito ciò avveniva con enti pubblici oppure enti previdenziali di sindacati, di cose etc., sapete tutto lo scandalo di affittopoli, ma quelli sono favori ovviamente che vengono fatti da associazioni che hanno rapporti con la politica, quindi sono scambi di favori, qui invece è un acquisto di un appartamento da 2 private cittadine, possibile che queste due sorelle fossero così squinternate da non rendersi conto di avere in mano una fortuna e di averla regalata così, al primo Scajola che passa? Questo è il problema, quindi gli fa la domanda Porro sul fatto che il prezzo sembra un tantinello bassino e lui risponde: mi sono documentato in questi giorni, basta fare una rapidissima indagine sui prezzi degli immobili a Roma in quel periodo, nel 2004, e si vedrà come il prezzo da me pagato sia in linea con quello di mercato per un immobile di quel tipo in quella zona.
Diego Anemone, il benefattore - Chi non ha comprato un appartamento vista Colosseo per 600 mila Euro nel 2004? Proprio li davano via così, te li tiravano dietro i mezzanini da 180 metri quadrati con vista sul Colosseo, anche a meno li portavi via, lui forse è stato tartassato dalle sorelle Papa, questa è la sua versione dei fatti, questa è un’intervista intitolata “Vi spiego tutto” quando uno ha finito di ridere, va a leggere gli atti giudiziari, perché gli atti giudiziari? Perché ci sono già degli atti giudiziari, naturalmente appena un politico viene coinvolto in una vicenda come questa, tira fuori subito col pilota automatico alcune formule magiche, alcuni Mantra, alcuni luoghi comuni, alcune frasi fatte che servono sempre a depistare l’attenzione generale, tipo quella: è una vergogna che queste notizie coperte dal segreto, finiscano sui giornali, non c’è nessuna notizia coperta dal segreto, perché non c’è nessuna notizia coperta dal segreto? Perché queste notizie vengono fuori dalla richiesta d’arresto, poi respinta dal G.I.P. di Perugia in quanto quest’ultimo è convinto che questa inchiesta non sia di competenza della Procura di Perugia dove l’aveva mandata la Procura di Firenze perché è coinvolto Achille Toro, l’ex Procuratore di Roma e quindi a Roma i magistrati e colleghi di Toro che fino a un mese fa sono stati suoi vicini di stanza e suoi diretti dipendenti, non possono indagare su quello che fino a pochi mesi fa era il loro ex capo e questa è la legge per cui se c’è un Magistrato di Roma coinvolto, le indagini vanno a Perugia, invece c’è il G.I.P., adesso vedremo se il riesame riconfermerà o meno che sostiene che invece almeno una parte, questa parte di questa inchiesta, non è competenza di Perugia e quindi deve andare a Roma, quindi ha respinto le richieste di custodia nei confronti di alcune persone che sono state gli intermediari di questa vicenda tra Anemone e Scajola. Quindi ecco per quale motivo la richiesta di arresto di questi signori da parte della Procura e poi il provvedimento di diniego da parte del G.I.P., sono diventati pubblici, non c’è nessun segreto istruttorio su questi atti, sono documenti non segreti, in quanto sono noti agli avvocati e agli interessati, ok? Quindi i giornali li hanno lecitamente raccontati.
Infatti nella legge sulle intercettazioni vogliono vietare di pubblicare sui giornali o di raccontare o di riassumere o di parafrasare anche i documenti che non siano più coperti dal segreto, tanto per essere chiari di questa storia con la nuova legge Alfano sulle intercettazioni, noi non potremmo neanche raccontare per 30 secondi, non potremmo neanche dire che ci sono 80 assegni da Anemone serviti per comprare la casa di Scajola, non potremmo neanche sentire Scajola, non potremmo dire niente, è vietato citarli testualmente, riassumerli o fare riferimento al contenuto di atti di indagine anche se non coperti dal segreto che è questo caso, quindi quando sentire dire a Scajola che c’è il segreto istruttorio, balle, quando Alfano dice: non c’è nessuna fuga di notizie, sono atti pubblicabili e raccontabili finora, finché non passa questa legge porcheria!
