martedì 14 dicembre 2010

Puttanparlamento

Testo:

Buongiorno a tutti, il nano bollito ha appena parlato al Senato, discorso miserello, promesse, autoelogi, autoimbrodature, “ abbiamo fatto cose straordinarie”: non si spiegherebbe, se fosse vero, per quale motivo un pezzo importante della sua maggioranza se ne è andato e da oggi, come ha annunciato ieri Fini, passa decisamente all’opposizione, quindi non è più un alleato critico dall’esterno, ma Futuro e Libertà è un oppositore.
La politica dilaga, il Paese si ribella - Più che quello che succede al Senato però sarebbe interessante vedere quello che succede in Italia, cioè nel mondo reale, nel mondo dei vivi e, da questo punto di vista, ci sono due bei segnali che indicano proprio come il berlusconismo sia finito come forza in grado di ottenere un consenso maggioritario nel Paese.
I segnali si sono verificati questa mattina fuori dal Parlamento e l’altro ieri fuori dalla villa di Arcore: in entrambi i luoghi simbolici dell’attuale potere delegazioni di agenti di Polizia e delle forze dell’ordine hanno manifestato contro il governo, fuori da Arcore ha manifestato la Polizia contro i tagli alla sicurezza da parte del governo che prometteva sicurezza e oggi il Ministro La Russa, il Ministro della Difesa, uno dei due Ministri cruciali per quanto riguarda le politiche di sicurezza, perché è quello che ha la responsabilità dei Carabinieri e delle forze armate, è stato fischiato dalle forze dell’ordine e dai rappresentanti delle forze dell’ordine sempre per i tagli che sono stati imposti alle forze dell’ordine. Quando le forze dell’ordine fischiano e contestano il governo - è un fatto piuttosto raro - significa, soprattutto se quel governo è il governo della cosiddetta destra, un campanello d’allarme o forse di più, significa proprio una catastrofe dal punto di vista mediatico e anche dell’efficacia delle politiche di questo governo. Non stiamo parlando di metalmeccanici politicizzati, non stiamo parlando di intellettuali, di attori di sinistra, non stiamo parlando del Popolo Viola, non stiamo parlando dei grillini, non stiamo parlando dei dipietristi, non stiamo parlando di pidini, non stiamo parlando di finiani, ma stiamo parlando di agenti delle forze dell’ordine contro questo governo. Credo che quello sia molto più importante per quanto riguarda il Paese reale di quello che avviene nel mondo a parte del Senato, dove invece per strane alchimie, per probabili corruzioni e per sicure compravendite il governo Berlusconi probabilmente domani ce la farà a ottenere, sia pure per uno o due voti di maggioranza, la fiducia. Questa almeno è la previsione che si fa, poi naturalmente speriamo - almeno io spero - di essere smentiti dai fatti. Sembra abbastanza incredibile che ce la faccia, quando il Cavaliere un mese fa era dato per morto anche dentro il regno dei morti, cioè il Parlamento. Che cosa è successo in questo mese? Beh, come al solito siamo lesti a dimenticarci le cose, ma un mese fa il capo dello Stato e il Presidente del Senato e quindi Napolitano e Schifani convinsero il Presidente della Camera Fini a aspettare per la presentazione della mozione di sfiducia, anzi per il voto sulla mozione di sfiducia dopo l’approvazione della Legge Finanziaria, dando così a Berlusconi un mese di tempo per comprarsi i parlamentari che gli mancavano. Non dimentichiamo che Berlusconi sta cercando di comprarseli da quest’estate, quando scoprì che l’espulsione dei finiani non significava perdere quattro gatti: significava perderne 44, tra Camera e Senato; 44 che poi sono diventati anche di più e conseguentemente non c’era più la maggioranza a Montecitorio. Berlusconi per settimane ha cercato di comprarseli, per settimane ha cercato di rendere ininfluente la posizione dei finiani: in realtà, invece quando si è andati a votare in Parlamento, alla Camera si è scoperto che il voto dei finiani era decisivo, perché? Perché Berlusconi non era riuscito a comprarsi tutti quelli che gli occorreva comprare. In quest’ultimo mese invece è riuscito a comprare anche quelli che gli occorrevano per rendere ininfluente l’apporto dei finiani alla sua maggioranza, o almeno per arrivare a uno in più. Ha sbagliato Fini, che per un misto di ingenuità e di responsabilità istituzionale ha accettato il pressante invito del capo dello Stato e dell’infiltrato che c’è nelle istituzioni per conto di Berlusconi, cioè Schifani, a rinviare. E’ stato un grande regalo, l’ennesimo grande regalo che il Presidente della Repubblica ha fatto a Berlusconi in un momento di difficoltà. “L’Italia sta attraversando un momento piuttosto difficile”, ha detto il capo dello Stato con grande presenza di spirito, l’altro giorno e quindi, se si fosse votata la mozione di sfiducia un mese fa, Berlusconi sarebbe spacciato, non sarebbe più al governo, avrebbe già dovuto dimettersi, probabilmente avremmo già qualcun altro