Un viaggio attraverso i decenni e i continenti, con l’unica bussola, preziosa, insostituibile, della macchina fotografica al collo, per rubare paesaggi, strade, volti e sguardi della gente del mondo.
E’ il viaggio di Melo Minnella, oltre mezzo secolo in giro a fotografare: il risultato è un grande, affascinante, emozionante atlante antropologico, racchiuso nelle 100 immagini esposte nell’ex Cavallerizza di Palazzo Sant’Elia (via Maqueda 81), in “I percorsi dell’immaginario”, la mostra antologica promossa dalla Provincia Regionale di Palermo e dalla Fondazione Buttitta, con il patrocinio dell’Amap, e curata da Monica Modica. L’esposizione verrà inaugurata domani, 21 ottobre, alle 18, dal presidente della Provincia, Giovanni Avanti, dall’assessore alla Cultura e ai Beni culturali, Pietro Vazzana, dal presidente onorario della fondazione, Antonino Buttitta, dal presidente della fondazione Ignazio Buttitta, dalla curatrice Monica Modica. Sarà presente Melo Minnella.
“Dopo la collettiva dei maestri dell’obiettivo riuniti ne “La camera dello sguardo”, a cura di Achille Bonito Oliva e l’antologica dedicata ai 50 anni di attività di Enzo Brai – dichiara il presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti – un altro grande maestro siciliano, Melo Minnella, espone i suoi lavori, in un viaggio lungo oltre mezzo secolo. Dal 1957 ad oggi la fotografia di Minnella ha raccontato gli uomini e i loro spazi, senza mai mettere da parte la compassione, l’empatia, nel senso più vero e profondo del termine, ovvero la capacità di “sentire con” il mondo oltre l’obiettivo, quel mondo che si finisce per racchiudere in uno scatto ma che non smette per questo di essere immenso e incomprensibile”.
“Melo Minnella – commenta l’assessore provinciale alla Cultura e ai Beni culturali, Pietro Vazzana – è un navigatore nella storia contemporanea, un ambasciatore della nostra Sicilia che ha contribuito con i suoi scatti a far conoscere in tutto il mondo con una forza visiva davvero unica . La mostra che la Provincia ospita a Palazzo S.Elia vuole essere un omaggio ad un artista generoso, rigoroso ma capace di saper leggere e interpretare con spirito libero e costruttivo i grandi cambiamenti che la società ha vissuto nell’ultimo mezzo secolo. Il suo obiettivo ha inquadrato il patrimonio artistico siciliano nelle sue varie espressioni, ma ha camminato anche sui sentieri della tradizione popolare, del folklore, di un’anima isolana dove le tradizioni si mescolano ai fenomeni antropologici”.
Quello di Minnella è un racconto rivolto all’uomo, il suo obiettivo cattura espressioni del volto e momenti di vita quotidiana, “ferma” squarci di realtà: “Sta in questo – spiega, infatti, Antonino Buttitta – la forza, magica e miracolosa, che Minnella non ignora e riesce a padroneggiare. Da qui il fascino dei frammenti di realtà, che egli, con raffinata maestria, riesce a comunicarci, facendo emergere quanto si occulta nell’insondabile profondità delle loro sfumature”.
Cento immagini scattate dagli anni ‘50 ad oggi: dai ‘diavoli’ di Prizzi ai bambini della Birmania, dal maiale in calesse, a Palermo, a quello legato ad una lambretta su una strada scalcinata in Cambogia, dall’India misterica alla Cina dei fenomeni, dal Messico al Marocco, dal Laos al Portogallo.
La prima immagine – del ’57 – un uomo con un grande crocifisso sottobraccio; le ultime scattate in Guatemala nel 2011, fra cui anche una delle foto raccolte nel reportage sulla Semana Santa nello Stato del Centroamerica, tra le montagne di Antigua.
Tanti i temi che emergono nelle foto di Minnella, dal suo sguardo disincantato e insieme divertito, nascosto dietro l’obiettivo: i bambini che giocano a ‘imitare’ l’automobile, mito intramontabile in ogni epoca e ad ogni latitudine; le cosiddette “emicranie” (così l’autore definisce il ciclo delle immagini che ritraggono uomini e donne che portano pesi sul capo); le feste religiose, in Occidente e in Oriente; i paesaggi, in particolare quelli più spogli, essenziali, quasi “grafici”.
Tutte le foto in mostra sono stampate nel formato 50×70; ma alcune sono esposte in grandi pannelli, delle dimensioni di 1 metro x 1,50. Si tratta delle 4 fotografie che compongono il pannello dedicato al maestro Stravinskij sul podio del teatro Biondo di Palermo, nel ’63; delle 4 foto del pannello che documenta il Venerdì Santo a Enna, con i bimbi che corrono incappucciati; del curioso paesaggio di Vicari – ripreso nella copertina del catalogo – una casa ombreggiata dal sole al tramonto, sulla strada del ritorno da Agrigento a Palermo; del bizzarro carrettino siciliano fotografato a Palermo, sul corso Alberto Amedeo, nel ’64, con un bambino che fa il cavallo, uno che lo incita a correre e l’altro che spinge.
