venerdì 22 agosto 2014

I Diavoli - La finanza raccontata dalla sua scatola nera.


Opera prima di Guido Maria Brera ("chief investiment officer" di una non meglio precisata società di gestione patrimoniale) pubblicata nel maggio 2014 dalla Mondadori.
Un romanzo incentrato sulle oscure manovre che dominano un mondo della finanza spregiudicato e che, in assenza di normative nazionali ed internazionali che ne delimitino con regole certe l'azione, mostra ed estremizza i rischi di default finanziari finalizzati essenzialmente al mantenimento di egemonie politiche di stati più forti e a speculazioni di occulte lobby finanziarie che spesso ne accompagnano ed assecondano le strategie egemoniche.
Un romanzo, ben scritto nell'azione principale, stenta un pò nel suo inizio, evidenziando pecche nei capitoli introduttivi che si  disperdono nel descrittivo.
Di contro l'autore descrive con efficacia e ricchezza di dettagli i retroscena organizzativi e il pathos che governano l'operatività del trading, volto a creare ricchezza speculativa con spread manovrabili e che talvolta espone a  rischi di default anche stati sovrani.
Delimitando il campo d’azione al solo mondo finanziario istituzionale Brera crea, con una articolata trama, una racconto fluido e verosimile, attualizzandolo e ricollegabile, in qualche modo, alle complesse e non sempre chiare vicissitudini della realtà contemporanea.
Nel racconto, dove si accompagnano figure rivenienti da  mondi e generazioni differenti, si confrontano e contrappongono personalità diverse, traspaiono di certo anche molti aspetti autobiografici, specie nelle specificità tecniche che arricchiscono la trama economico-finanziaria del romanzo.
Forse una ripetuta rivisitazione del testo scritto è causa di un eccesso di eventi nel finale, che appesantiscono la trama, intrisa di tanti colpi di scena temporalmente troppo vicini (magari preludio di un proseguo della storia in un secondo romanzo).
Il vissuto professionale traspare, da forza e imprime una dinamica alla narrazione che aggancia il lettore con un ritmo incalzante, che mantiene giusta la tensione, e fa affiorare tante originalità peculiari che caratterizzano l'intera storia.
Un romanzo che sullo sfondo lascia solo intravedere e immaginare quanto sia complesso e opaco il mondo affaristico mondiale.
Un racconto che fa riflettere sul fatto di come ci si soffermi troppo poco su una realtà che da tempo ha fatto registrare, fra politica e finanza, un inconfessato sostanziale ribaltamento gerarchico, con una progressiva commistione fra i due campi sempre più inscindibili.
In conclusione un buon romanzo, con un buon costrutto, consigliabile, di gradevole e facile lettura. 

Essec



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