sabato 7 marzo 2015

“Maria Pia e Nino carissimi"



Capita spesso a tutti noi di ritrovarsi in importanti ricorrenze; ognuna ha una peculiarità che quasi sempre rispecchia l’unicità dei soggetti protagonisti. Domenica scorsa ho avuto il piacere di partecipare, con un folto gruppo di amici e conoscenti, alla lieta celebrazione dei cinquanta anni di matrimonio di “Mariapia e Nino”. Fra le moltissime testimonianze ed attestati di stima si è distinto un bellissimo scritto che sintetizza con estrema efficacia cinquant'anni della loro vita - di loro come protagonisti e di tutti i personaggi che li accompagnano o li hanno accompagnati nel tempo - letto dalla stessa coautrice in coda alla celebrazione religiosa.
Con il permesso degli autori, mi piace riproporre questa chicca all'attenzione di tutti.


Maria Pia e Nino carissimi,

alcune volte mi è capitato di intervenire ai funerali di persone care, per tratteggiarne degli aspetti. E per scherzo ho detto a Maria Pia “Quando muori tu, se sarò viva io, ne avrò cose da dire!!!”. Bene, invece di aspettare un evento nefasto, approfitto invece di questa occasione di gioia per dire alcune, solo alcune cose su di voi.

E lo farò a partire da questo piccolo regalo.

Non so quanto Nino si reputi credente e cristiano, ma penso che anche lui, come te, Maria Pia, lo sia sicuramente per il suo modo di vivere. E quindi questa croce (ma gioiosa e colorata) vi rappresenta bene entrambi.

In alto c’è una colomba, che dice molto di voi, che siete stati sempre portatori di pace, ovunque vi siate impegnati, in famiglia, al centro sociale, nel gruppo fotografico, nelle relazioni con gli altri.

Sotto ci siete voi, una coppia ma non chiusa, anzi circondata da tanti altri esseri, adulti e bambini, che emblematizzano i vari ambiti che vi hanno visti operare nel bene.

Siete stati infatti “famiglia” per tanti, non solo per la vostra famiglia in senso stretto (che, tra parentesi, avete stra-viziato!): con le vostre nipoti Aurelia e Alessandra, ad esempio, dopo la morte di Cesare, coadiuvando Francesca, molto impegnata a lavorare; e con gli altri nipoti, con cognate, con consuocere, con i vicini di casa…

Sotto ancora ci sono gli strumenti di lavoro, che nel vostro caso non sono panieri e zappe ma altri, che rappresentano i vostri talenti, le vostre competenze che non avete tenuto per voi ma che avete messo in comune con gli altri. Per esempio la competenza fotografica di Nino, condivisa coi bambini del centro sociale e con gli studenti del pensionato, con fotografi esperti come con chiunque, inesperto, volesse imparare ad osservare il mondo attraverso un obiettivo. Obiettivo che non era uno schermo divisorio dal mondo ma anzi una lente d’ingrandimento per meglio osservarlo ed evidenziarne aspetti tragici o di gioco, di lavoro, di memoria. La custodia della memoria, Nino, a te tanto cara.

Lo “strumento” di lavoro di Maria Pia, uno dei suoi talenti, è invece la sua capacità di saper essere autorevole senza mai essere autoritaria (ma come fa?!?!). Ricordo sempre che, quando avevamo problemi al centro sociale con alcuni bambini che non si potevano prendere… che noi non riuscivamo a prendere né per la testa né per la coda, e avremmo voluto spiaccicarli al muro, li conducevamo invece dalla direttrice Maria Pia, cosa che mai era vista come una condanna, un castigo, e tu sempre riuscivi ad “ammansirli”, a farli lavorare, a fare un compito, mettendoli semplicemente accanto a te.

Poi la figura ancora più sotto: delle case collocate attorno a un cortile! Questa immagine vi rappresenta veramente moltissimo! Perché voi (non solo voi, ovviamente, ma voi con tanti altri, che non voglio nominare solo per il timore di dimenticarne per sbaglio qualcuno, ma i cui nomi sono ben presenti nella mia mente) voi siete stati e siete un cosiddetto “condominio solidale” senza sapere di esserlo. Non ci avete letto libri sopra, non fate parte di coordinamenti, di associazioni, non avete fatto riunioni su come diventarlo ma… lo siete.

