Questa denuncia di sprechi ingiustificati ed ingiustificabili non proviene dal Movimento 5 Stelle di Grillo, nè dall’Idv di Antonio Di Pietro, ma dall’Unione Italiana Province, che l’ha inviata, illustrandola in dettaglio, in una lettera aperta, pubblicata a pagamento dai giornali nazionali, tra gli altri il Corriere della Sera. Poiché l’Unione Italiana Province amministra soldi pubblici e’ presumibile che la scelta di inviare una lettera al Presidente del Consiglio attraverso una onerosa pagina del Corriere della Sera, sia stata pagata dall’erario e, quindi dai contribuenti italiani. Al netto di questo dettaglio, tuttavia, la lettera dell’Upi, firmata dal Presidente, Giuseppe Castiglione, e dai Presidenti delle province di Roma (Nicola Zingaretti), Firenze (Andrea Bardicci), Milano (Guido Pofesta’), Brindisi (Masimo ferrarese) e Torino (Antonio Saitta), rappresenta una svolta virtuosa perché per la prima volta invece che mettersi di traverso e basta, e alzare un muro contro ogni tentativo di ridurre i costi e gli apparati politici e le burocrazie parassitarie, costituisce una forma di concreta collaborazione fra organi dello Stato.
Che il mezzo scelto, la costosa lettera aperta, sia una inquietante testimonianza dell’esatto contrario, limita la virtù del gesto, ma non ne elimina gli effetto. Non si potrà ignorare la denuncia ed i suoi sorprendenti contenuti. L’Upi fa sapere a Palazzo Chigi, e mentre ch c’e’, a tutti gli italiani che leggono i giornali, che per quanto li riguarda, sono disposti a dare una mano, promettendo risparmi per cinque miliardi, oltre che suggerimenti per altri sette.
I 3127 consorzi ed enti strumentali, sostiene l’Upi, sono un elenco di “sigle improbabili, strutture create dal nulla, spesso per spartire poltrone e gestire potere, rappresentano le stanze segrete della politica, di cui i cittadini ignorano perfino l’esistenza anche se sono loro, con le tasse a finanziarle e tenerle in vita”. Una requisitoria impietosa e, tutto sommato, assai interessante per chi – il Ministro Giarda e il commissario Enrico Bondi – si occupa della revisione della spesa e chiede la collaborazioni di tutti attraverso segnalazioni mirate e concrete.
Al fine di essere “creduti” e non restare alla denuncia degli sprechi altrui, Castiglione, Zingaretti, ferrarese, Saitta, Podestà e Barducci mettono nero su bianco sulle loro volontà di risparmio, proponendo una autoriforma che farebbe abbassare di ben cinque miliardi di euro i costi delle amministrazioni provinciali attraverso la riduzione delle province, l’istituzione delle città metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato (Questure, Prefetture ecc). Su un punto, tuttavia, non intendono fare passi indietro: conservare le “garanzie ai cittadini di un potere democratico di controllo dell’operato degli amministratori pubblici”. Tradotto, significa che le consultazioni elettorali per eleggere i presidenti ed i consigli provinciali vanno mantenute, ad esse non si può rinunciare perché sarebbe un arretramento degli spazi di democrazia.
Ma e’ proprio dalle urne che il decreto “Salva Italia” parte per ridimensionare le province, prevedendo elezioni di secondo grado ed un “dimagrimenti” dei consiglieri e delle giunte provinciali. Avessero fatto un altro passo sul percorso virtuoso, Castiglione, Zingaretti e gli altri si sarebbero guadagnati la gratitudine degli italiani. Sono rimasti, invece, a metà del guado, salvando gli apparati politici che ruotano attorno alle campagne elettorali ed alle segreterie dei rappresentanti delle istituzioni. In soldoni un altro miliardo di euro.
Sicilia-Informazioni (29 giugno 2012)
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Caro Presidente Monti,
in questi momenti cruciali per il futuro dell’Italia e dell’Europa intera, Le riconfermiamo tutto il nostro sostegno. Come rappresentanti delle Province italiane, siamo al suo fianco nella durissima battaglia che ha intrapreso non solo per rimettere a posto i conti del Paese, ma per restituire credibilità all’Italia e alle sue Istituzioni.
Noi siamo con Lei perché siamo parte della classe dirigente italiana. E sappiamo di dovere innanzitutto noi dimostrare ai cittadini che la buona politica esiste, che la buona amministrazione è capace di riformarsi.
L’Unione delle Province d’Italia sta facendo la sua parte.
Abbiamo proposto un’autoriforma che garantirà allo Stato 5 miliardi di risparmi, attraverso la riduzione del numero delle Province, l’istituzione delle Città Metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato.
Una riforma complessiva e facilmente attuabile che assegna alle Province funzioni certe, garantendo ai cittadini il potere democratico di controllare l’operato degli amministratori pubblici.
Abbiamo inoltre proposto che questi risparmi finanzino un fondo per gli investimenti locali.
E’ il nostro contributo alla Spending Review: non solo un taglio, ma una migliore gestione di risorse per favorire lo sviluppo.
Sappiamo anche che la nostra riforma da sola non basta.
Occorre un’operazione più radicale per tagliare spese inutili e ridurre sprechi.
Ci permettiamo allora di farle un’altra proposta. Il Ministero del Tesoro ha compilato la lista delle società, consorzi ed enti strumentali di Regioni, Province e Comuni.
Sono, Presidente, 3.127: pagine e pagine di sigle improbabili, strutture create dal nulla spesso per spartire poltrone e gestire potere. Rappresentano le stanze segrete della politica, di cui i cittadini ignorano perfino l’esistenza. Anche se sono loro, con le loro tasse, a finanziarle e a tenerle in vita.
Questi organismi costano al Paese oltre 7 miliardi di euro l’anno, di cui 2 miliardi e mezzo impiegati per i soli consigli di amministrazione. E sono organismi che si occupano di servizi che dovrebbero essere svolti dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.
Noi vogliamo come Lei un Paese nuovo, in cui le istituzioni abbiano funzioni certe e responsabilità facilmente individuabili, sulle quali i cittadini possano esercitare un controllo democratico.
Autoriformandosi con coraggio, le Province stanno dimostrando di essere consapevoli delle necessità del momento.
Completi l’opera tagliando con nettezza questi veri rami secchi e improduttivi dell’amministrazione pubblica.
Verrà così certamente rafforzata e compresa meglio la sua battaglia di cambiamento.
In rappresentanza di tutte le Province Italiane
Giuseppe Castiglione, Presidente dell’Unione delle Province d’Italia
Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino
Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma
Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano
Massimo Ferrarese, Presidente della Provincia di Brindisi
Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze
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