Accolgo l’invito del dottor M. Travaglio a suggerire come procedere per sventare il rischio rappresentato dalle attuali, reazionarie proposte di riforme costituzionali e della legge elettorale.
Penso che il problema fondamentale, al di là del merito delle proposte,
è che le istituzioni che le stanno proponendo sono illegittime e che di
questo non si tiene il giusto conto. Infatti, a gennaio 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale
con la quale sono stati eletti l’attuale Parlamento, le più alte
cariche dello Stato ed è stata data la fiducia al governo. Per brevità
taccio sulle modalità fortemente “atipiche” con cui l’attuale capo del
governo si è appropriato della carica.
Per tornare al punto: se la legge elettorale è incostituzionale
ne deriva necessariamente che tutto quello che discende da quella legge
è incostituzionale anch’esso ed in particolare Parlamento, PdR, governo
sono anch’esse incostituzionali. Da ciò, sempre necessariamente,
consegue che:
1) un Parlamento incostituzionale tutto può fare tranne che modificare la Costituzione perché a distanza anch’essa potrebbe essere dichiarata incostituzionale;
2) dopo la sentenza della Corte Costituzionale
in un paese democratico il Parlamento avrebbe dovuto e potuto fare una
sola cosa: una legge piccola piccola per sanare lo sfregio del Porcellum e rimettere in funzione la legge elettorale precedente cioè il Mattarellum;
3) a questo punto il Presidente della Repubblica, avrebbe dovuto sciogliere le Camere e mandarci al voto.
E forse avremmo potuto contemporaneamente anche votare per i membri
dell’Assemblea Costituente sottraendo ai politici il compito di
riformare la Costituzione.
Così, soltanto dopo le nuove elezioni
avremmo avuto o un nuovo Parlamento legittimato a riformare
eventualmente la Costituzione oppure, e meglio, direttamente i membri
dell’Assemblea Costituente. Pertanto mi sembra che il punto fondamentale
su cui martellare l’opinione pubblica è che l’attuale Parlamento e
l’attuale governo sono illegittimi e quindi non debbono
e non possono, riformare né la Carta Costituzionale, né la legge
elettorale e che potremmo rimettere in vigore immediatamente il
Mattarellum.
Questo mi sembra il punto su cui battere e non i
singoli punti delle riforme, più o meno obbrobriosi e reazionari nel
loro insieme comunque. Per cui propongo:
1) insistere nel sostenere e nello spiegare che chi sta facendo le riforme non è legittimato a farle;
2) pretendere che si rimetta in funzione subito il vecchio Mattarellum;
3)
ben sapendo che dovremmo andare al voto ma che alla sola parola
“elezioni” tutti scatteranno dicendo che le attuali condizioni
economiche non ce lo permettono, diciamo a Renzi di
lasciar perdere tutte le riforme e mettere mano, se sa, all’economia e
poi si vada comunque subito al voto con il redivivo Mattarellum.
Infine, vorrei dire ai parlamentari del M5S:
non vi dividete su leader sì, leader no perché i leader servono, senza
di loro non si va da nessuna parte. Ma sappiate che i leader servono ma
non bastano. Pertanto stringetevi attorno a quelli che sono emersi e
agli altri che potrebbero continuare ad emergere e continuate a lavorare
seriamente perché comunque i leader, per quanto bravi, intelligenti,
onesti non possono fare tutto da soli. E il nostro paese ha tanto
bisogno di tutti voi perché ha bisogno di una classe dirigente
tutta, tutta nuova, per cui c’è posto per tutti voi e tanti tanti
altri. Vi voglio ricordare che l’Italia , ma non solo, sta vivendo un
momento storico molto pericoloso e che per questo motivo una grande
responsabilità ricade sul vostro movimento: voi siete l’unica forza
veramente pulita, democratica e quindi l’unico punto di forza e di
speranza che è rimasto al nostro paese per cui non vi potete permettere
il lusso di dividervi, perché solo su di voi ricade la responsabilità
del futuro del paese e se vi dividete voi dovremo espatriare tutti.
di Gabriella Bianchini (Utente sostenitore - Il Fatto Quotidiano - 23 luglio 2014)
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