Perché il vostro condominio avrebbe potuto avere, come altri anche qua nel quartiere e altrove, un atrio comune vuoto da cui si transita per uscire o per entrare in casa. E invece ha una serie di divanetti che fanno quadrato (e fanno fare quadrato!), circondati di piante, coperti da una tettoia che ne consente l’uso sia col sole d’estate che con la pioggia. Questo spazio così semplice da fare (ma se è così semplice perché allora altri condomini non si organizzano per farlo?!?) ha consentito a tanti di incontrarsi. Non solo a voi che abitate nel palazzo, ma anche a noi dello “spazio donne”, che spesso ci riunivamo là, considerandolo un po’ come anche “nostro”. Ci riunivamo là e diverse delle persone che abitano nel palazzo passando si fermavano, o c’era chi ci offriva, per esempio, un piatto di gelsi, e ce lo scendeva…

Il cortile, che è stato anche sede di messe, di concerti, di feste…

E l’androne, sulle cui pareti Nino esponeva al pubblico godimento le moltissime mostre fotografiche non solo di opere sue, affatto, ma anche di fotografi che gli mandavano appositamente le foto da fuori della Sicilia, pure, perché le esponesse là come in una galleria d’arte! E lui che, con pazienza infinita, le attaccava la mattina, le staccava a ora di chiusura della portineria, le riattaccava per la riapertura pomeridiana e le ristaccava per la chiusura serale! Ha fatto così per anni! Purtroppo con la ristrutturazione dell’edificio, non gli è stato più consentito di farlo. Forse quei chiodi, piantati ordinatamente, deturpavano l’edificio? Forse non ci si rende conto di quanto lo impreziosissero, invece, rendendolo non anonimo, uguale ad altri, ma particolarissimo, speciale.

E questo cortile, come in questa croce, non è chiuso, ma ha vie che conducono oltre, fuori dal cortile, fuori dalle case, oltre, nel quartiere, nella città, nelle città che, sempre i due (ma sempre assieme ad altri) esplorano, osservano, fotografano, migliorano.

Questo condominio, non solo grazie a voi, lo ripeto, ma molto grazie a voi, è particolare per le relazioni che si sono instaurate fra le persone. Per cui alla tale ora d’abitudine si prende il caffè a casa vostra, per esempio. E si può contare su un aiuto se si sta male, o sull’accudimento di un bambino se i genitori in quel momento non possono… Un condominio dove si aggirano fasci di energie positive.

Di questa grande e bella coppia aperta (nel senso che abbiamo detto, senza fraintendere…) è stata parte integrante Marisa. Mi chiedo, se non ci fosse stata Marisa, se Maria Pia avrebbe potuto consentirsi di dedicarsi all’esterno, al sociale, a tutte le cose a cui ha potuto dedicarsi. Marisa è stata il perfetto alter-ego di Maria Pia, quella che tanto Maria Pia era “cusciuta” tanto lei era “il focolare”. Quella della spesa col panierino, che imbastiva le tavolate quotidiane in cui non si sapeva bene quante persone si dovevano arricampare per mangiare. La zia che cucinava per tutti, e in maniera anche personalizzata! E se proprio non venivano gli altri a mangiare a casa vostra, c’era qualcosa che gli altri potevano trovare di pronto direttamente a domicilio (“Giusi, vieniti a prendere le polpettine”…). Questa Marisa che, lo ricorderai Maria Pia, criticavo “bonariamente” oltre a te per come avete stra-viziato la famiglia…

Cose da dire su di voi, insomma, ce ne sarebbero anche altre, ma ora smetto, è tardi, sono le 11 e 9 e io e Nino dobbiamo correre a messa, a festeggiarvi assieme agli altri.”


5 commenti:

  1. Bene hai fatto Toti a riprendere questa testimonianza che descrive in maniera molto efficace lo spessore umano di Nino e Mariapia complimenti a tutti

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  2. Bravo Toti, parole sante e veritiere che hai fatto bene a condividere. Abbracci a te ed a tutti ed in particolare a Nino e Mariapia!

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  3. Un vecchio proverbio recita pressappoco così: quello che semini raccogli. Nino e Mariapia hanno seminato amore e condivisione, e adesso raccolgono i frutti.Sono caparbi, lucidi e tenaci.

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  4. Complimenti Toti. E' una gran bella lettera-testimonianza. Avevo pensato anch'io a richiederla per una eventuale pubblicazione ma tu sei stato tempestivo. Un abbraccio.

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  5. Bravo Toti, oltre gli auguri questa lettera mette in risalto la figura di questa coppia unita in tutto e per tutto, ciao Angelo.

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