Quindi da questi atti pubblicabili risulta che Anemone, che è quella specie di grande elemosiniere, quello che si occupava delle riparazioni dei cessi dei rubinetti che perdevano, di tutti i dirigenti della protezione civile che avrebbero dovuto controllarlo e che naturalmente non lo controllavano perché lui era a loro disposizione, forniva loro Mercedes nuove di zecca, autisti per guidare le loro Mercedes, automobili alle loro mogli, faceva lavori di riparazione – ristrutturazione nelle loro case, prestava loro personale di servizio extracomunitario, prestava loro l’idraulico nel caso saltasse qualche sanitario nel bagno, era a regolare disposizione di questi signori che erano i famosi “bertoladri”, quelli che sono il capo in realtà protezione civile Bertolaso, avevano il compito di controllare l’assegnazione di questi appalti molto rapida, molto segreta oltretutto e di volere poi che le cose andassero bene, erano quelli che infatti consentivano a questi pochi furbetti, impresari della cricca, di far lievitare i costi, oppure di accaparrarsi laute commesse in zone di terremoto di cui l’esultanza telefonica di quell’imprenditore che si fregava le mani perché a L’Aquila c’era da ingrassare sui morti.
Anche quella telefonata mi pare superfluo ricordarlo per inciso, noi non l’avremmo mai potuta né riportare, né raccontare con parole nostre, nessuno saprebbe di questi sciacalli che la notte del terremoto esultavano per le scosse che stavano uccidendo decine e decine di persone.
Cosa risulta? Anemone è naturalmente il proprietario in società con il figlio di Balducci, il già provveditore nazionale delle opere pubbliche etc., del Salaria Sport Village, quel centro sportivo massaggi etc., sulle rive del Tevere, in parte allargato abusivamente grazie alle connivenze di questi signori, con la scusa dei mondiali di nuoto, infatti in questa storia è coinvolto anche il Claudio Rinaldi commissario ai mondiali di nuoto, dove Bertolaso andava a farsi i massaggi per curare questa cervicale, aveva una cervicale molto bassa Bertolaso, infatti dopo i massaggi c’era anche un addetto al rastrellamento dei profilattici, ma queste sono cose di contorno, l’importante è che sulle centinaia di posti dove uno può farsi i massaggi a Roma, guarda caso Bertolaso andava a farseli in un centro controllato da quello che vinceva gli appalti nella protezione civile da lui guidata e diretta e naturalmente quando arrivava Bertolaso si chiudeva il centro soltanto per lui e poi quando anche la figlia aveva bisogno di massaggi, mandava anche la figlia, faceva telefonare dalla segretaria d’ufficio, tutta una commistione tra pubblico e privato, quel sistema gelatinoso che nel diritto internazionale si chiama “traffico di influenze”.
Questo è Anemone, quest’ultimo è accusato, ricostruendo i percorsi dei denari, i magistrati di Perugia che hanno ereditato l’inchiesta da Firenze, hanno scoperto che anemone tra il 2004 e il 2006 ha usato enormi somme di denaro per comprare degli appartamenti, uno di questi appartamenti è stato poi intestato a Scajola e è quello con vista sul Colosseo, l'altro è un appartamento che sarebbe stato intestato a un Generale della Guardia di Finanza Francesco Pittorru che lavora all’Aisi, il servizio segreto civile, l’ex Sisde perché un ufficiale dalla Guardia di Finanza doveva ricevere soldi o appartamenti da Anemone? Perché Anemone gli chiedeva di aggiornarlo sullo sviluppo delle inchieste sul suo conto, quindi funzionava come servizio segreto di Anemone, non dello Stato, era incaricato, adesso poi vedremo se lo ha fatto davvero o se era soltanto quello che si attendeva da lui l’Anemone, ma quello che ci si aspettava da lui è che spiasse la Guardia di Finanza e riferisse i risultati delle indagini a Anemone, è una specie di privatizzazione dei servizi segreti, non è l’unico caso, non è il primo e non sarà neanche l’ultimo, visti i servizi segreti che ci ritroviamo qua.
Individuati i conti esteri sui quali sono transitati questi soldi per comprare questi due appartamenti, i magistrati chiedono l’arresto di alcune persone e poi interrogano i protagonisti del caso, il primo è Angelo Zampolini che è un architetto, una specie di sbriga faccende, braccio destro operativo di Anemone per queste operazioni immobiliari per conto terzi, Zampolini viene interrogato e dice che sul suo conto, come ha già ricostruito la Guardia di Finanza, quindi ammette ciò che non può negare, sono passati i soldi di Anemone, ma lui non sa perché furono comprati quegli immobili che sono stati poi intestati a Scajola e a Pitorro, quindi lui non sa cosa aveva dato Scajola e cosa aveva dato Pitorro in cambio dei rispettivi appartamenti a Anemone, si sa che hanno preso questi soldi e queste case, non si sa in cambio di cosa, sapete che per la corruzione bisogna dimostrare il favore illecito commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio.
