Basta, pietà, non se ne può più, ci vogliono prendere per sfinimento.
Mentre quel buontempone di Letta Nipote si trastulla con la fine del
ventennio, già si lavora per aprirne un altro. Il massimo rappresentante
di una classe politica incapace e cialtrona che da vent’anni non fa
altro che inventare reati inutili e riempire vieppiù le carceri per
gabbare la gente, vellicarne i più bestiali istinti e nascondere la
propria inettitudine, cade dal pero e viene a raccontarci (a noi!) che
bisogna liberare un’altra volta decine di migliaia di criminali, come
già nel 2006, perché non c’è più tempo da perdere e l’Europa sta per
condannarci per il nostro sistema carcerario da terzo mondo. Se ce lo
chiedesse un marziano, potremmo pure ascoltarlo. Ma ce lo chiede
Napolitano, un signore che entrò in Parlamento nel 1953, è stato
presidente della Camera fra il 1992 e il ’94, poi ministro dell’Interno
dal 1996 al ’98, e da sette anni e passa è nientemeno che il presidente
della Repubblica che ha firmato senza batter ciglio una miriade di leggi
affolla-carceri. E ora viene a spiegarci (a noi!) che le prigioni sono
strapiene e bisogna spalancarne le porte con una bella legge
libera-tutti (o quasi).
Indulto e, già che ci siamo, pure amnistia. Per
entrambi i provvedimenti occorrono i due terzi del Parlamento, dunque
già sappiamo come andrà a finire. Dando per scontato che, salvo
improvvisi istinti suicidi, 5Stelle e Lega voteranno contro, in
Parlamento occorreranno i voti di Pd-Pdl-Scelta civica (che superano di
poco il 66%). E il Pdl farà pagare la propria indispensabilità cara e
salata con l’ennesimo ricatto, quando si dovranno decidere il tetto
massimo di pena per i reati da amnistiare e la lista dei delitti da
indultare (come già nel 2006 per il “liberi tutti” di Mastella &
C.). O vi rientreranno i reati di Berlusconi, oppure non ci sarà la
maggioranza e il supermonito di Napolitano cadrà nel vuoto. Risultato:
nella migliore delle ipotesi, i processi in corso di B. saranno
falcidiati dall’ennesimo sconto di 3 anni di pena (come già accaduto per
3 anni su 4 nel processo Mediaset); e, nella peggiore, non si
celebreranno proprio per l’amnistia (che estingue direttamente il
reato).
Ma non c’è solo B. Alzando lo sguardo sulle vicende
giudiziarie degli ultimi anni, la lista degli imputati eccellenti è un
mezzo elenco telefonico: banchieri, imprenditori, manager, politici
nazionali e locali che hanno grassato e depredato l’Italia la farebbero
franca senza mai vedere una cella neppure in cartolina, con la scusa dei
poveri detenuti che affollano le carceri. Il tutto è reso ancor più
odioso dal ricatto morale del solenne messaggio alle Camere di un
Presidente che pare abbia vissuto su Marte fino a ieri mattina, e scopre
all’improvviso l’urgenza del colpo di spugna per evitare una sanzione
europea tanto sacrosanta quanto prevedibile e prevista. Poi, alle prime
critiche, insulta i 5Stelle, cioè gli unici parlamentari che, mentre la
classe politica creava ad arte l’emergenza carceri per preparare
l’ennesimo colpo di spugna, non c’erano.
No, non sono l’indulto di tre anni e l’amnistia la sola ricetta possibile per evitare la dispendiosa condanna europea:
anche perché, senza incidere sulle cause che producono tanti detenuti,
fra sei mesi saremmo punto e daccapo. La soluzione è un decreto (i
motivi di eccezionalità e urgenza ci sono tutti) del governo che
depenalizzi i reati inutili; cancelli la ex-Cirielli che tiene dentro i
recidivi per periodi spropositati, rispedisca in patria i detenuti
clandestini (come previsto da una delle poche norme sagge della
Bossi-Fini); faccia tabula rasa della Fini-Giovanardi sul reato di
possesso di droghe anche in minima quantità; e smantelli i “pacchetti
sicurezza” di Maroni & C. (l’ultimo, come sempre firmato da
Napolitano nel 2009, istituiva il tragicomico reato di immigrazione
clandestina).
Ma metta anche in funzione le tante carceri e i tanti reparti ora inutilizzati (vedi
dossier presentato dai 5Stelle); riapra Pianosa e Asinara
scriteriatamente chiuse nel ’97 come da “papello”; e magari adatti a
centri di reclusione provvisoria qualcuna delle tante caserme rimaste
vuote dopo la fine della leva obbligatoria per ospitarvi i detenuti meno
pericolosi, in attesa di costruire strutture più moderne. Se poi tutto
questo non basterà, si adotti un indulto di un anno al massimo per tutti
i condannati, senza eccezioni (salvo magari i mafiosi). Ma l’amnistia
per i reati bagatellari non serve a nulla (i detenuti per reati
bagatellari sono pochissimi), se non ad aprire una porta per farvi
entrare di tutto.
E l’indulto di tre anni è uno sproposito criminale e criminogeno: sia
perché rimetterebbe in libertà migliaia di pericolosi criminali pronti a
tornare a delinquere, per indole o per necessità (se non trovano lavoro
i neolaureati, figuriamoci gli ex detenuti); sia perché l’Italia
darebbe vieppiù di sé l’immagine del paradiso dei delinquenti, attirando
altre migliaia di immigrati clandestini: non quelli che fuggono dalla
fame e dalle guerre, ma quelli che cercano il posto migliore dove farla
franca. E lo trovano regolarmente in Italia. Basta, signori. Basta.
Piantatela di scaricare sulla gente onesta gli effetti della vostra
incapacità e illegalità. Perché prima o poi, nel loro piccolo, anche gli
onesti s’incazzano.
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 9 ottobre 2013)
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