Napolitano ci ha provato. Lui voleva, vuole, lo status
quo, la stabilità politica. Ha creduto che un governo delle larghe
intese potesse impedire il crollo del Paese. Invece ha ottenuto
l'effetto contrario. E' stato un doppio azzardo voler rimanere per un
altro settennato e accettare un governo condizionato da Berlusconi
imputato in più processi che, fosse solo per la statistica, poteva
diventare un pregiudicato in breve tempo. Napolitano deve prendere atto
che in entrambi i casi queste sue decisioni si sono rivelate un rischio
maldestramente calcolato. Non voglio, né mi interessa, mettere in
discussione la buona fede del presidente della Repubblica, ma le sue decisioni hanno consegnato il Paese all'immobilità
per mesi mentre l'economia franava. I cento giorni di Letta hanno
prodotto il nulla sotto vuoto spinto in un momento in cui occorrevano
azioni immediate e forti per rilanciare l'economia, proteggere le
famiglie disagiate e contrattare la nostra posizione in Europa. Prima
dell'insediamento del Governo si discuteva della necessità di fare in
fretta, il più in fretta possibile, sotto l'urgenza dei problemi. Poi, il silenzio, il rinvio, gli annunci e il tentativo di cambiare la Costituzione
senza alcun motivo. Napolitano è un signore che fa politica dal
dopoguerra, in Parlamento dal 1953, conosce deputati, senatori, ministri
come un anziano maestro di scuola conoscerebbe ad uno ad uno i suoi ex
allievi. E' l'ultimo dei politici della Prima Repubblica ancora sulla
scena, dopo la scomparsa di Andreotti, Cossiga e di tanti altri. E', che
lo voglia o meno, il vero punto di riferimento di un Governo di nani.
Un'alternanza al Quirinale avrebbe prodotto un cambiamento, un'uscita
da una situazione cristallizzata, così non è stato. Ma nessuno, e
Napolitano lo sa meglio di altri, è insostituibile. Lui è oggi, che lo
voglia o meno, il garante di una situazione politica destinata al
fallimento che ha consentito e avallato. Gli chiedo un passo indietro, il passaggio del testimone
a un altro presidente che deciderà se sciogliere le Camere o proporre
scenari di governo diversi da quello attuale che è insostenibile come
Napolitano stesso probabilmente ammetterebbe in privato. Ci sono sempre
alternative, signor Presidente, e oggi è necessario voltare pagina.
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