Un giro di soldi milionario per Scajola - Quello che si sa è che il 6 luglio 2004 l’operazione si consuma, questo Zampolini riceve da Anemone 900 mila Euro in contanti e li versa, questi contanti, su un conto della Deutsche Bank di Roma, l’agenzia 582, immediatamente dopo la banca gli emette 80 assegni circolari dell’importo complessivo di 900 mila Euro che vengono ovviamente indirizzati all’ordine delle sorelle Papa, Barbara e Beatrice Papa per l’acquisto nell’interesse di Scajola dell’immobile con vista sul Colosseo. I Pubblici Ministeri naturalmente dicono che questa operazione di trasferimento e di trasformazione dei contanti in assegni circolari serviva per ostacolare l’identificazione della provenienza di questi fondi e soprattutto per nascondere il fatto che questi soldi arrivavano ovviamente da un reato, nel senso che non è che uno ha 900 mila Euro lì in contanti, è ovvio che questa roba sono fondi neri e che quindi derivano ovviamente da un’appropriazione indebita da parte di un imprenditore dalle casse della sua società, da un relativo falso in bilancio, ammesso che ancora si riesca a punirlo e a configurarlo e da un’evasione fiscale, commessa da chi ha questi fondi neri e ovviamente da chi li riceve.
Quindi secondo la Guardia di Finanza la casa è costata 1,5 milioni di Euro e la somma che proveniva da Anemone che è stata intermediata dall’Architetto e poi versata per conto di Scajola alle Sorelle Papa è stata versata ovviamente in nero, questo sostengo i magistrati, in quel momento nel 2004 Scajola già si era dimesso da Ministero dell’Interno, era già diventato Ministro dell’attuazione del programma, ma fino al 2002 era stato Ministro dell’Interno e in quel periodo anche se Scajola dice che non glieli ha dati lui, sarà stato qualcun altro, ma il Ministro era indiscutibilmente lui, Anemone aveva ottenuto degli appalti da Quirinale.
Questa è la prima testimonianza, Zampolini conferma che le cose sono andate così, a questo punto prendo il mio punto di riferimento gli articoli di Fiorenza Sarzanini su Il Corriere della Sera, ci sono le altre testimonianze, sappiamo, l’abbiamo detto che… Zampolini quei soldi li aveva sparpagliati su 240 conti correnti, prima di ritirarli in contanti e trasformarli in assegni circolari, quindi pensate la complessità di questa operazione, quanto era delicata evidentemente, come dovevano camuffare bene, come dovevano sminuzzare questo capitale in modo da farne perdere le tracce, evidentemente dice l’accusa, sapendo a chi era destinato.
L’accusa per tutti quelli che hanno intermediato questi soldi è corruzione e riciclaggio, perché si presuppone e credo che questa sarà poi l’accusa che verrà elevata nei confronti di Scajola, la corruzione si presuppone che lo pagassero in cambio di qualcosa, bisogna vedere, i magistrati lo stanno cercando, in cambio di che cosa, sempre che trovino il contraccambio, il riciclaggio è più difficile perché? Perché il riciclaggio presuppone che ovviamente tu sappia che i soldi che ti arrivano sono frutto di un reato commesso precedentemente da chi te li dà o da chi te li sta intermediando, quindi anche quello richiede una specie di prova diabolica, certo se si dimostrasse il riciclaggio, allora quello che ha detto Berlusconi l’altro giorno non sarebbe poi così vero, Berlusconi cosa ha detto? Finirà in una bolla di sapone, perché? Perché lui lo sa benissimo che con la legge ex Cirielli la corruzione, non vi dico l’evasione fiscale che ormai è una burletta, si prescrive in 8 anni massimo, i fatti sono del 2004, siamo nel 2010, in fase di indagine bisognerebbe fare l’indagine, l’udienza preliminare, primo grado, appello e Cassazione in due anni, cosa assolutamente impossibile, altro che processo breve!
