lunedì 21 febbraio 2011

Così la canzone preferita può svelare il tuo carattere

Uu intero universo sorretto da sette elementi, una "magia" che ci accompagna da prima di nascere fino ai momenti conclusivi della nostra esistenza. E' la musica, arte immateriale per definizione, musa che porta sulle spalle secoli di storia umana e non solo: secondo alcuni antropologi, infatti, le sue origini precedono di gran lunga la comparsa della nostra specie. Eppure, ancora oggi il perché dei gusti e delle preferenze musicali rimane in buona parte un mistero.
La biomusicologia, da un lato, sta cercando di capire cosa le abbia conferito un ruolo così importante nelle nostre culture. Dall'altro, c'è la psicologia musicale, che negli ultimi anni si sta impegnando sempre di più per comprendere i segreti che ci spingono ad ascoltare una sonata di Corelli, piuttosto che un cd di Battisti o l'ultimo successo dei Black Eyed Peas. De gustibus non est disputandum, certo. Ma gli psicologi sono convinti che dietro vi sia qualcosa di estremamente complesso che vale la pena di capire. Ne sono certi, ad esempio, alcuni ricercatori della Cambridge University che in un recente articolo, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology 1, hanno definito quelle che - secondo loro - sono le "cinque dimensioni delle preferenze musicali". E c'è di più: per ognuno di questi attributi sarebbe possibile risalire alle caratteristiche sonore e ai tratti psicologici di chi ascolta. Tutto dipende da se preferiamo la musica "melodiosa", "senza pretese", "intensa", "sofisticata" o "contemporanea".

IL SONDAGGIO 2

Alla radice dei gusti. Attraverso studi degli anni passati è emerso come le preferenze musicali siano il riflesso di numerosi fattori: dalla genetica alle influenze culturali, dalle mode del momento alle esperienze personali. Di recente, tuttavia, si è fatta strada l'ipotesi che questa categoria di gusti possa essere considerata in gran parte come una manifestazione esplicita della psiche. Secondo questo approccio, le persone tendono a circondarsi di ambienti musicali che rafforzano e riflettono le loro attitudini, emozioni e personalità. Ad esempio, per Peter Rentfrow, autore dello studio e professore di Psicologia sociale e dello sviluppo alla Cambridge University, "dichiarare cantanti e canzoni preferite è come fare una precisa affermazione di ciò che siamo e di come vogliamo che gli altri ci vedano".

La musica in cinque categorie. Analizzando le preferenze musicali di oltre 2.000 individui e utilizzando una metodologia statistica priva di ipotesi a priori, il gruppo di ricerca guidato da Rentfrow ha raggruppato ben ventitré generi musicali in cinque fattori base. In questo modo, gli studiosi hanno creato un modello chiamato MUSIC, dalle iniziali delle principali caratteristiche di ogni dimensione sonora: "Mellow" (melodiosa), "Unpretetious" (senza pretese), "Sophisticated" (sofisticata), "Intense" (intensa) e "Contemporary" (contemporanea). Per ogni dimensione hanno poi chiesto ai volontari di indicare gli attributi dominanti (come ritmo, timbro e tipi di sonorità) e di collegare un tratto psicologico percepito come intimamente connesso.

1. Tutta questione di melodia. Secondo lo schema MUSIC, il primo fattore (non in termini di importanza, bensì da un punto di vista prettamente lessicale) è la melodia (dall'inglese "Mellow"). In questa famiglia sono racchiusi il pop, il rock leggero, la musica soul e l'R&B. Le canzoni che vi fanno parte sono descritte come lente, calme e prive di distorsioni. Psicologicamente gli autori dello studio legano a questi generi le persone romantiche, quelle che vedono la musica come un mezzo per rilassarsi o che portano con sé un velo di tristezza.

2. La musica senza secondi fini. La seconda dimensione è occupata dalla musica "senza pretese" (da Unpretentious). In base ai dati, fanno parte di questo gruppo tutta la musica country, il bluegrass e in parte il Rock-n-Roll. In quanto a emozioni, sempre secondo i ricercatori, questa categoria viene percepita come rilassante, non complicata e non aggressiva. Uno studio precedente condotto dell'Università di Edimburgo aveva indicato come questi generi musicali siano associati in maniera più marcata a una delle "big five" della personalità: la coscienziosità.

3. Per le orecchie più complesse. A rappresentare la S è la musica "sofisticata" ("Sophisticated"). I brani che ne fanno parte quasi mai prevedono un cantante, ma solo sonorità non elettriche e prive di percussioni. I generi che vi appartengono - va da sé - sono la musica classica e la sinfonica, così come il jazz old style e la musica celtica. Chi ascolta questa melodie è soprattutto alla ricerca di ispirazione e spiritualità, ma possiede anche buone abilità nei compiti sociali e soprattutto è dotato di un'elevata apertura mentale, un'altra delle big five.

4. In cerca di emozioni forti. In base all'analisi degli studiosi di Cambridge, le canzoni rock, punk, heavy metal e power pop fanno parte della categoria definita "Intense": ovvero la musica intensa, spesso distorta, elettrica e dai ritmi forti. Secondo gli autori, gli attributi psicologici di chi preferisce questo tipo di sonorità sono l'aggressività e un certo grado di ostilità nei confronti dell'ambiente circostante. Prevedibilmente, gli amanti della dimensione "intensa" non sono in cerca né di relax, né di romanticismo, ma piuttosto di quella carica energetica che consente di affrontare al meglio le sfide con se stessi e con gli altri.

5. Le sonorità nuove. La quinta dimensione musicale, chiamata "Contemporary", contiene al suo interno generi alquanto diversi: dal rap all'elettronica, dalla musica latinoamericana all'acid jazz. I tratti distintivi di questa famiglia sono le percussioni e le sonorità elettroniche, mentre le persone che la preferiscono, di solito, traggono dai ritmi veloci uno stato di felicità e possiedono una buona apertura mentale.

Malgrado la sua robustezza, tuttavia, è bene precisare che il modello MUSIC non pretende di incasellare tutti i generi musicali e le preferenze di ogni individuo. Come sottolineano gli autori, infatti, per ora si tratta solo di una "road map" della psicologia dei gusti musicali, uno strumento da tenere presente quando proviamo a immaginare cosa sta frullando nella testa di una persona semplicemente sbirciando la playlist del suo mp3.

Giulia Belardelli (La Repubblica - 18 febbraio 2011)

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