“Una vita. Un libro
per tutti. O per nessuno” edito da Marsilio nel febbraio 2015. In questa
autobiografia Massimo Fini, condensando una serie di personaggi ed esponendo
sue considerazioni su tutto ciò che in qualche modo lo ha direttamente coinvolto
lungo il suo percorso di vita, pone il lettore a riconoscersi e riflettere sulla
moltitudine di eventi e soggetti conosciuti che hanno costruito e costituiscono
il vissuto di ciascuno di noi. Con naturale fluida scrittura racconta il
suo privato e pubblico, narrando, con la sua tipica laicità, intimità e
debolezze, descrivendo amicizie e conoscenze con asciutte considerazioni. Dai
suoi scritti sono scoccati lampi di lucida follia e i suoi articoli e le sue
tesi hanno sempre suscitato dibattiti nel merito sulle variegate questioni esposte.
Dal racconto emerge ancor di più come il suo vivere fuori dal branco ha fatto
si che restasse sempre scomodo, ai potenti di turno e alle vere o presunte opposizioni
coalizzate. Un "giornalista" d’altri tempi nel vero senso del termine che, nei
suoi racconti rivaluta e squalifica i tanti colleghi conosciuti, contemporanei
e del passato. Emblematicamente Fini completa il suo pensiero, chiudendo il suo
saggio con considerazioni basate su una poco nota citazione di Nietzsche: “Ma
ora che sono giunto At the end of the river e la Nobile Signora ha già alzato
la sua falce, l’occhio, spietato, che da sempre mi guarda vivere mi pone col
suo linguaggio muto l’eterna e inesaudita domanda: che senso ha avuto la tua
vita? Nessuno, rispondo. Ho troppo presente ciò che scrive Nietzsche, non in
una delle sue opere ma in un appunto a margine di La filosofia nell’epoca
tragica dei Greci, come fosse una bagatella ma che contiene invece una cruda
verità, ammesso che mai ne esista una”: “In
un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti
sistemi solari c’era una volta un astro su cui animali intelligenti scopersero
la conoscenza. Fu il momento più tracotante e menzognero della storia del
mondo: ma tutto ciò durò solo un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la
stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire. Qualcuno
potrebbe inventare una favola di questo genere, ma non riuscirebbe tuttavia a
illustrare sufficientemente quanto misero, spettrale, fugace, privo di scopo e
arbitrario sia il comportamento dell’intelletto umano entro la natura. Vi
furono eternità in cui esso non esisteva. Quando per lui tutto sarà finito, non
sarà avvenuto nulla di notevole”. Non poteva chiudere in altro modo la sua
autobiografia Massimo Fini. Un libro ricco di laica umanità. Se ne consiglia in particolar modo la lettura a chi
ha già i capelli bianchi e analizza con sufficiente distacco gli accadimenti
umani e a chi, non ancora canuto, li accenna con tenue e inarrestabile grigiore.
Essec
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