al suo posto per un governo provvisorio tecnico che per pochi mesi gestisca l’ordinaria amministrazione e porti l’Italia alle elezioni anticipate. L’attesa di quel mese è stata fatale, perché sappiamo benissimo di che cosa è capace Berlusconi, che è una persona capace di tutto, pronta a tutto, capace di tutto anche in termini economici. Non solo, ma una settimana fa il capo dello Stato ha fatto un appello al Consiglio Superiore della Magistratura, che si apprestava a votare una pratica a tutela dei magistrati che Berlusconi aveva definito “ associazione per delinquere”, in particolare di uno, il Pubblico Ministero Fabio De Pasquale, che Berlusconi aveva definito “ il famigerato De Pasquale”, accusandolo addirittura di aver indotto al suicidio il povero Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni, tangentaro. Il capo dello Stato ha raccomandato ufficialmente prudenza e riserbo al Consiglio Superiore della Magistratura nel difendere i magistrati, perché ha detto che “ in una fase politica delicatissima bisogna evitare tensioni”: non l’ha detto a Berlusconi per intimargli di smetterla di insultare la magistratura, l’ha detto al Consiglio Superiore della Magistratura che, per suo dovere istituzionale, ha il compito di tutelare la magistratura dagli attacchi esterni. Quel messaggio, quello del momento delicatissimo in cui non bisogna creare tensioni fatto a suocera e a nuora perché suocera intenda, è stato recepito anche dalla Corte Costituzionale, che l’altro giorno ha incredibilmente deciso di rinviare l’udienza prevista da mesi per il 14 dicembre, cioè per domani sulla legge che consente a Berlusconi di non essere processato (il legittimo impedimento). Chi ha fissato la data del 14 dicembre prima? L’ha fissata la Corte per decidere sul legittimo impedimento, o l’ha fissata il vertice del Parlamento per decidere sulla fiducia? Naturalmente ha deciso la Corte prima: perché hanno deciso proprio di votare la fiducia lo stesso giorno in cui la Corte avrebbe dovuto riunirsi per decidere sul legittimo impedimento? Per fare spostare in avanti la decisione, naturalmente la Corte non è un organo politico, la Corte non deve minimamente interessarsi degli appuntamenti politici che avvengono durante le sue decisioni, o prima o dopo, perché? Perché non deve essere influenzata, deve essere impermeabile ai venti della politica sulla carta: in realtà il Presidente De Siervo, appena eletto con una maggioranza minuscola (otto a sette), sventando tra l’altro una specie di colpo di mano che tentava il centrodestra dentro la Corte Costituzionale, dove sette esponenti giudici costituzionali vicini al governo hanno tentato di eleggere Presidente un certo Quaranta, che è molto meno anziano di De Siervo, mentre invece il Presidente è sempre il più anziano della Corte, anziano come servizio e non come anagrafe, quel Quaranta che tra l’altro era relatore nella sentenza, secondo me scandalosa, che la Corte fece avallando il segreto di Stato sul sequestro di Abu Omar, mandando praticamente in fumo il processo ai dirigenti del Sismi che avevano partecipato o favorito quel sequestro sul nostro territorio nazionale da parte di agenti della Cia. Quaranta ha preso un voto in meno di De Siervo, De Siervo appena eletto ha immediatamente deciso di spostare l’udienza sul legittimo impedimento dal 14 dicembre all’11 o addirittura al 25 gennaio e l’ha spiegato in un’incredibile conferenza stampa, dicendo che il momento politico è surriscaldato e bisogna evitare che ogni decisione della Corte possa essere scambiata per la decisione di un organo politico: in realtà il rinvio è proprio una decisione politica, perché risente di un appuntamento politico che è stato fissato dopo che la Corte aveva fissato la sua data al 14 dicembre e quindi ha ceduto evidentemente, platealmente a una pressione politica del governo, dando a Berlusconi un altro mese di respiro con il suo bel legittimo impedimento per evitare che faccia il matto, perché poi questa è la ragione per cui hanno rinviato. Qualunque sia la decisione che prenderanno a gennaio purtroppo dobbiamo trarne la conseguenza che la Corte Costituzionale si è messa nel gioco politico, ha accettato le regole del gioco politico addirittura nella fissazione del suo calendario, speriamo non anche nella fissazione o nella decisione sul merito. Merito che tutti i giuristi danno per scontato, se la decisione sarà giuridica e non politica e cioè, siccome la legge è uguale per tutti, non ci possono essere il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri che non rispondono alla giustizia per i reati non connessi alle funzioni parlamentari, perché sapete che il legittimo impedimento li copre per i reati non connessi alle funzioni di governo: perché? Perché sono già coperti dall’istituto dell’autorizzazione a procedere per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni di governo.
