Opera prima di Guido Maria Brera ("chief
investiment officer" di una non meglio precisata società di gestione
patrimoniale) pubblicata nel maggio 2014 dalla Mondadori.
Un romanzo incentrato sulle oscure manovre che
dominano un mondo della finanza spregiudicato e che, in assenza di normative
nazionali ed internazionali che ne delimitino con regole certe l'azione, mostra
ed estremizza i rischi di default finanziari finalizzati essenzialmente al
mantenimento di egemonie politiche di stati più forti e a speculazioni di
occulte lobby finanziarie che spesso ne accompagnano ed assecondano le
strategie egemoniche.
Un romanzo, ben scritto nell'azione principale,
stenta un pò nel suo inizio, evidenziando pecche nei capitoli introduttivi che
si disperdono nel descrittivo.
Di contro l'autore descrive con efficacia e
ricchezza di dettagli i retroscena organizzativi e il pathos che governano
l'operatività del trading, volto a creare ricchezza speculativa con spread
manovrabili e che talvolta espone a rischi di default anche stati
sovrani.
Delimitando il campo d’azione al solo mondo
finanziario istituzionale Brera crea, con una articolata trama, una racconto
fluido e verosimile, attualizzandolo e ricollegabile, in qualche modo, alle
complesse e non sempre chiare vicissitudini della realtà contemporanea.
Nel racconto, dove si accompagnano figure
rivenienti da mondi e generazioni differenti, si confrontano e
contrappongono personalità diverse, traspaiono di certo anche molti aspetti
autobiografici, specie nelle specificità tecniche che arricchiscono la trama
economico-finanziaria del romanzo.
Forse una ripetuta rivisitazione del testo
scritto è causa di un eccesso di eventi nel finale, che appesantiscono la
trama, intrisa di tanti colpi di scena temporalmente troppo vicini (magari
preludio di un proseguo della storia in un secondo romanzo).
Il vissuto professionale traspare, da forza
e imprime una dinamica alla narrazione che aggancia il lettore con un ritmo
incalzante, che mantiene giusta la tensione, e fa affiorare tante originalità peculiari
che caratterizzano l'intera storia.
Un romanzo che sullo sfondo lascia solo intravedere
e immaginare quanto sia complesso e opaco il mondo affaristico mondiale.
Un racconto che fa riflettere sul fatto di come
ci si soffermi troppo poco su una realtà che da tempo ha fatto registrare, fra
politica e finanza, un inconfessato sostanziale ribaltamento gerarchico, con
una progressiva commistione fra i due campi sempre più inscindibili.
In conclusione un buon romanzo, con un buon
costrutto, consigliabile, di gradevole e facile lettura.
Essec
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