lunedì 22 ottobre 2012

Senza tessere di Enzo Biagi; scritto sonnecchiando

Molti anni fa, quando le donne non dicevano parolacce in pubblico e salivano sulle Seicento coprendosi le gambe, un mio prozio di Brisighella si iscrisse al partito socialista. Aveva solo due vestiti, uno grigio e uno maròn, come si usava una volta, quando l'Italia preferiva i colori della serietà e della modestia alle arlecchinate; e non si ricordava mai nella tasca di quale vestito avesse messo la tessera. Un giorno la tessera finì in tintoria assieme al vestito grigio. Mio zio, che credeva di averla riposta in quello maròn, ci rimase male: la tessera era tutta sbiadita e rovinata. Non la volle mai più usare. Così erano fatti i socialisti di una volta. Da allora ho capito che è meglio non avere tessere in tasca.
A questo punto avrei finito tutti gli argomenti a disposizione, se non mi tornasse in mente, con emozione e gratitudine, un altro mio lontano parente, un anziano e probo maestro elementare di San Lazzaro di Savena, mazziniano e a tempo perso traduttore in bolognese della Divina Commedia. Prima di emigrare in Argentina mi lasciò un piccolo gruzzolo (poche centinaia di lire, con le quali acquistai la mia prima penna a biro bicolore, grigio e maròn) e un grande insegnamento. "Ricordati," disse "che chi fa da sé fa per tre."
È difficile farsi credere, in un'Italia che ormai non crede nemmeno ai preti e ai dottori: ma seguendo quei pochi consigli, e aggiungendoci una robusta dose di vieto buon senso, sono diventato un famoso giornalista. Mi bastano tre giorni in Francia, senza tessere e con un cameraman, e torno a casa avendo realizzato uno special televisivo a puntate; quattro documentari radiofonici; quattordici articoli per i maggiori quotidiani italiani; due libri-inchiesta; una Storia di Francia a fumetti, una a fascicoli, una fatta con le parole crociate, una da distribuire attraverso le figurine Mira Lanza; la voce "bouganville" per l'Enciclopedia Botanica; un reportage per il Club di Topolino; una Storia del Pernod da pubblicare a puntate sulla rivista dell'Automobil Club; una serie completa di cartoline "Saluti dalla Loira" corredate da motti e proverbi francesi; un album di figurine Panini intitolato "La Francia di Biagi" tutte raffiguranti il sottoscritto che saluta dalle piazze delle principali città transalpine; e infine una bottiglia di Anisette.
A parte la bottiglia di Anisette, che regalo alla mia vecchia levatrice di Ozzano nell'Emilia (fu lei a insegnarmi che nella vita bisogna avere rispetto per chi ti rispetta), tutto il resto è per i miei lettori, che sono il mio unico credo, la sola tessera che ho in tasca. E vi assicuro che non esiste tessera di partito in grado di farvi guadagnare la stima del pubblico e una sfraccata di milioni semplicemente passando un week-end a Parigi.

Michele Serra (44 Falsi - Arnoldo Mondadori Editore - 1987)

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