Il buongiorno si era visto dal mattino. Il modus operandi del Governo Letta è il medesimo del Governo Berlusconi e del Governo Monti: andare avanti a cannonate, fiducia dopo fiducia.
Due indizi fanno una prova: a distanza di un mese dalla prima questione di fiducia sul dl emergenze, ecco una nuova fiducia per l’orwelliano “Decreto del Fare”. Sarà questa la prassi del Governo Letta: emanare
decreti, rifiutare qualsiasi emendamento da parte del Movimento 5
Stelle, accusare i pentastellati di fare ostruzionismo (con l’appoggio
della stampa tutta), chiedere la fiducia perché non c’è tempo da perdere
e tirare dritto.
Soltanto una cosa interessa al Governo Letta: arrivare in fretta all’agognata riforma costituzionale, indispensabile per architettare una legge elettorale che consenta ai partiti di non affondare. In altre parole, Letta
e soci devono sbrigarsi a elaborare uno stratagemma per far fuori il
Movimento 5 Stelle e impedirgli di vincere le prossime elezioni.
Dallo spazio profondo di una dimensione parallela, il
ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ci
spiega come mai si è giunti alla questione di fiducia per il Decreto del
Fare:”Da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari abbiamo un calendario complicato:
bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di
riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e
quello sull’omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare
non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo”. (Fra
parentesi, si tratta dello stesso Franceschini che in passato si è detto
contrario all’abuso dello strumento della questione di fiducia).
Se il calendario è così complicato,
perché inserire anche la legge sull’omofobia, facendola diventare fra
l’altro una priorità, una questione su cui darsi battaglia con il Pdl,
una notizia da prima pagina? La questione sull’omofobia non è attinente
allo scopo di questo governo. Non dobbiamo dimenticare che il
Governo Letta è nato per due soli scopi: approvare con urgenza
provvedimenti per rilanciare economia e lavoro, confezionare nuova legge
elettorale per tornare alle urne e definire una vera maggioranza di
governo.
Come mai si trova il tempo per discutere
su una questione civile, mentre non c’è abbastanza tempo per discutere
approfonditamente sul Decreto del Fare? Avete indovinato: la diatriba
sul ddl omofobia è il solito specchietto per le allodole.
Dopo aver letto le dichiarazioni di Franceschini, mi sono fatto qualche domanda:
vuoi vedere che il Movimento 5 Stelle fa il furbo? Forse inonda di
proposito il decreto di emendamenti, fornendo la scusa al Governo Letta
per chiedere un’altra fiducia? Così i pentastellati possono attaccare
con la lagna del Parlamento che è una scatola vuota, svuotato delle sue
funzioni, ridotto a organo di ratifica delle decisioni governative?
E’ bastata una rapida verifica per capire che le cose non stanno così: il
Movimento 5 Stelle ha prima ridotto in Commissione i 400 emendamenti
proposti (gli altri sono di Sel, Lega e Fdi), portandoli a 75, per poi
arrivare a chiederne almeno 8, considerati irrinunciabili.
Ecco la versione del gruppo del Movimento 5 Stelle:“Alla
fine avevamo presentato otto-nove punti qualificanti di modifica al
decreto ‘del Fare’. Punti che avrebbero migliorato un testo pressoché
impresentabile. Al governo, però, evidentemente non interessa affatto
licenziare norme utili al Paese”.
Questi gli emendamenti minimi proposti dal Movimento 5 Stelle:“Estendere la riduzione del Cip 6 anche agli inceneritori, togliere
la scandalosa deregulation sulle sagome degli edifici demoliti e
ricostruiti, favorire il pagamento degli stagisti del ministero della
Giustizia, aprire un fondo di sostegno alle Pmi in cui poter versare le
eccedenze degli stipendi dei parlamentari, rendere più aperta e
democratica la gestione della Cassa depositi e prestiti, rivedere la
Tobin Tax per colpire il day trading, ricalibrare l’Iva sui
servizi portuali, vincolare infine gli incentivi per i nuovi macchinari
al mantenimento dei livelli occupazionali e delle strutture produttive
sul territorio nazionale”.
“Al ministro Franceschini – concludono –
abbiamo lasciato intendere che non ci interessa la mera contabilità
degli emendamenti presentati o approvati. E tantomeno le pantomime
mediatiche su sterili battaglie, tipiche di una certa opposizione. A noi
interessano le modifiche concrete e puntiamo sempre a portare a casa i
risultati”.
Il Governo Letta ha scelto la strada
della fiducia trattando il Movimento 5 Stelle fosse un partito all’1%. I
quasi 9 milioni di italiani che lo hanno votato a febbraio sono stati
ignorati.
Questa è la situazione riassunta in tre punti:
- Pd e Pdl creano una maggioranza artificiale, disattendendo quanto promesso in campagna elettorale (soprattutto il Pd…)
- Il Governo Letta procede spedito ignorando il Parlamento (e soprattutto il Movimento 5 Stelle…)
- Il 25% dell’elettorato italiano, rappresentato in Parlamento dal Movimento 5 Stelle, è ignorato. Sono cittadini invisibili.
La dittatura della maggioranza sarebbe già grave di per sé (la presenza dell’opposizione in Parlamento serve proprio a evitarla…): se poi è la dittatura di una maggioranza artificiale, blasfema, contro natura, non legittimata dalla volontà popolare, è chiaro che gli italiani sono stati derubati della democrazia per la seconda volta di fila dopo il Governo Monti, di cui il Governo Letta altro non è che la naturale prosecuzione, sia nei metodi che negli obiettivi.
P.S. A quanto pare il Decreto del Fare non ha neppure ricevuto la bollinatura, cioè non si sa con certezza se c’è la copertura economica per tutto. Nel video, la conferenza stampa del M5S su quanto avvenuto nella “trattativa” con il Governo Letta in merito al Decreto del Fare.
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