Quindi è evidente che con il reato di corruzione, evasione fiscale e quello che volete, non ce la si fa neanche credo con la ricettazione. Se invece, anzi sicuri neanche con la ricettazione, ci fosse un riciclaggio, beh allora con il riciclaggio la prescrizione è molto più lunga e qualche analogia con l’inchiesta milanese sul re delle bonifiche, il famoso Grossi che versava soldi sul conto di Montecarlo della moglie, la Signora Belli, Gariboldi, la moglie del vicecoordinatore nazionale di Forza Italia, erano tutti innocenti, piagnucolavano, dopodiché hanno patteggiato, la Signora ha patteggiato e ha restituito i soldi e non c’è stato bisogno di dimostrare in cambio di cosa la Signora Belli e il marito che aveva la firma sul conto ricevessero questi soldi da Grossi, quindi non era importante il do ut des, la corruzione, è bastato contestare il riciclaggio e quelli per paura di essere condannati a una pena molto pesante e forse anche di dover restare ancora un po’ in galera, hanno patteggiato la pena e restituito un bel po’ di quattrini.
Anche perché il sequestro del conto era automatico, qui certo che se si contestasse il riciclaggio a Scajola, se si scoprisse che si può configurare un riciclaggio, per Scajola sarebbe un bel problema perché gli sequestrerebbero la casa, questo prevede la legge in caso di riciclaggio!
Il processo potrebbe arrivare alla fine perché per il riciclaggio la prescrizione è molto più lunga, quindi questa è una fase molto importante delle indagini, perché bisogna configurare esattamente il reato, a naso è il classico caso di politico pagato da un imprenditore per tenerselo buono e per ricompensare i favori già ricevuti, oppure per propiziare i favori futuri, stiamo parlando del Ministro delle attività produttive, ovviamente, quindi stiamo parlando di un Ministro strategico per quanto riguarda gli interessi di un imprenditore del ramo edile, immaginate tutte le grandi opere che ci vengono continuamente annunciate, per non parlare delle centrali nucleari etc., delle nuove carceri che sempre bisognerebbe, dicono che costruiranno.
Dicevamo quindi il 6 luglio, il 6 luglio dopo avere fatto quell’opera di sparpagliamento dei 900 mila Euro, di monetizzazione di trasformazione in banca, alla Deutsche Bank con 80 assegni circolari, cosa succede? Succede che da parte di Zampolini naturalmente, Scajola riceve le sorelle Papa al Ministero, dice Zampolini, avevo prelevato gli assegni circolari presso era Deutsche Bank e li portai al Ministro, quindi questa bella scenetta secondo Zampolini avviene al Ministero, casa nostra, in un ufficio pubblico ministeriale, si comprano e si vendono case private, secondo questa versione con soldi privati, ma di un altro, arrivano le venditrici, al Ministero ovviamente c'è il Ministro, fu proprio Scajola a prendere gli assegni, dicono le due venditrici, le sorelle Papa e a consegnarceli, Scajola riceve questo pacco di 80 assegni da Zampolini e li gira alle Signore Papa.
Fu proprio Scajola a prendere i titoli e a consegnarceli, ma nell’atto non figura questo passaggio perché ci eravamo accordati per denunciare soltanto 600 mila Euro, quelli che Scajola infatti continua a dichiarare di avere pagato in seguito al mutuo con Banco di Napoli.
Il notaio presente, anche lui viene interrogato, il Notaio Napoleone dai Magistrati e conferma che le cose sono andate così, se non che poi i Magistrati scoprono anche un altro passaggio di contanti ammesso già dalle Sorelle Papa, al momento di stipulare il preliminare, Scajola, dicono le due signore, ci consegnò 200 mila Euro che ci dividemmo in parti uguali, non si sa da dove vengano questi soldi, perché sono in più rispetto agli assegni, ci sono 900 mila Euro di circolari, 610 mila Euro provenienti dal mutuo che ha fatto Scajola e poi ballano ancora 200 mila Euro cash che le Sorelle Papa dicono di avere ricevuto dalle mani di Scajola, il che significa che in questo caso la casa sarebbe costata non 600 mila Euro, non 1,5 milioni di Euro, ma 1.710.000 Euro, siamo a quasi il triplo rispetto alla cifra che Scajola continua a dichiarare.
Zampolini dice: Anemone mi incaricò di trovare un appartamento per Scajola, di questa vicenda era informato anche Angelo Balducci, il Provveditore alle opere pubbliche, inizialmente visionammo un immobile nella zona Gianicolo, poi Scajola ci disse che non gli piaceva, gli proposi quello del Colosseo, il famoso mezzanino e lui modesto com’è ha detto: ma sì, un mezzanino mi accontento, 180 metri quadrati una cosuccia!
