I
poliziotti rubavano ai ladri. E' quanto emerge da una complessa
indagine della magistratura milanese a carico di tre agenti della Polfer
di Lambrate, ora arrestati, nella cui disponibilità sono stati trovati
140 chili di hashish, 4 di cocaina oltre a 50 mila euro. In sostanza i
poliziotti sottraevano la refurtiva ai trafficanti e se la tenevano. E'
vero che in Italia siamo ormai abituati a tutto (anni fa si scopri' che
il comandante della Guardia di Finanza, Del Giudice, preposto alla
vigilanza sulla frontiera italo-svizzera, era anche il capo dei
contrabbandieri) ma la notizia fa ugualmente una certa impressione. Il
questore di Milano Luigi Savina si è affrettato a dichiarare: ”Il
comportamento di alcuni non puo' inficiare il lavoro di migliaia di
agenti che ogni giorno svolgono il loro dovere con sacrificio e
dedizione”. Sono d'accordo, io ammiro i magistrati e i poliziotti che
continuano a fare il loro mestiere con coscienza e passione, rischiando
spesso la vita (soprattutto i secondi, ma anche i primi) pur sapendo
benissimo che, nella maggioranza dei casi, è del tutto inutile (Un paio
di anni fa avendo assistito per tre giovedi' notte a fila a furibonde
risse fra immigrati 'chicanos' in piazza Duomo, a Milano, con la polizia
che stava a guardare a pochi metri, mi avvicinai al tenente che
comandava il reparto e gli chiesi:”Perché non intervenite?”. “Se
intervengo mi becco una coltellata e quelli, dopo qualche giorno,
tornano comunque fuori. Percio' finché se la fanno fra di loro ci
limitiamo a controllare che la rissa non debordi”). Scontate pero' le
doverose parole del questore di Milano è indubitabile che la corruzione
abbia investito ampi settori delle forze dell'ordine. Proprio nel giorno
in cui Savina rilasciava queste dichiarazioni, a Napoli altri tre
poliziotti venivano arrestati per millantato credito e abuso di ufficio.
E se sono corrotti i poliziotti, vocati per mestiere al 'law and order'
vuol dire che la corruzione è ormai penetrata a fondo nel tessuto
sociale. Basta leggere il giornale di quello stesso 8 novembre in cui
sono stati arrestati i tre agenti felloni della Polfer: a Nola è stata
scoperta una maxi-truffa ai danni delle assicurazioni automobilistiche
in cui sono coinvolte quattrocento persone, fra cui 52 medici (non dei
quaraquaquà ma, come recita il provvedimento della Procura, “noti
professionisti operanti nelle strutture pubbliche e private”) e 12
avvocati. A parte i politici, nazionali, regionali, provinciali,
comunali, di cui ci sono noti da tempo i fatti e soprattutto i misfatti,
non c'è ambito, professione, mestiere, attività, in cui la magistratura
vada a mettere il dito dove non salti fuori un marcio che sgomenta
quegli italiani che, con grande sforzo su sé stessi, sono riusciti a
rimanere onesti in un contesto che cade moralmente a pezzi. Tre anni fa
cosi' concludevo l'introduzione a un mio libro, 'Senz'anima', che
racconta, attraverso i miei articoli, molti dei quali apparsi sul Gazzettino,
le vicende italiane dal 1980 al 2010: “Un'Italia inguaribilmente
corrotta, nelle classi dirigenti come nel comune cittadino, intimamente,
profondamente mafiosa, come sempre anarchica ma senza essere
divertente, priva di regole condivise, di principi, di valori, di
interiorità, di dignità, di identità. Un'Italia senz'anima”.
Massimo Fini (Il Gazzettino, 15 novembre 2013)
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