Non
credevo ai miei occhi quando ho letto che nella legge di stabilità c’è
una norma che in materia edilizia, sostituisce il silenzio-rifiuto col
silenzio assenso. Di che si tratta? Secondo la normativa vigente se un
imprenditore vuole costruire in deroga a "vincoli ambientali,
paesaggistici o culturali" deve ovviamente chiederne l’autorizzazione
alla Pubblica Amministrazione. Se questa non risponde equivale a un
rifiuto. Con la nuova normativa la non risposta entro 45 giorni è invece
un "liberi tutti". Già la normativa vigente si prestava a ogni sorta di
abusi e di corruttela. Un vincolo è vincolo e dovrebbe valere per
tutti. Invece non valeva per alcuni,
i soliti noti. È con le deroghe al Piano Regolatore che Ligresti, per
fare un esempio noto, ha realizzato il sacco edilizio di Milano. In
proposito ho un’esperienza personale. Nel 1989 fui chiamato a processo
per diffamazione dall’avvocato amministrativista Cutrera (che con
Ligresti e il costruttore Brenda formava la "banda di viale Helvetia"
come veniva familiarmente chiamata) per aver descritto sull’Europeo i
metodi usati dal "trio". C’era un terreno vincolato, su cui il
proprietario non poteva far niente nonostante promettesse, in cambio
dell’autorizzazione, di costruire, a spese sue, ogni genere di
infrastrutture. Ligresti trafficava con gli Uffici tecnici del Comune,
otteneva l’impegno allo svincolo dell’area, poi si presentava dal
proprietario: "Quanto vale il tuo terreno? Uno, dato che non ci puoi
far niente. Io te lo compro a tre. Il proprietario accettava, tutto
contento, ma in quel momento il suo terreno, segretamente svincolato,
non valeva tre ma dieci volte tanto. Fui assolto. Dirà il lettore. ma
adesso, col sistema del silenzio-assenso, almeno questi truffoni non
saranno più possibili. Al contrario: saranno facilitati. Basterà che
l’imprenditore disonesto induca, con argomenti convincenti, i tecnici
dell’Ufficio a essere neghittosi e, oplà, il gioco è fatto. E non ci
sarà nemmeno una delibera del Comune che consenta di risalire al
malaffare. Che colpa ne ha l’impiegato del Comune se, sommerso da
migliaia di pratiche, se n’è dimenticata qualcuna?
Le
nostre coste sono tutte una lunga striscia di cemento. E le città?
Milano. Io abito in una brutta casa anni ’50 ma, per una serie di
circostanze fortunate, avevo il privilegio di vedere l’arco delle Alpi.
Un tempo c’era la stazione delle Varesine, poi è stata spostata un paio
di chilometri più in là. Si è aperto uno spazio immenso. Per parecchi
anni è stato occupato da un grande Luna Park, perlomeno, o ci si
portavano i bambini. Poi il Luna Park, sconfitto, immagino, dalla
playstation se né andato ed è nato un bosco, un vero bosco. Miracolo a
Milano, un piccolo polmone verde quasi nel centro della città. Una
mattina mi alzo: in una sola notte il bosco era stato raso al suolo. In
poco più di un anno hanno innalzato lavorando giorno e notte, una serie
di ecomostri che hanno distrutto la fisionomia del quartiere, ancora
semipopolare, costringendo barini, macellai, formaggiai, drogherie e
ogni sorta di negozietti a sloggiare per il rincaro degli affitti.
Capisco
che la nuova legge ha lo scopo di incentivare l’imprenditoria edilizia
per aiutare l’economia. Ma l’economia non è tutto per una comunità.
Esiste anche la qualità della vita. Ma è proprio l’economia, anche
quando va bene, anzi soprattutto quando va bene, ad averla distrutta.
Massimo Fini (Il Gazzettino 19 ottobre 2012)
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