L'ultimo che può parlare sul fenomeno della commistione tra banca e politica e del fenomeno storico banche-politica, è il presidente del Consiglio Mario Monti, strapagato consulente di Goldman Sachs, una delle banche di affari maggiormente responsabile della crisi sistemica e massima esperta in prodotti derivati e nella creazione del denaro dal nulla.
Uno dei pochi soggetti titolati a parlare di derivati e di commistione banche -affari-autorità di controllo, quali principalmente Bankitalia e Consob sempre a braccetto coi vigilati, è l'Adusbef, che è bene ricordarlo oggi, nel momento in cui tutti fanno finta di aver preso le distanze dai 700.000 mld di derivati tossici che hanno infestato l'economia, creato un buco nero nei bilanci degli enti locali, costretto fior di aziende, ricattate dalle banche ed obbligate a sottoscriverli, come la Divania di Bari da parte di Unicredit al fallimento, con una mina da 218 miliardi di euro, subì un processo ed una sanzione da 100.000 euro dalla Consob per averne denunciato rischi e pericolosità.
Ed è proprio Unicredit, la banca che fu amministrata da Alessandro Profumo, cacciato a suo tempo dai soci e prontamente ricollocato al Monte dei Paschi di Siena, guida la classifica delle banche maggiormente esposte coi derivati per un valore di 118 miliardi di euro, seguita a distanza dal Monte dei Paschi, con una esposizione di 18,3 miliardi.
Invece di approntare difese d'ufficio interessate sulla Banca d'Italia, che non ha vigilato secondo le carte ed i documenti ispettivi, che già sono al vaglio delle Procure della Repubblica per lo scandalo dei derivati tossici del Monte dei Paschi di Siena, sia il Presidente Monti che altre altissime istituzioni, farebbero bene a leggere i documenti che provano l'omessa vigilanza di Consob e di Lamberto Cardia, occupato a garantire dorate consulenze al figlio (sui bilanci del MPS palesemente falsi) e di Bankitalia, i cui massimi responsabili sono Mario Draghi, Anna Maria Tarantola, Fabrizio Saccomanni.
Leggendo infatti gli atti ispettivi sul MPS del maggio-agosto 2010- pubblicati oggi anche da organi di stampa- la cui relazione della Vigilanza di Bankitalia allora diretta dalla signora Anna Maria Tarantola, è firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram, emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, sia sulla regolamentazione delle operazioni finanziarie, che sulla mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, con il Risk managment che non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate estere.
Erano proprio le controllate estere a fare le famose operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriveva: "Alcuni investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né riferiti dall'esecutivo all'organo amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra". Bankitalia sapeva di queste operazioni rischiose e di Cdo tossici, Consob sapeva perché erano iscritte a bilancio, tutti sapevano e non hanno mosso un dito per garantire piccoli azionisti e lavoratori dal crack MPS.
Adusbef, che dopo aver denunciato i derivati tossici alle Procure della Repubblica, subì la rappresaglia di un processo, una sanzione amministrativa poi cancellata in Appello, ed il discredito sui mass media ordita dalla Consob di Cardia, che invece di indagare sui derivati tossici, indagò sui denuncianti, è certa che la verità processuale penale sull'omessa vigilanza e le gravissime responsabilità di Consob e Bankitalia, saranno accertate e doverosamente sanzionate.
Uno dei pochi soggetti titolati a parlare di derivati e di commistione banche -affari-autorità di controllo, quali principalmente Bankitalia e Consob sempre a braccetto coi vigilati, è l'Adusbef, che è bene ricordarlo oggi, nel momento in cui tutti fanno finta di aver preso le distanze dai 700.000 mld di derivati tossici che hanno infestato l'economia, creato un buco nero nei bilanci degli enti locali, costretto fior di aziende, ricattate dalle banche ed obbligate a sottoscriverli, come la Divania di Bari da parte di Unicredit al fallimento, con una mina da 218 miliardi di euro, subì un processo ed una sanzione da 100.000 euro dalla Consob per averne denunciato rischi e pericolosità.
Ed è proprio Unicredit, la banca che fu amministrata da Alessandro Profumo, cacciato a suo tempo dai soci e prontamente ricollocato al Monte dei Paschi di Siena, guida la classifica delle banche maggiormente esposte coi derivati per un valore di 118 miliardi di euro, seguita a distanza dal Monte dei Paschi, con una esposizione di 18,3 miliardi.
Invece di approntare difese d'ufficio interessate sulla Banca d'Italia, che non ha vigilato secondo le carte ed i documenti ispettivi, che già sono al vaglio delle Procure della Repubblica per lo scandalo dei derivati tossici del Monte dei Paschi di Siena, sia il Presidente Monti che altre altissime istituzioni, farebbero bene a leggere i documenti che provano l'omessa vigilanza di Consob e di Lamberto Cardia, occupato a garantire dorate consulenze al figlio (sui bilanci del MPS palesemente falsi) e di Bankitalia, i cui massimi responsabili sono Mario Draghi, Anna Maria Tarantola, Fabrizio Saccomanni.
Leggendo infatti gli atti ispettivi sul MPS del maggio-agosto 2010- pubblicati oggi anche da organi di stampa- la cui relazione della Vigilanza di Bankitalia allora diretta dalla signora Anna Maria Tarantola, è firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram, emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, sia sulla regolamentazione delle operazioni finanziarie, che sulla mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, con il Risk managment che non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate estere.
Erano proprio le controllate estere a fare le famose operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriveva: "Alcuni investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né riferiti dall'esecutivo all'organo amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra". Bankitalia sapeva di queste operazioni rischiose e di Cdo tossici, Consob sapeva perché erano iscritte a bilancio, tutti sapevano e non hanno mosso un dito per garantire piccoli azionisti e lavoratori dal crack MPS.
Adusbef, che dopo aver denunciato i derivati tossici alle Procure della Repubblica, subì la rappresaglia di un processo, una sanzione amministrativa poi cancellata in Appello, ed il discredito sui mass media ordita dalla Consob di Cardia, che invece di indagare sui derivati tossici, indagò sui denuncianti, è certa che la verità processuale penale sull'omessa vigilanza e le gravissime responsabilità di Consob e Bankitalia, saranno accertate e doverosamente sanzionate.
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