Foto che sembrano ‘rubate’ per caso, ma che hanno dietro mestiere, sensibilità, passione, curiosità per il mondo e soprattutto l’ingrediento segreto, che lo stesso Minnela confessa: “Sapere aspettare”.
MELO MINNELLA è nato a Mussomeli nel 1937. A Palermo studia e si laurea in Economia e Commercio. Sono, questi, gli anni del lancio nel campo dell’editoria giornalistica e delle prime collaborazioni con i più importanti periodici del tempo, soprattutto con il settimanale culturale-politico “Il Mondo” di Pannunzio. Dagli anni Cinquanta si interessa all’arte popolare e all’antropologia, avvicinandosi anche agli artisti siciliani dell’Art Brut, tra i quali Sabo e Filippo Bentivegna. A quest’ultimo dedicherà un libro e diversi servizi giornalistici.
Fotografa con grande passione i siti archeologici, non solo siciliani, interessandosi in particolare di quelli preistorici. Comincia una minuziosa ricognizione fotografica delle feste religiose, patronali e della pasqua, e in genere del folklore siciliano. Prende pure in considerazione le cosiddette arti minori con pubblicazioni sulle argenterie, maioliche, madreperle e coralli, e altre manifestazioni dell’antico artigianato siciliano.
Dagli anni Sessanta comincia il suo vagabondare verso mete esotiche, soprattutto verso l’Oriente; il suo grande amore è l’India. Questo luogo diventa il termine di paragone per tutte le altre destinazioni e un motivo in più per ritornarvi.
Ha fotografato molto anche le regioni italiane, soprattutto quelle meridionali.
Gli ultimi suoi interessi sono indirizzati alla Calabria e all’Abruzzo, e alle feste tradizionali di queste terre ancora poco esplorate.
Fra gli ultimi libri pubblicati: Cattedrali di Sicilia; Il Barocco in Sicilia; Bambini… l’altra faccia del mondo; Isole di Sicilia; Catania e i suoi paesi; Pittura popolare su vetro in Sicilia; Libro siciliano; Piazze di Sicilia.
La mostra resterà aperta fino al 20 novembre e potrà essere visitata gratuitamente dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica e festivi, dalle 9:30 alle 13.
http://www.dasud.com
E’ il viaggio di Melo Minnella, oltre mezzo secolo in giro a fotografare: il risultato è un grande, affascinante, emozionante atlante antropologico, racchiuso nelle 100 immagini esposte nell’ex Cavallerizza di Palazzo Sant’Elia (via Maqueda 81), in “I percorsi dell’immaginario”, la mostra antologica promossa dalla Provincia Regionale di Palermo e dalla Fondazione Buttitta, con il patrocinio dell’Amap, e curata da Monica Modica. L’esposizione verrà inaugurata domani, 21 ottobre, alle 18, dal presidente della Provincia, Giovanni Avanti, dall’assessore alla Cultura e ai Beni culturali, Pietro Vazzana, dal presidente onorario della fondazione, Antonino Buttitta, dal presidente della fondazione Ignazio Buttitta, dalla curatrice Monica Modica. Sarà presente Melo Minnella.
“Dopo la collettiva dei maestri dell’obiettivo riuniti ne “La camera dello sguardo”, a cura di Achille Bonito Oliva e l’antologica dedicata ai 50 anni di attività di Enzo Brai – dichiara il presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti – un altro grande maestro siciliano, Melo Minnella, espone i suoi lavori, in un viaggio lungo oltre mezzo secolo. Dal 1957 ad oggi la fotografia di Minnella ha raccontato gli uomini e i loro spazi, senza mai mettere da parte la compassione, l’empatia, nel senso più vero e profondo del termine, ovvero la capacità di “sentire con” il mondo oltre l’obiettivo, quel mondo che si finisce per racchiudere in uno scatto ma che non smette per questo di essere immenso e incomprensibile”.
“Melo Minnella – commenta l’assessore provinciale alla Cultura e ai Beni culturali, Pietro Vazzana – è un navigatore nella storia contemporanea, un ambasciatore della nostra Sicilia che ha contribuito con i suoi scatti a far conoscere in tutto il mondo con una forza visiva davvero unica . La mostra che la Provincia ospita a Palazzo S.Elia vuole essere un omaggio ad un artista generoso, rigoroso ma capace di saper leggere e interpretare con spirito libero e costruttivo i grandi cambiamenti che la società ha vissuto nell’ultimo mezzo secolo. Il suo obiettivo ha inquadrato il patrimonio artistico siciliano nelle sue varie espressioni, ma ha camminato anche sui sentieri della tradizione popolare, del folklore, di un’anima isolana dove le tradizioni si mescolano ai fenomeni antropologici”.