Allontanata la Corte Costituzionale a fra un mese o a quando sarà, perché poi può essere pure che a gennaio il clima sia ancora surriscaldato, e allora che cosa farà la Corte? Continuerà a rinviare sine die, in attesa che il clima politico italiano si raffreddi, o ci farà finalmente sapere se questa porcata del legittimo impedimento è conforme o no alla Costituzione? Allontanata la decisione della Corte, regalato un mese di tempo a Berlusconi per comprarsi i parlamentari che gli mancavano per ottenere la maggioranza, silenzio assoluto del capo dello Stato sullo sconcio che sta scandalizzando il mondo dell’asta dei parlamentari, che si vendono un tanto al chilo e lo dicono addirittura, lo fanno alla luce del sole, dobbiamo parlare del perché questo avviene. Questo avviene perché Di Pietro sceglie male certi suoi candidati, tipo Razzi, Scilipoti e prima De Gregorio, prima ancora Carrara e poi Pisicchio e poi Porfidia, che hanno abbandonato il suo gruppo consiliare in questa e nella precedente legislatura?
Saldi di fine impero - Beh, non c’è partito che sia immune dalle fuoriuscite, il PD ne ha persi 18: è vero che è più grosso, ma ne ha persi parecchi, l’Udc ne ha persi parecchi, il PDL ha perso i finiani, forse il partito più monolitico è l’ultimo partito leninista che c’è in Italia, ossia la Lega Nord, ma perché la Lega Nord?Perché è l’unico partito che è in grado di garantire ai suoi eletti la ricandidatura e la rielezione sicura, in base a questa legge elettorale: perché? Perché nei sondaggi è l’unico partito, tra quelli rappresentati in Parlamento, che è dato più avanti rispetto ai voti che ha preso due anni fa e conseguentemente ha dei seggi non solo da garantire a quelli che già ce li hanno, ma ha dei seggi in più da promettere, per cui la Lega Nord ci sta larga con l’attuale rappresentanza parlamentare. Ecco perché questa volta rispetto a altre non c’è nessuno che va cercando un posto al sole: perché? Perché non c’è posto al sole più sicuro, più illuminato e più caldo di quello della Lega Nord. Per il resto gli altri partiti, che nei sondaggi sono tutti al di sotto o più o meno in pari.. l’Udc è più o meno in pari, Di Pietro è un po’ al di sopra rispetto alle elezioni del 2008, il PD è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, il PDL è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, ecco perché queste transumanze, questo formicaio, questo termitaio di gente che freneticamente cerca un approdo più sicuro, perché si sa che si va a votare tra poco e non si ha la garanzia di essere ricandidati, rinominati e rieletti. Il problema non è tanto.. sì, è anche la selezione dei candidati, ma è soprattutto che cosa c’è nella testa dei candidati con l’attuale legge elettorale: il candidato eletto in un collegio uninominale, dove di solito si fronteggiano il candidato del centrodestra e il candidato del centrosinistra e gli elettori di quel collegio possono votare o uno o l’altro, beh, quando viene eletto sa di averci messo del suo, sa di aver fatto una campagna elettorale, sa di averci messo la faccia, sa di aver schivato eventuali colpi bassi dell’avversario, sa di avere un consenso. Perché? Perché i voti li hanno dati proprio a lui, alla sua faccia, alla sua persona. La stessa cosa avviene quando si vota con il proporzionale e con le preferenze, che è un sistema molto esposto ai voti di scambio, alle infiltrazioni mafiose etc., quello delle preferenze, ma anche lì quando uno prende la preferenza, o perché l’hanno votato per simpatia, o perché l’hanno votato per competenza, o perché l’hanno votato perché li ha comprati, in ogni caso il parlamentare sa che i voti sono suoi e quindi sa che il partito deve dire grazie a lui e non soltanto e non tanto lui deve dire grazie al partito. Se invece il parlamentare è nominato dal segretario del suo partito, che l’ha sistemato nelle prime posizioni della lista in quella quota che sicuramente viene eletta, visto che il voto più o meno è prevedibile, allora lui sa di essere una nullità assoluta, sa di non aver fatto nulla per essere eletto, sa di dover ringraziare non migliaia o centinaia di migliaia di elettori, ma una sola persona, ossia il segretario del suo partito che l’ha messo in lista. Il che cosa significa? Beh, significa che in un sistema come questo lui non deve rispondere agli elettori: se il suo leader lo ricandida lui si