I
grillini non fanno solo folclore. Giovedi' hanno presentato una mozione
che impegna il governo al ritiro immediato delle nostre truppe in
Afghanistan, dove spendiamo circa 800 milioni l'anno (ma probabilmente
sono molti di più perchè dubito che vengano registrati quelli che diamo
ai Talebani perchè non ci attacchino). Con un miliardo non si risana
un'economia, pero' qualche problemino potrebbe essere risolto, poniamo
quello degli esodati. Ma se una guerra è giusta non se ne puo' fare una
questione contabile, anche se, per la verità, l'art.11 di quella
Costituzione che le sinistre sbandierano ogni giorno ci vieta la
partecipazione a qualsiasi guerra che non sia difensiva. Ma, al di là di
questo, che pur non è poco, il fatto è che la guerra all'Afghanistan,
che dura da dodici anni, è la più infame delle guerre. Era cominciata
col pretesto della lotta al terrorismo, ma a dodici anni dall'11
settembre, in cui i Talebani non ebbero alcuna parte, questa motivazione
non regge più. Allora l'abbiamo trasformata nella proterva pretesa di
imporre a quella popolazione le nostre istituzioni, i nostri valori,
costumi, consumi. Ed è per questo che l'occupazione occidentale è stata
molto più devastante di quella sovietica che fece danni materiali enormi
ma, non avendo questa pretesa, non ha stravolto la vita afgana. Noi,
oltre a quelli materiali, abbiamo fatto enormi danni sul piano sociale,
economico e morale. La disoccupazione, che sotto i Talebani era all'8%,
oggi è al 40. Kabul aveva un milione di abitanti, adesso ne ha più di
cinque milioni. Nell'Afghanistan talebano si poteva viaggiare sicuri
anche di notte. Non c'era corruzione. Infine nel 2000 il Mullah Omar
aveva proibito la coltivazione del papavero e la produzione di oppio era
scesa quasi a zero. Oggi l'Afghanistan produce il 93% dell'oppio
mondiale. Ma la cosa forse più grave è il degrado morale che abbiamo
portato in quel Paese. Corrotto è il governo fantoccio di Karzai,
corrotte sono le amministrazioni locali, corrotta è la polizia,
corrottissima è la magistratura, al punto che gli afgani preferiscono
rivolgersi alla giustizia talebana, che è spiccia ma almeno è una
giustizia.
Questi
sono i bei risultati della 'missione umanitaria'. E allora che senso ha
rimanere in Afghanistan? Per fedeltà alle alleanze e per una questione
di credibilità scrive Franco Venturini sul Corriere. Gli olandesi se ne
sono andati nel 2010 senza chiedere il permesso a nessuno. Cosi' i
canadesi nel 2011 e i polacchi nel 2012. I francesi stanno smobilitando.
Non mi pare che nessuno di questi Paesi abbia perso la propria
credibilità internazionale.
Intanto
la mattanza continua. Una settimana fa, nella regione di Kunar,
l'aviazione americana, a copertura del tremebondo esercito afgano (ma
perchè coprire truppe di terra contro un nemico che non ha aviazione?)
ha bombardato tre villaggi uccidendo, oltre a sei guerriglieri, undici
bambini, due donne e facendo un numero imprecisato di feriti. La Nato ha
avuto l'impudenza di affermare che non c'erano state vittime civili.
Allora i capi dei villaggi hanno allineato sulla strada gli undici
corpicini. A testimonianza di una vergogna indelebile che riguarda anche
noi.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 13 Aprile 2013)
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