Quello di Minnella è un racconto rivolto all’uomo, il suo obiettivo cattura espressioni del volto e momenti di vita quotidiana, “ferma” squarci di realtà: “Sta in questo – spiega, infatti, Antonino Buttitta – la forza, magica e miracolosa, che Minnella non ignora e riesce a padroneggiare. Da qui il fascino dei frammenti di realtà, che egli, con raffinata maestria, riesce a comunicarci, facendo emergere quanto si occulta nell’insondabile profondità delle loro sfumature”.
Cento immagini scattate dagli anni ‘50 ad oggi: dai ‘diavoli’ di Prizzi ai bambini della Birmania, dal maiale in calesse, a Palermo, a quello legato ad una lambretta su una strada scalcinata in Cambogia, dall’India misterica alla Cina dei fenomeni, dal Messico al Marocco, dal Laos al Portogallo.
La prima immagine – del ’57 – un uomo con un grande crocifisso sottobraccio; le ultime scattate in Guatemala nel 2011, fra cui anche una delle foto raccolte nel reportage sulla Semana Santa nello Stato del Centroamerica, tra le montagne di Antigua.
Tanti i temi che emergono nelle foto di Minnella, dal suo sguardo disincantato e insieme divertito, nascosto dietro l’obiettivo: i bambini che giocano a ‘imitare’ l’automobile, mito intramontabile in ogni epoca e ad ogni latitudine; le cosiddette “emicranie” (così l’autore definisce il ciclo delle immagini che ritraggono uomini e donne che portano pesi sul capo); le feste religiose, in Occidente e in Oriente; i paesaggi, in particolare quelli più spogli, essenziali, quasi “grafici”.
Tutte le foto in mostra sono stampate nel formato 50×70; ma alcune sono esposte in grandi pannelli, delle dimensioni di 1 metro x 1,50. Si tratta delle 4 fotografie che compongono il pannello dedicato al maestro Stravinskij sul podio del teatro Biondo di Palermo, nel ’63; delle 4 foto del pannello che documenta il Venerdì Santo a Enna, con i bimbi che corrono incappucciati; del curioso paesaggio di Vicari – ripreso nella copertina del catalogo – una casa ombreggiata dal sole al tramonto, sulla strada del ritorno da Agrigento a Palermo; del bizzarro carrettino siciliano fotografato a Palermo, sul corso Alberto Amedeo, nel ’64, con un bambino che fa il cavallo, uno che lo incita a correre e l’altro che spinge.
Foto che sembrano ‘rubate’ per caso, ma che hanno dietro mestiere, sensibilità, passione, curiosità per il mondo e soprattutto l’ingrediento segreto, che lo stesso Minnela confessa: “Sapere aspettare”.
MELO MINNELLA è nato a Mussomeli nel 1937. A Palermo studia e si laurea in Economia e Commercio. Sono, questi, gli anni del lancio nel campo dell’editoria giornalistica e delle prime collaborazioni con i più importanti periodici del tempo, soprattutto con il settimanale culturale-politico “Il Mondo” di Pannunzio. Dagli anni Cinquanta si interessa all’arte popolare e all’antropologia, avvicinandosi anche agli artisti siciliani dell’Art Brut, tra i quali Sabo e Filippo Bentivegna. A quest’ultimo dedicherà un libro e diversi servizi giornalistici.
Fotografa con grande passione i siti archeologici, non solo siciliani, interessandosi in particolare di quelli preistorici. Comincia una minuziosa ricognizione fotografica delle feste religiose, patronali e della pasqua, e in genere del folklore siciliano. Prende pure in considerazione le cosiddette arti minori con pubblicazioni sulle argenterie, maioliche, madreperle e coralli, e altre manifestazioni dell’antico artigianato siciliano.
Dagli anni Sessanta comincia il suo vagabondare verso mete esotiche, soprattutto verso l’Oriente; il suo grande amore è l’India. Questo luogo diventa il termine di paragone per tutte le altre destinazioni e un motivo in più per ritornarvi.
Ha fotografato molto anche le regioni italiane, soprattutto quelle meridionali.
Gli ultimi suoi interessi sono indirizzati alla Calabria e all’Abruzzo, e alle feste tradizionali di queste terre ancora poco esplorate.
Fra gli ultimi libri pubblicati: Cattedrali di Sicilia; Il Barocco in Sicilia; Bambini… l’altra faccia del mondo; Isole di Sicilia; Catania e i suoi paesi; Pittura popolare su vetro in Sicilia; Libro siciliano; Piazze di Sicilia.
La mostra resterà aperta fino al 20 novembre e potrà essere visitata gratuitamente dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica e festivi, dalle 9:30 alle 13.
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Palazzo Sant'Elia Palermo - via Maqueda, 81 - 091 6628290 FAX 091 6628419
Melo Minnella dal 21/10/2011 al 20/11/2011 - mar-sab 9.30-13 e 16-19.30, dom e festivi 9.30-13
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