può ripresentare con lo stesso partito, ma se quel partito è un po’ sotto nei sondaggi allora lui comincia a rischiare e, se viene lusingato da un altro partito, che magari invece sta andando meglio nei sondaggi, allora - tanto non deve mica rendere conto ai suoi elettori! - può anche spostarsi da destra a sinistra, dal comunismo al nazismo senza dover rendere conto a nessuno, perché? Perché c’è solo lui con la sua ansia di conservare la poltrona e nessuno potrà chiedergli conto, perché lui manco l’hanno visto in faccia gli elettori, manco ha fatto la campagna elettorale. Ecco il perché di questi spostamenti senza il minimo scrupolo di coscienza, un po’ perché c’è gente che la coscienza non ce l’ha, un po’ perché c’è gente che giustamente se ne infischia degli elettori: perché? Perché sta lì grazie a una persona e, se ne trova un’altra che gli garantisce il seggio, “Francia o Spagna pur che se magna”, questo è lo sconcio vero, l’aspetto politico istituzionale e morale vero di questa compravendita, cioè una legge elettorale che la favorisce e che spesso la rende addirittura inutile, se parliamo di compravendita di soldi, perché molto spesso non sono i soldi che vengono offerti, molto spesso sono i posti e come fai a processare uno che è stato nominato da un segretario di partito a parlamentare e che cambia bandiera, casacca - idee no, perché non ne ha mai avute né gliene hanno mai chieste, né ha mai avuto la possibilità di esporle a qualcuno - perché c’è un altro che gli garantisce lo stesso posto con maggiori probabilità di ottenerlo, rispetto a rimanere nel posto precedente? Questa è la cosa oscenamente antidemocratica di questa legge elettorale: che non puoi neanche prendertela con quelli che hanno tradito i loro elettori, perché non hanno elettori, a tradire un segretario di partito per un altro ci impieghi poco e non ti crea grandi crisi di coscienza, se devi dire qualcosa ai tuoi elettori magari ci pensi due volte. Il problema è che il tradimento è insito in questa legge elettorale e questi signori sono già comprati e già venduti nel momento in cui vengono portati in Parlamento dai segretari dei partiti: perché? Perché a loro non è stato chiesto come la pensano, non è stata chiesta loro neanche la coerenza, non è stato chiesto loro neanche di restare fedeli al partito e di non farsi comprare da altri, è stato chiesto loro semplicemente di essere fedeli al segretario che li ha portati lì, al leader che li ha portati lì, non per evitare che vadano in un altro partito, ma per evitare che nelle guerre per bande interne ai partiti il parlamentare si schieri con un altro rivale del segretario. E’ così che vengono scelti i parlamentari, per la fedeltà alla persona del loro segretario, non al partito, non agli elettori. Per cui se ne stanno andando da una parte all’altra perché nessuno ha mai verificato se credono nel progetto del partito: sono di solito i portaborse, gli amici e i parenti del segretario che in quel momento fa le liste del partito, il quale è molto sensibile a mantenere la maggioranza dentro il suo partito, non a mantenere un certo numero di parlamentari, possibilmente gli stessi che sono andati in Parlamento, per evitare che se ne vadano in un altro partito; quello che importa è che non si schierino con il suo rivale interno. Se invece si schierano con un altro partito chi se ne frega: l’importante è che gli equilibri interni ai partiti non cambino mai, questa è la logica, è per questo che i partiti hanno sempre le stesse classi dirigenti, è per questo che nessuno ha mai messo in discussione il politburo del PD , dove il massimo dell’alternanza è tra un dalemiano e un veltroniano, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di Casini e Cesa nell’Udc, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di altri partiti: lasciamo perdere i partiti come quello di Di Pietro, quello di Bossi e quello di Berlusconi, che senza il loro leader non esisterebbero e quindi è evidente che sono partiti quasi personali, ovviamente non possono immaginare di perdere il leader, che è anche il loro marchio di qualità. Ma questo è quello che sta succedendo: sono già venduti nel momento in cui entrano in Parlamento, il fatto che poi si rivendano una seconda o una terza volta è assolutamente consequenziale al fatto che sono entrati già comprati e già venduti, mediante un meccanismo