Questa è la storia dell’appartamento, aggiungo che a un certo punto salta fuori e è notizia dell’altro ieri, un altro testimone, una specie di autista tutto fare di Balducci e di Anemone, ce l’avevano evidentemente in comproprietà, in condominio, d’altronde dice lo stesso autista, i due sembravano soci, figuratevi come faceva uno a controllare l’altro, quando erano praticamente pappa e ciccia, nella richiesta di arresto per l’Arch. Zampolini che il G.I.P. ha respinto dicendo che non è competente Perugia, ma è competente Roma, c’è anche allegato questo verbale, questo ragazzo interrogato già a Firenze a fine marzo, il tunisino Fati, in passato, scrivono i magistrati, è stato l’autista tutto fare, l’uomo di fiducia di Balducci e di Anemone e da loro ha ottenuto deleghe bancarie per operare sui conti correnti, lo mandavano anche in banca, nel 2004 aveva rotto con i due perché pare che si fosse fregato 200 mila Euro, poi è tornato, hanno rifatto la pace, nel 2006 è ricomparso.
Lui, il tunisino, dice di avere portato all’Arch. Zampolini una somma di 500 mila Euro in contanti che prima aveva cambiato in banconote di più grosso taglio, nello studio Zampolini nei pressi di Largo Argentina, quindi praticamente è l’anello mancante tra Zampolini e Anemone, Anemone stanzia questa gigantesca somma di 900 mila Euro per la casa di Scajola, parte di questa somma se la carica in macchina in contanti il tunisino, la porta allo studio di Zampolini, quest’ultimo prende tutto il malloppo, lo porta alla filiale della Deutsche Bank, lo cambia in assegni circolari e con questi ultimi va al Ministero a rifornire, è una specie di Bancomat personale di Scajola!
La cricca, Lunardi e Matteoli - Questo è il racconto, voi capite che stiamo parlando di un racconto che ormai è circostanziato e confermato da 5 diversi soggetti: l’autista tunisino, l’arch. Zampolini, le Sorelle Papa che sono due, Diego Anemone che ovviamente preso con il sorcio in bocca è costretto a dire quello che succede, poi naturalmente nessuno dirà, Zampolini naturalmente ha confermato che oltre al tunisino il resto dei contanti per arrivare da 500 mila a 900 mila, glielo avevano fatto avere altri autisti e la segretaria di Anemone e quelle operazioni naturalmente con tutti quei conti e tutti quegli assegni avevano destato anche l’attenzione dell’antiriciclaggio della Banca d’Italia che aveva fatto una segnalazione.
Questo tunisino fa anche il nome del Ministro Lunardi, perché fa il nome del Ministro Lunardi? Perché anche Lunardi è oggetto di accertamenti per i suoi rapporti molto stretti con questa cricca, Lunardi era il Ministro delle infrastrutture nel precedente Governo Berlusconi, quindi si occupava delle grandi opere e un altro Ministro che era in grande confidenza con questi signori della cricca è l’attuale Ministro delle infrastrutture e cioè il Ministro Altero Matteoli che era finiano, adesso è diventato berlusconiano, è già imputato per un caso di favoreggiamento a un viceprefetto dell’Elba per averlo avvertito delle indagini a suo carico, bene emerge in questa inchiesta che anche lui aveva ottimi rapporti con questi signori, non solo aveva ottimi rapporti, ma accettava e inoltrava segnalazioni, adesso qualcuno dirà: ah beh ma così fanno tutti, le raccomandazioni, qui non stiamo parlando di raccomandazioni per far lavorare un ragazzo o una persona che abbia bisogno, cosa che già non si dovrebbe fare, no, qui stiamo parlando di un’altra cosa, qui stiamo parlando del fatto che Matteoli nel 2009 su richiesta di Denis Verdini, coordinatore primus inter pares del Popolo della Libertà, aveva promosso a Provveditore delle opere pubbliche per l’Italia centrale, l’Arch. De Santis Fabio che attualmente è in galera, De Santis non aveva titoli per diventare il Provveditore delle opere pubbliche dell’Italia centrale, infatti i suoi colleghi alla sede del Ministero protestarono, ma la nomina era importante, perché? Come ha scritto Peter Gomez su Il Fatto Quotidiano, De Santis nel nuovo ruolo di Provveditore alle opere pubbliche, doveva decidere su un appalto da 260 milioni di Euro che interessava al famoso Fusi, l’amico, l’imprenditore, forse socio occulto proprio di Verdini.
