martedì 14 settembre 2010

LEGITTIMO SOSPETTO

Cara metà Italia, il vostro tirannello miserabile non è felice. La strada verso l’Eternità della Storia è lastricata di dubbi, interim e sospetti. Cosa mi serve avere cinquanta ville sparse in Italia se non posso permettermi nemmeno una vacanza, assediato dai nemici e dai traditori? Ad esempio, in quanto ministro degli Esteri, sono in grande difficoltà. Il mio amico Bush è diventato improvvisamente freddo con me, mi ha escluso dall’attacco all’Iraq, vota leggi forcaiole sul falso in bilancio e non mi ha nemmeno ringraziato per l’orologio d’oro da mezzo miliardo che gli ho regalato. Su consiglio di Letta, gli ho spedito un pacco-regalo sobrio ed elegante. Contiene una cravatta di platino, con fiamma ossidrica per fare il nodo. Poi un pezzetto del Cenacolo, un apostolo solo, tanto ce n’è altri undici. Infine un video con le prove che Cofferati sta costruendo l’atomica nella sede della Cgil. Le telecamere nascoste lo inquadrano mentre in una trattoria scambia un sacchetto di uranio con Bertinotti. Sono sicuro che non è cocaina perché sulla confezione non c’è la marca da bollo governativa che abbiamo introdotto di recente. Ho anche comunicato al mio adorato George che farò ambasciatore in Usa l’armaiolo bresciano Beretta, ma non ho ricevuto risposta né encomio. Ho il legittimo sospetto che questi scandali abbiano fatto diventare Bush comunista: in queste condizioni devo assolutamente mantenere l’interim degli esteri. Poi c’è la legge Salvacesari-Salvasilvi. L’opposizione ha ragione, forse abbiamo un po’ fretta di approvarla. Ma fuori dal cancello di Arcore c’è un Tir con la scritta Previti International Transport. E’ pieno di dossier, fatture e documenti contro di me, e ogni dieci minuti suona il clacson. Ho il legittimo sospetto che sia una cortese ma decisa forma di ricatto. Anche Dell’Utri è terrorizzato. Ha trovato una testa di cavallo nella macchina e il cavallo sul marciapiede con una multa nel culo. Mi ha detto che è l’avvertimento mafioso più terribile. Per finire, tutte le volte che Lunardi entra a Montecitorio, si vuota la tasche da manciate di terriccio. Il diavolo sa dove sta scavando. Ho il legittimo sospetto che dovrò fare altre leggi sul legittimo sospetto. Poi c’è l’annoso problema di Ciampi. Si è offeso perché nelle questure ho sostituito la sua foto con quella di Rivaldo. Inoltre gli ho tolto dall’ufficio il ficus, la segretaria e la scrivania (tanto, per quello che deve fare!). Ho il legittimo sospetto che dovrò accelerare i tempi del mio sacrificio. E come se non bastasse, presto torneranno i Savoia. Un esercito di paparazzi sta per innestare milioni di baionette di teleobiettivi. La famiglia reale occuperà il cinquanta per cento dei miei palinsesti, e ho il legittimo sospetto che potrebbero essere dei concorrenti pericolosi. Farò approvare una legge che in Italia è abolita la Monarchia sopra il metro e settanta. L’ordine pubblico mi inquieta. Dopo gli spacciatori di cocaina che fanno la spola davanti a Montecitorio, e il video con gli agenti che preparano la molotov per la Caserma Diaz, stanno circolando altri filmati compromettenti. In uno si vede Fini che sgrida La Russa perché sopra il costume da black block si è messo un foulard di Saint Laurent. Su Internet c’è addirittura un sito che spiega come suicidare gli esperti di Internet che scoprono i segreti su Internet. Ho il legittimo sospetto che qualcosa non vada nella polizia, forse è quel De Gennaro, o forse la Pidue mi nasconde qualcosa, ma ho il legittimo sospetto che contro questi filmati velenosi dovrò assumere l’interim del Comando Carabinieri e forse del Festival di Venezia. Poi c’è Superpartes Pera. Sta lavorando bene come presidente del Senato, ma ieri gli si è staccato l’auricolare con cui siamo collegati e si è messo a gridare: «Silvio cosa devo fare, Silvio attendo istruzioni» proprio in mezzo a palazzo Madama. Uno spettacolo indecoroso. E’ stanco e stressato, rifiuta l’Eukanuba e non gioca più con l’osso di gomma. Dovrò sobbarcarmi anche l’interim della presidenza del Senato. Ormai ne sono sicuro: Il Senato e la Camera rallentano le mie riforme. Ho il legittimo sospetto che tra gli onorevoli recentemente eletti ci siano parecchi comunisti. L’ho chiesto all’onorevole D’Alema, ma lui ha fatto una faccia strana ed è scappato. Ci vuole una riforma del parlamento, specialmente riguardo al ruolo dell’opposizione. Non è obbligatorio, ad esempio, che stia sempre dentro Montecitorio, potrebbe avere una sede separata. Ho il legittimo sospetto che ci voglia uno snellimento. Sto studiando con attenzione Toqueville, Messeguè e Dumini. Il Nord mi ha deluso, ha preso a votarmi contro. Ma quello che mi fa più arrabbiare è il Sud. Ora sbraitano che non vogliono più il ponte di Messina, ma acquedotti e ferrovie. E io cosa inauguro, un rubinetto? Ho il legittimo sospetto che stiano diventando tutti isolano-bolscevichi. Ho deciso di prendere l’interim della Regione Sicilia, e di trasferire lì le mie ville sarde. Lunardi ha detto che con seicento miliardi di euro e un tunnel sottomarino si può fare e che sarà un’opera grande e utile al Paese. (Paese è la sua ultima ditta, Perforazione Autostrade E Scavi Europei). Per finire, mi ha telefonato Licio Gelli. Ha detto che questa legge Salvasilvi-Salvacesari è ottima anche come Salvalici, e lui è pronto a usarla per tornare in Italia a darmi una mano. Ho sentito un coro di clacson e adesso, fuori dal cancello di Arcore, vicino al camion di Previti, ci sono tre nuovi Tir coperti da un telo nero. Ho il legittimo sospetto che Licio potrebbe essere un rivale molto temibile, e ho chiesto una riunione speciale della Pidue. Sono preoccupato, sospettoso e stressato. Ho il legittimo sospetto che, disprezzando metà degli italiani, vivendo di bugie e di ricatti e chiamando riforme i miei interessi personali, sto tirando troppo la corda. Ho paura che, se l’opposizione farà almeno metà del suo lavoro, il mio regime prima o poi farà una brutta, bruttissima fine. Perciò, tirando le somme, ho il legittimo sospetto che dovrei liberarmi di quel Berlusconi. Sicuramente non è comunista, ma è un incapace, un pataccaro, e sta rovinando ogni forma di convivenza civile nel paese. Ne parlerò con il mio staff personale, il solo di cui mi fido, e cioè il presidente del consiglio, il leader di Forza Italia, il ministro degli Esteri, il padrone della Fininvest, il proprietario del Milan e un imprenditore di Arcore che ha finanziato la mia campagna elettorale. E non dite che sono pazzo e che sto perdendo colpi. E se mi rompete ancora le palle, prendo un mitra, mi metto la bandana da Rambo e sgombero il parlamento a raffiche. E guai a voi se parlate di regime.

Stefano Benni (Il Manifesto - 1 agosto 2002)


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