che è quello che ho cercato di descrivere. Se a ciò aggiungete che in Parlamento regna sovrano il conflitto d’interessi avrete la spiegazione di quello che è successo in quest’ultimo mese. Il conflitto d’interessi in questi quindici anni ha consentito a Berlusconi di fare il bello e il cattivo tempo e di ottenere sempre molto di più di quello che avrebbe ottenuto sulla base del famoso consenso popolare. L’altro giorno su Il Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto ha scritto un ottimo pezzo per spiegare come Berlusconi sta utilizzando tutto il suo conflitto d’interessi per comprarsi la gente. Il modo di comprare un parlamentare non è soltanto quello di dargli una mazzetta o di promettergli una mazzetta dopo che avrà votato bene, come faceva Achille Lauro, che ai suoi elettori dava una scarpa prima delle elezioni e poi, se veniva eletto, dava la seconda scarpa, la scarpa destra e la scarpa sinistra, dopo che era stato eletto: no, qui c’è una cosa molto più raffinata, ossia Berlusconi, ogni volta che chiama qualcuno a parlare con lui, mette sul tavolo non la pistola, ma un impero da 6 miliardi di Euro - 6 miliardi di Euro! - e 6 miliardi di Euro vogliono dire un quarto della Finanziaria, vogliono dire mezzo punto di Pil, forse. Potrei sbagliare, ma credo che ci siamo vicini. Un impero da 6 miliardi di Euro è un patrimonio che dal 94 ad oggi in sedici anni si è decuplicato: stiamo parlando di 220 milioni di Euro di utili delle holding di famiglia l’anno scorso, di cui 120 se li è messi in tasca lui soltanto l’anno scorso di utili (120 milioni!). Senza contare che nelle holding che controllano il suo impero riposano - scrive Barbacetto - 623 milioni pronti in cassa per lui all’occorrenza. Che cosa volete che siano i 500. 000 Euro che, secondo Calearo, vengono offerti, sono stati offerti in questi giorni? Fino a venerdì, eh, figuratevi come è salito il prezzario nel weekend e nella giornata di oggi! Per Berlusconi, come disse lui un giorno, è fare così: li guadagna nello spazio in cui schiocca le dita 500. 000 Euro per comprarsi un parlamentare prêt à porter. Ma non c’è soltanto il vile danaro, che comunque è stato offerto: Razzi, ex Italia dei Valori, che pare voterà per Berlusconi, dice “ mi hanno proposto di pagare il mutuo e di cambiarmi la vita molto in meglio”, e te credo! Razzi è un ex operaio italiano emigrato in Svizzera, eletto nel collegio estero e sono mesi che gli fanno capire che gli pagano il mutuo; “se mi offrissero una bella somma potrei anche accettarla per fare opere sociali”, dice Giampiero Catone, che ha cambiato una serie di partiti da fare impressione e che attualmente è stato imbarcato da Futuro e Libertà, ma forse è già uscito, forse domani vota la fiducia e c’è chi dice che, dato che è il vero padrone della Discussione, che è il giornale che faceva capo all’Udc quando lui stava con Buttiglione.. fu anche arrestato Catone, poi dice di essere stato assolto da tutto: credo che abbia ancora qualche processo aperto, ma dobbiamo verificare, essendo il vero padrone della Discussione c’è chi ha scritto in questi giorni - lui ha smentito - che Publitalia potrebbe fargli avere dei lauti contratti pubblicitari.Poltrone e contratti: B. prova a salvarsi - Come si fa a stabilire se un contratto pubblicitario ha il valore giusto o è sopravvalutato? Quanto ti possono dare per una pagina di pubblicità o per una campagna pubblicitaria?Quanto vale una pubblicità sulla discussione? Non so se c’è qualcuno di voi, tra quelli che stanno vedendo Passaparola, che ha mai avuto tra le mani una copia della discussione: potete immaginare la diffusione che ha, il fatto stesso che ci sia qualcuno che fa pubblicità lì sopra è già curioso e quanto vale quella pubblicità? Non mi interessa se poi gliela fanno o non gliela fanno, lui dice che non è vero, che fa tutto per nobili scopi ideali e perché cambia un partito dopo l’altro, in quanto è continuamente tormentato da crisi di coscienza: può essere, il problema è che è possibile, quando ti siedi davanti a Berlusconi sai che, se hai un giornale o una radio, o una qualche attività, ti possono fare delle campagne pubblicitarie e portarti dei soldi senza il bisogno di dover giustificare una mazzetta, naturalmente, perché un contratto pubblicitario è regolarmente fatturato. Il problema è che magari la controprestazione vale zero. Ma c’è dell’altro: abbiamo Paolo Guzzanti, grande giornalista berlusconiano, turboberlusconiano fino a un anno fa, poi rompe furibondo con Berlusconi a causa della sua liason con Putin, adesso si scopre che però, siccome era vicedirettore del Giornale di Berlusconi, di Paolo Berlusconi, ha ancora un contratto da 7. 