lunedì 21 novembre 2011

Fiat disdice gli accordi sindacali a partire dal primo gennaio 2012

Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e "ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto" in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. Lo si apprende da fonti sindacali.

La decisione rappresenta un passo necessario per introdurre in tutti gli stabilimenti il nuovo contratto sul modello di quelli siglati a Pomigliano 1 e Mirafiori. In una lettera inviata oggi ai sindacati, il Lingotto comunica ''a far data dal primo gennaio del 2012 il recesso da tutti i contratti applicati dal gruppo Fiat e da tutti gli altri contratti collettivi aziendali e territoriali vigenti''. L'obiettivo precisa l'azienda è quello di assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto alle precedenti normative. La disdetta, secondo l'azienda, è una conseguenza dell'entrata in vigore dell'accordo di primo livello che sarà operativo dal 1 gennaio 2012. Accordo che, a questo punto, verrà esteso a tutti gli stabilimenti.

Maurizio Landini, segretario della Fiom- Cgil, intervenendo ad un'assemblea regionale dei delegati dell'organizzazione a Torino, prima della comunicazione della Fiat, aveva annunciato che la Fiom è pronta a "mettere in campo qualsiasi azione 3" per contrastare l'estensione ai 184 stabilimenti del gruppo Fiat in Italia dell'accordo di Pomigliano siglato il 29 dicembre dello scorso anno 4. "Finché c'è lo Statuto dei Lavoratori la Fiat non può decidere quali sindacati stanno in fabbrica e quali no. Noi andremo avanti con le azioni legali e le denunce, ma dovremo anche mettere in campo un'azione sindacale non solo dentro la Fiat, ma per tutta la categoria", ha detto. "Andremo avanti comunque per difendere gli interessi dei lavoratori", ha aggiunto il responsabile del sindacato metalmeccanici della Cgil.

''Chiederemo subito un incontro all'azienda per verificare gli effetti del recesso e con l'obiettivo di continuare ad assicurare ai lavoratori gli stessi trattamenti economici, anzi possibilmente migliorandoli, senza mettere in discussione i diritti'', ha detto Rocco Palombella,segretario generale della Uilm. ''Noi abbiamo criticato l'uscita da Federmeccanica - osserva - e questa è una reazione della Fiat. È un fatto grave e ci preoccupa alla luce di una situazione economica molto delicata con l'aumento della cassa integrazione, non aiuta le parti a ritrovare un clima positivo''. Quanto all'intenzione della Fiom di andare avanti sulla strada delle azioni legali, Palombella afferma: ''Decisione legittima, ma noi vogliamo contrattare e tutelare con accordi i diritti dei lavoratori. Andremo avanti sulla strada negoziale''.

''La decisione della Fiat evidenzia la necessità di rompere i residui indugi e realizzare al più presto e comunque prima del 31 dicembre il contratto nazionale per i lavoratori dell'auto''. Così il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo ha commentato la disdetta degli accordi sindacali. ''Il rischio - aggiunge - è che in assenza di questo, la più grande azienda italiana proceda ad un regolamento unilaterale che sarebbe la vera fine delle relazioni sindacali nel Paese'', conclude.

Un "indegno colpo di mano" messo in atto dall'azienda è, per il segretario nazionale del Pdci-Federazione della sinistra, Oliviero Diliberto: "Fiat disdice gli accordi sindacali a partire dal 1 gennaio 2012? Sarebbe un indegno colpo di mano. Un paese civile non lo può permettere - ha detto - . La situazione rischia di toccare livelli mai raggiunti prima d'ora. Questi atti confermano che il modello Marchionne punta a creare terra bruciata attorno ai diritti dei lavoratori, che con questa decisione andranno a farsi benedire per sempre. Chiediamo al governo di farsi sentire, pena - conclude l'ex ministro - un ulteriore e grave scivolamento verso la barbarie: va bloccato questo ritorno al Medioevo".

La data del primo gennaio 2012 corrisponde anche a quella dell'uscita ufficiale del gruppo Fiat dalla Confindustria.

Le reazioni del mondo politico. ''Con la disdetta di tutti gli accordi sindacali la Fiat chiude il cerchio, annunciando di fatto l'abbandono del nostro Paese, individuando nei lavoratori il capro espiatorio. Sui dipendenti è stata scaricata l'incapacità di fabbricare automobili innovative, ad alto valore aggiunto e di venderle sul mercato''. È quanto si legge in una nota congiunta il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi.

Fiom indice sciopero in Sevel. "La disdetta degli accordi sindacali da parte della Fiat è la conferma della volontà dell'azienda di procedere alla 'pomiglianizzazione' gli stabilimenti auto, compreso quello della Sevel", ha annunciato il segretario provinciale della Fiom Chieti, Marco Di Rocco, che ha convocato lo sciopero di 8 ore nel turno di straordinario di sabato 26 novembre contro la "decisione della Fiat di disdire gli accordi sindacali a partire dal primo gennaio 2012". "Purtroppo si sta verificando quello che denunciavamo da tempo, all'uscita da Confindustria corrisponde la 'pomiglianizzazione' di tutti gli stabilimenti Fiat d'Italia - sottolinea Di Rocco - i primi di dicembre l'azienda convocherà una riunione a Roma per chiedere ai sindacati di sottoscrivere accordi come quello in vigore nello stabilimento di Pomigliano. Abbiamo avvisato gli operai e alla Sevel è già stato indetto lo sciopero di 8 ore per sabato 26 novembre. Faremo le nostre proposte a Fiat, ma quello che chiediamo con forza è che l'uscita dal contratto nazionale non peggiori le condizioni di vita degli operai".

La Repubblica (21 novembre 2011)


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