I
sondaggi danno i 5Stelle primo partito fra i giovani con percentuali
che vanno dal 32 al 34%. Si dirà che i giovani sono per loro natura
antisistema ed estremisti e che quindi il fenomeno è destinato a
sbollire. Ho qualche dubbio. Grillo raggiunge i maggiori consensi, il
34%, nella fascia tra i 24 e i 34 anni, un'età in cui, in genere, i
bollori rivoluzionari si sono intiepiditi e si ha una consapevolezza più
matura (i 'sessantottini', che se la davano da rivoluzionari, erano
universitari e la loro età andava, in media, dai 19 ai 24, 25 anni).
Stupisce
invece che Pd e Forza Italia riprendano quota fra i cittadini che hanno
più di 45 anni. Perché sono proprio queste le generazioni che hanno
potuto constatare di persona e 'de visu' le malversazioni, la
corruzione, il clientelismo sfacciato e insomma tutte le nefandezze di
cui si sono macchiati i cosiddetti partiti tradizionali, Pd in testa
perché nell'arco degli ultimi trent'anni è stato al potere, o consociato
ad esso, più di Forza Italia. E' comprensibile invece che Grillo crolli
fra gli over 65 (8%) mentre Pd (46%) e Forza Italia (23%) hanno le loro
performance migliori. I vecchi sono conservatori. Perché sono fragili e
ogni cambiamento li manda in tilt. Ma noi vecchie ciabatte dovremo pur
morire, prima o poi, consentendo alle nuove generazioni di costruirsi se
non un mondo almeno un'Italia migliore di quella che noi, anche quando
abbiamo combattuto le malefatte della partitocrazia (e io mi permetto di
annoverarmi fra questi), gli abbiamo lasciato.
Vauro
ha bollato Grillo come 'fascista'. E Santoro ha affermato: «Io mi
auguro che Grillo la smetta con questi toni illiberali, deve cambiare
registro e iniziare a rispettare i giornalisti altrimenti anch'io potrei
andare nelle piazze dove è passato lui e dire come stanno le cose
battendomi per la libertà d'informazione». Non mi pare che Michele
Santoro sia il pulpito più adatto in tema di 'toni illiberali'. Comunque
una delle maggiori responsabilità della Tv italiana è stata quella di
creare questo tipo di conduttori di talk show che confondono la potenza
del mezzo con la propria e credono di essere dei padreterni. Dice: anche
Grillo, a suo modo, è stato conduttore. Sì, ma è uscito dalla Tv un
quarto di secolo fa e da allora ha lavorato, spendendovi tutta la sua
energia fisica e intellettuale, per costruire un movimento politico che
sta avendo un successo clamoroso. Santoro non lo può nemmeno scalfire.
Sul Giornale
invece Antonio Signorini considera Grillo un veteromarxista. Quello che
non si è capito è che Grillo è 'al di là' della destra e della
sinistra, categorie vecchie di due secoli e mezzo che non sono più in
grado di comprendere le esigenze più profonde dell'uomo contemporaneo
che, al di là delle apparenze, non sono economiche ma esistenziali. In
questo senso, per esempio, vanno intesi i discorsi del leader 5Stelle
contro il mito del lavoro, che è altrettanto marxista che capitalista, e
il 'salario di cittadinanza' (anche se questo ha un risvolto economico
perché la 'tecno', il solo settore in crescita, continua a sbattere la
gente fuori dal lavoro e quindi i disoccupati sono destinati ad
aumentare in modo esponenziale).
Infine
Grillo salva, involontariamente, la democrazia dei partiti. I sondaggi
valutano l'astensione al 40%, ma potrebbe essere molto di più. Il
governo lo teme e non fa che mandar fuori spot perché si voti
sull'Europa. Se i 5Stelle non ci fossero i loro voti, si tratti del 25 o
del 30%, finirebbero all'astensione che potrebbe raggiungere il 70%. In
questo caso la democrazia italiana uscirebbe dalle Europee
completamente delegittimata.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 10 maggio 2014)
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