000 Euro al mese: io non penso che Paolo Guzzanti deciderà il suo voto al Senato in base all’interesse di conservare o meno questo contratto, anche perché poi i contratti non è che possano essere rescissi così, i contratti, se vengono firmati, devono seguire un iter giuridico, siamo in uno Stato di diritto per fortuna, ma soprattutto perché Guzzanti, essendo parlamentare e essendo un grande giornalista, avendo guadagnato bene per tutta la vita, non ha bisogno pure dei 7.000 Euro del Giornale, però intanto vedete come quando uno si siede lì davanti può essere già dipendente o potrebbe diventarlo subito dopo: consulente, collaboratore. Cosa ci impiega uno che ha un patrimonio come quello che abbiamo descritto e decine di giornali, televisioni, aziende, una banca, un’assicurazione etc. a farti un contrattino, una consulenza o una presentazione? Lo sai quando ti siedi lì, quando ti siedi davanti a Prodi non ti fa niente, non ti può dare niente, quando ti siedi davanti a Berlusconi ti può dare, ti può cambiare la vita, se tu cambi il voto lui fa così e ti cambia la vita. Pensate a quello che venne fuori nelle intercettazioni per l’inchiesta sulla precedente compravendita dei voti, quella dei Senatori dell’Unione che, nel 2006, nei desideri del Cavaliere dovevano rovesciare il governo Prodi con la spallata al Senato: all’epoca il centrosinistra era al Senato che aveva debole, aveva un solo voto o due voti al massimo, spesso erano necessari i senatori a vita, quando c’era qualche assenza. E allora Berlusconi cominciò la compravendita e come faceva? A uno mandò avanti un tizio a offrirgli dei soldi, a un altro, Bordon.. lo dico senza dire che Bordon è stato comprato, perché poi Bordon non è stato comprato, nel senso che non ha votato contro il governo, ma loro ci stavano tentando e come volevano fare? Volevano, speravano di accaparrarselo dando delle buone parti alla moglie di Bordon, che fa l’attrice e parlavano di questa cosa il membro dell’autorità per le comunicazioni (Agcom) Innocenzi, uomo fedelissimo di Berlusconi e vari produttori o personaggi impegnati nelle fiction RAI e Mediaset. A un certo punto, quando pensavano di averlo conquistato e poi lui invece votò a favore del governo Prodi, allora Innocenzi disse al produttore Guido De Angelis “ sai, lui (Bordon) ora va quattro sere su sei da Fede, Mimun lo chiama, l’ho mandato da Panorama, gli faccio fare l’intervista dal Giornale, insomma sono tutti a disposizione. Bisogna che gli facciamo capire che, se lui ha un percorso vicino al nostro, noi possiamo continuare con questo supporto: se invece lui fa un po’.. se strumentalizza e usa troppo questa cosa per sé allora niente più interviste, niente più comparsate in televisione” e voi capite che, quando uno si siede davanti a Berlusconi, non c’è bisogno che Berlusconi gli offra qualcosa, già sai che se vai con lui Fede comincerà a intervistarti, il TG5 comincerà a intervistarti, il TG1 comincerà a parlare bene di te, sarai ospite nei programmi Mediaset e anche RAI, che ormai è diventata la stessa cosa, salvo rare eccezioni, se invece dici di no sono affari tuoi, non ti fila nessuno, non ti chiama nessuno, nessuno ti conosce, non potrai soddisfare la tua vanità e soprattutto entri nel cono d’ombra, anziché nel cono di luce. Quindi pensate a che ventaglio di possibilità corruttive ha Berlusconi, quasi tutte legittime, quasi tutte lecite: quando si parla di corruzione non si parla sempre di mazzette, penalmente rilevanti, ma quando uno si siede davanti a Berlusconi sa anche che i suoi giornali e le sue televisioni, come li può usare per dare parti a tua moglie, ospitate a te, consulenze etc., può usarli anche per massacrarti, dipende da come ti comporti. Può usarli anche per bastonarti: vedi quello che si è scoperto sulle minacce alla Marcegaglia, che aveva parlato male del governo Berlusconi da parte dei giornalisti del Giornale, vedi il caso Boffo, vedi tanti altri casi, tra cui Fini, Di Pietro, L’Ariosto, Veronica, tutto il pool di Milano, la Boccassini e il pool di Palermo massacrati