E lo ha ammesso Matteoli di avere fatto quella nomina su segnalazione di Verdini, l’ha ammesso in un’intervista a Il Corriere della Sera, a Fiorenza Sarzanini ha detto: quando devo fare le nomine, le segnalazioni arrivano, non capisco cosa c’è di strano, certo non c’è niente di strano se arrivano le segnalazioni, c’è qualcosa di strano se le accetti, scavalcando le regole e nominando uno che non ha diritto a essere nominato per esempio!
Invece lui dice: non capisco cosa c’è di strano se uno dei coordinatori del mio partito mi indica una persona, se qualcuno si scandalizza è davvero singolare! No, non è affatto singolare, singolare è che tu dica una roba del genere e resti ancora al tuo posto senza essere dimissionato all’istante!
Quindi noi sappiamo che Lunardi, Dell'Utri, perché Dell'Utri c'entra sempre, Verdini, Matteoli erano tutti impegnati a far ottenere lavori a imprese in qualche modo collegate a questo giro, Lunardi si sarebbe fatto ristrutturare, lui dice di avere pagato, adesso i giudici vedranno, una casa dalle imprese di Anemone, poi avrebbe fatto da mediatore in una compravendita di terreni sui quali Anemone ha costruito l’ampliamento del circolo Salaria Sport Village, il famoso club dei massaggi alla cervicale bassa di Bertolaso, questa è la storia.
Concludo dicendo: non so se si arriverà a un processo e devo dire l’aspetto penale di questa vicenda è l’ultima cosa che mi interessa, chi se ne importa se e quando e a che titolo verrà indagato, certamente i fatti sono piuttosto chiari o c’è un gigantesco complesso ordito dalle sorelle Papa, da Zampolini, da Anemone, dal tunisino e dagli assegni che si sono fabbricati da soli, oppure c’è un Ministro bugiardo che sta coprendo, come ho detto nel migliore dei casi un’evasione e nel peggiore dei casi una corruzione, forse finirà tutto prescritto in quanto la corruzione si prescrive tra due anni, forse no se riusciranno a dimostrare il riciclaggio, ma ricordate che qualche settimana fa, prima delle elezioni regionali si fece un gran parlare di una legge anticorruzione? Che il governo doveva promuovere una legge anticorruzione? Hanno partorito naturalmente un abortino ridicolo? Potrebbero fare una cosa utile?
Potrebbero ratificare la convenzione del 1999, convenzione europea siglata a Strasburgo da tutti i paesi membri dell’Unione Europea e anche da qualcuno che sta fuori, ma che sta nell'Ocse e che poi i paesi membri avrebbero dovuto importare nel loro ordinamento, dopo averla firmata la dovevano ratificare e trasformare in legge nazionale, bene l’Italia è uno dei 4 che non l’ha fatto, l’ha ratificato perfino il Vaticano e perfino la Russia di Putin, ma noi no!
Perché noi no? Perché tutti questi comportamenti di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che prendono soldi da questo o da quel privato, sarebbero puniti gravemente come casi di traffico di influenza e che è una forma di corruzione, non è necessario che io dimostri che il Ministro in cambio di quegli assegni ha fatto qualcosa per favorire qualcuno o per sfavorire qualcun altro, ha abusato del suo ufficio e del suo potere, l’importante è dimostrare che ha preso dei soldi da un privato, perché un Ministro non deve prendere soldi da nessuno, se non il suo stipendio!
Basterebbe questo per tagliare la testa a tutti i tori e dire: noi non vogliamo essere governati da gente che si fa pagare la macchina, la casa, il rubinetto che perde, l’idraulico, l’autista, la servitù, la segreteria, le mignatte, i massaggi etc., etc. da privati, perché? Perché può essere che lo facciano così per si vogliono bene, ma a noi non conviene che il controllore e il controllato si scambino favori in denaro o in natura, se noi dal 1999 avessimo questa convenzione, questa gente non l’avremmo più tra i piedi, invece questa convenzione non è mai stata ratificata, perché? Perché a ratificarla sono quelli che fanno queste cose e quindi giustamente per spirito di conservazione non la ratificano, ragione di più per auspicare al più presto un cambio in blocco di classe dirigente, un cambio che sarà più vicino e più probabile quando tutti gli italiani si renderanno conto di quanto ci costa proprio in termini di denaro sprecato o rubato un sistema basato su questo traffico di influenze, su questa commistione - identificazione tra controllori e controllati.
Continuate a seguire queste e le altre storie di questi giorni su Il Fatto quotidiano e passate parola, buona settimana!

Marco Travaglio (Passaparola del 3 maggio 2010)


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