lunedì 3 febbraio 2014

Professione indignato a targhe alterne

Il 'boia', peraltro metaforico, affibbiato a Giorgio Napolitano dal deputato 5 Stelle Giorgio Sorial, ha suscitato uno «sdegno collettivo», bipartisan e tripartisan mentre la Procura della Repubblica di Roma ha incriminato il reprobo per 'vilipendio al Capo dello Stato'. Enrico Letta: «L'indegno attacco del Movimento 5 Stelle è un punto di non ritorno di deriva estremista inaccettabile per chiunque pratichi principi democratici». E Matteo Renzi (poteva mancare?): «E' un atteggiamento insopportabile...che non ha eguali nella storia repubblicana». Ma il più scandalizzato di tutti è Pierluigi Battista (Il Corriere della Sera, 29/1) per un vilipendio commesso da «Un parlamentare. Un uomo delle istituzioni». Silvio Berlusconi non era un semplice parlamentare ma il presidente del Consiglio italiano quando dichiaro', oltretutto all'estero, che «la magistratura è il cancro della democrazia». Che non è solo vilipendio alle Istituzioni, è un atto eversivo degno di un brigatista. Altro che «atteggiamento...che non ha eguali nella storia repubblicana», come dice Matteo Renzi, che ha appena patteggiato le Istituzioni con un pregiudicato in fase di condanna, questo si' che non si era visto mai (e se Berlusconi era in carcere o ai domiciliari o ai servizi sociali, come dovrebbe essere da tempo, come avrebbe trattato con lui, tramite dei 'pizzini'?). Pierluigi Battista sul 'cancro della democrazia' non battè ciglio. Battista si indigna anche perchè «Quando Napolitano fu votato per la seconda volta al Quirinale, nel movimento di Grillo si grido' apertamente al 'golpe'». Silvio Berlusconi, per dieci anni premier di questo Paese e per altri otto capo indiscusso dell'opposizione, ha testè dichiarato di essere stato «vittima di quattro colpi di Stato». Ma nemmeno questa volta Pierluigi Battista ha mosso orecchio.
Battista lamenta poi «la degenarazione del linguaggio politico: ci vorrà molto tempo per tentare di risanarlo». Avrebbe ragione se non dimenticasse disinvoltamente che il primo ad aprire la strada al vilipendio delle Istituzioni fu proprio, vent'anni fa, quel Francesco Cossiga che sembra goda della sua ammirazione. Comincio' definendo il Parlamento «un'accozzaglia di zombie e di superzombie» e passo' poi a insultare personalmente i suoi rappresentanti: «piccolo uomo e traditore» (Onorato), «Poveretto» (Flamigni), «zombie con i baffi» (Occhetto), «analfabeta di ritorno» (Zolla), «Cappone» (Galloni), «emerito mascalzone, piccolo e scemo» (Cabras). E non è che un piccolo florilegio.
Confesso che l'altro giorno quando ho visto nel cielo di San Pietro il nero corvo attaccare e inabissare 'la bianca colomba della Pace' liberata dal Papa ho avuto quasi un orgasmo. Perchè, in un colpo solo, faceva giustizia dell'insopportabile 'buonismo' di Bergoglio, degli animalisti, degli antivivisezionisti, dei vegetariani ideologici, dei vegani. E anche di quello di Pierluigi Battista.


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