di botte a reti unificate e a edicole quasi unificate. Quando uno si siede lì sa benissimo che cosa gli succede se dice di sì e che razza di vita infernale fa se dice di no, senza contare che in questi giorni, per fare capire ancora meglio che c’è il conflitto di interessi e che l’azienda di Berlusconi è disposta a dare a quelli che vanno con Berlusconi tutto quello che chiedono, cioè che il conflitto di interessi è consustanziale mai come in questo momento di difficoltà, è sceso a Roma il signor Confalonieri. Perché Confalonieri sta a Roma, incontra Casini, fa dichiarazioni politiche? Cosa c’entra Confalonieri? E’ una bella spia luminosa che gira e dice “ signori, guardate che qua c’è Mediaset, eh, sapete che cosa è Mediaset, fatevi due conti” e non c’è bisogno di mazzette in un sistema come questo, basta fare capire, basta ricordare, basta fare balenare, fare annusare i vantaggi che si otterrebbero in un modo e gli svantaggi che si subirebbero in un altro. Poi naturalmente ci sono anche i reati: se si scopre che qualcuno ha avuto denaro o altra utilità in cambio del suo voto non c’è tutela costituzionale che tenga, eh. Guardate che l’articolo 67 della Costituzione dice che il parlamentare è eletto senza vincolo di mandato: il che significa che può votare in Parlamento come gli pare, perché? Perché è libero rispetto ai suoi elettori, in quanto rappresentando tutto l’elettorato può decidere in coscienza che è meglio per l’elettorato votare contro il partito che l’ha fatto eleggere. Poi c’è l’articolo 68 della Costituzione, che dice che il parlamentare non può essere chiamato a rispondere in giudizio per le opinioni che dà in Parlamento e per i voti che esprime in Parlamento. Quindi nessun parlamentare può essere incriminato per aver votato la sfiducia a Berlusconi dopo essere stato eletto nel partito di Berlusconi, ma può essere chiamato a rispondere del fatto di aver ricevuto delle mazzette per votare in quel modo lì. E’ una totale follia l’idea che il parlamentare, visto che è insindacabile quando vota, sia insindacabile anche quando prende dei soldi o delle prebende in cambio del suo voto! Il voto deve essere libero dagli elettori, ma anche a maggior ragione dalle mazzette, ovviamente. Cosa succede domani - La Costituzione non tutela affatto la corruzione in cambio di un voto in Parlamento, tutela il voto, ma la corruzione la punisce, la corruzione continua a essere punita dal Codice Penale.Naturalmente bisogna dimostrarla, o si trovano le tracce della mazzetta, o chi l’ha presa o chi l’ha pagata la confessa, o c’è un’intercettazione non sul telefono del parlamentare, che non può essere intercettato e quindi da parte del corruttore, sempre che non sia parlamentare, perché se il corruttore e il corrotto sono entrambi parlamentari la corruzione non si può scoprire con le intercettazioni, perché nessuno dei due parlamentari può essere intercettato, c’è da sperare che il corruttore sia un esterno, uno intercettabile. Se invece uno viene ricompensato con un posto, con un posto a sua moglie, con un posto a suo figlio, con un posto alla sua amante o con un posto per lui.. perché ci sono anche quelli a cui non garantiscono la rielezione, perché non la possono garantire e allora gli garantiscono che, nella successiva legislatura, lavoreranno per il partito con uno stipendio pari a quello che prendono adesso come parlamentari, ce ne sono due del PDL che hanno votato contro Prodi e che adesso lavorano con un contratto di? consulenza? lavorano: prendono gli stessi soldi che prendevano prima, l’ha scritto qualche mese fa Repubblica e non l’ha smentito nessuno. Lì è difficile dimostrare il do ut des, perché? Perché basta dire “ ho votato secondo coscienza e poi loro, gentili, mi hanno fatto questo contratto” e salta la corruzione, perché la corruzione presuppone un accordo prima che tu faccia una cosa, anche se poi il contraccambio arriva dopo, per cui è molto difficile da dimostrare e questo è il vero problema, non è che non sia punibile. Naturalmente - e ho finito - Berlusconi ha fatto tutto questo- immaginate quanto gli è costato, perché ne ha dovuti comprare parecchi, eh, stiamo parlando almeno da una quindicina - perché deve restare a Palazzo Chigi e perché deve restare ossessivamente a Palazzo Chigi? L’ha spiegato Fini ieri nell’intervista a Lucia Annunziata, avendo il coraggio di dire