Ci hanno tolto la capacità di reagire.
Siamo stati resi docili e innocui dal potere che ci governa.
Michel Foucault parlava di microfisica del potere, di come il potere, attraverso ordini discorsivi, crea i saperi che a loro volta fondano le conoscenze e le verità. Verità mai libere, ma sempre pilotate e asservite al potere.
Ciascuno di noi crede di essere una persona libera, ma non è così. La cultura a cui apparteniamo crea stereotipi e noi viviamo imbrigliati in essi senza rendercene conto.
Il potere stabilisce come dobbiamo essere e ci modella in modo subliminale, nascosto, microfisico appunto, ma in modo capillare, non lasciando fuori nessuno. Esso fabbrica i soggetti, li costruisce secondo le proprie esigenze, senza che questi si accorgano di esserne un prodotto.
Siamo stati resi docili e innocui dal potere che ci governa.
Michel Foucault parlava di microfisica del potere, di come il potere, attraverso ordini discorsivi, crea i saperi che a loro volta fondano le conoscenze e le verità. Verità mai libere, ma sempre pilotate e asservite al potere.
Ciascuno di noi crede di essere una persona libera, ma non è così. La cultura a cui apparteniamo crea stereotipi e noi viviamo imbrigliati in essi senza rendercene conto.
Il potere stabilisce come dobbiamo essere e ci modella in modo subliminale, nascosto, microfisico appunto, ma in modo capillare, non lasciando fuori nessuno. Esso fabbrica i soggetti, li costruisce secondo le proprie esigenze, senza che questi si accorgano di esserne un prodotto.
Rousseau diceva che “non v’è soggezione tanto perfetta quanto quella che conserva l’apparenza della libertà”.
Siamo un prodotto del potere che crea la cultura, la quale a sua volta ci modella. Siamo dunque un prodotto culturale, con una libertà soltanto apparente e fittizia, ma non reale ed effettiva.
Ecco perché chi ha il potere di governarci può renderci innocui, docili, arresi anche dinanzi alle ingiustizie.
Siamo un prodotto del potere che crea la cultura, la quale a sua volta ci modella. Siamo dunque un prodotto culturale, con una libertà soltanto apparente e fittizia, ma non reale ed effettiva.
Ecco perché chi ha il potere di governarci può renderci innocui, docili, arresi anche dinanzi alle ingiustizie.
Qualcuno dice che il popolo sta montando rabbia e che prima o poi
esploderà, ma riesce difficile immaginare in che modo lo potrà fare. In
modo violento no, perché il potere ci dice che la violenza non è mai
giusta ed essa è severamente punita. Allora in modo non violento, cioè
in modo tale da essere considerati innocui e da non essere presi neppure
in considerazione. Basti pensare alle attuali manifestazioni di piazza e
ai loro esiti.
E il gioco è fatto, perché non sapendo come reagire, si finisce per
non reagire affatto, eccoci resi corpi docili, addomesticati dal potere e
dalla sua logica che imprigiona ogni singola persona nella propria
apparente libertà.
Non reagiamo più, perché non siamo programmati a farlo. Noi agiamo esattamente come chi ci governa si aspetta che agiamo, in modo docile e innocuo, in modo disciplinato, sottomesso e rassegnato.
Non reagiamo più, perché non siamo programmati a farlo. Noi agiamo esattamente come chi ci governa si aspetta che agiamo, in modo docile e innocuo, in modo disciplinato, sottomesso e rassegnato.
Ci hanno tolto la capacità di reagire e non ne siamo consapevoli.
Possiamo però diventarlo se siamo noi a fare cultura, una cultura nuova,
consapevole e quindi reattiva. Una cultura che parta dal basso.
Utopia? Forse sì, dato che non siamo un” popolo unito che giammai sarà vinto”, siamo un’accozzaglia, tenuta assieme alla meno peggio, di lobby e corporazioni che tirano ciascuna l’acqua al proprio mulino.
Utopia? Forse sì, dato che non siamo un” popolo unito che giammai sarà vinto”, siamo un’accozzaglia, tenuta assieme alla meno peggio, di lobby e corporazioni che tirano ciascuna l’acqua al proprio mulino.
Ed ecco l’altra strategia vincente del potere: dividere il popolo.
Infatti un popolo diviso può essere manipolato come si vuole e dunque
può essere dominato, proprio perché non ha la compattezza necessaria ad
esprimere la propria potenza.
Di @annaamu (Mentecritica.net - 9 novembre 2013)
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