quello che tutti sanno in Parlamento, che tutti sanno nei giorni, ma nessuno ha mai il coraggio di dire, ossia che Berlusconi deve restare a Palazzo Chigi per il legittimo impedimento, perché se il Premier è un altro e lui non fa quantomeno il Ministro non c’è legittimo impedimento, perché il legittimo impedimento è riservato al Premier o ai Ministri, quindi va nuovamente sotto processo, anche se la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimo il legittimo impedimento lui non ne avrebbe più diritto, perché non sarebbe più né Premier né Ministro, è per quello che vuole restare lì, non perché abbia paura delle speculazioni finanziarie o perché deve fare le grandi opere o il federalismo fiscale, sono tutte stronzate: vuole rimanere lì per salvarsi le chiappe dai processi e è incredibile che sabato alla manifestazione del PD non abbia avuto il coraggio di dirlo nessuno, per cui abbiamo dovuto aspettare Fini per sentircelo dire papale papale. Che cosa succede domani? Ci sono quattro varianti, tre su quattro dicono che Berlusconi ce la fa: potrebbe vincere addirittura 316 contro 308, se le tre partorienti, che purtroppo sono tutte e tre all’opposizione, cioè una del PD e due di Futuro e Libertà, mi pare di ricordare, fossero assenti. In quel caso, se le tre partorienti sono assenti e Guzzanti, un certo Merlo dell’Udc in transito e Moffa, il finiano malpancista votano anche loro con Berlusconi, Berlusconi vince 316 a 308. Se le partorienti riescono a andare a votare e votano no - e voteranno no, se ci vanno, ovviamente - e Moffa, il finiano, si convince a restare fedele a Fini e Merlo a restare fedele a Casini, allora Berlusconi vince ma di un solo voto, 314 a 313. Se invece Calearo, che oggi sembra orientato a votare la fiducia, si dovesse astenere allora ci sarebbe il pareggio, 313 a 313, ma Berlusconi vincerebbe lo stesso, perché con il pareggio la mozione di sfiducia verrebbe respinta e quindi lui, sebbene non abbia neanche un voto in più in Parlamento, scantonerebbe la mozione di sfiducia e resterebbe lì in piedi galleggiante. L’unica possibilità che Berlusconi vada sotto è che gli voti contro anche Paolo Guzzanti, che le partorienti riescano a andare a votare e a votare no, che Moffa, Merlo e Calearo gli votino contro o almeno che uno dei tre si astenga e gli altri due gli votino contro. Quindi diciamo che oggi i bookmaker dicono che Berlusconi ce la fa a arrivare fino a dopodomani, dopodiché è ovvio che, con un voto di maggioranza, la Lega Nord lo impallinerà immediatamente e lo costringerà immediatamente a andare alle elezioni e quindi paradossalmente, se Berlusconi ce la fa con un voto di maggioranza o poco più, le elezioni sono più vicine, perché lui potrà dire “ io ho un voto in più e quindi non c’è spazio per un nuovo governo” e allora vorrebbe dire che si va a votare con lui che gestisce la fase intermedia per le elezioni. Se invece non ce la fa, allora cominceranno manovre di ogni genere per fare governi tecnici che però comunque, anche se inglobassero tutti gli altri tranne Berlusconi e Bossi, avrebbero sempre uno o due voti di maggioranza e quindi non sarebbero in grado di stare in piedi o per stare in piedi dovrebbero non fare assolutamente nulla, per cui credo che comunque vada in questa legislatura questo governo abbia i giorni contati e si vada alle elezioni, a meno che naturalmente Fini impazzisca e torni indietro, ma non credo sia capace di tanto, oppure che Casini decida di portare il soccorso bianco al Cavaliere morente, ma di questo naturalmente è inutile parlare, perché per adesso siamo nel futurismo, nella fantascienza, nel futuribile e quindi ne parliamo la settimana prossima.Intanto, se credete, se state a Roma o nei dintorni, domani sera al Gran Teatro chiudo la tournée di Promemoria: dopo tre anni e mezzo e 160 repliche è l’ultima possibilità, se qualcuno non l’avesse ancora visto o lo volesse rivedere, di seguire il Promemoria che, guarda caso, anche lì abbiamo deciso molto prima che la Corte Costituzionale fissasse il 14 dicembre e molto prima che il Parlamento fissasse il voto di fiducia il 14 dicembre, siamo stati i primi a fissare la data del 14 dicembre per l’ultima serata di Promemoria al Gran Teatro a Roma. Passate parola, buona serata.

Marco Travaglio (Passaparola del 13 dicembre 2010)


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