lunedì 29 febbraio 2016

Gli inglesi con l'Ue non c'entrano. Lasciamoli andare

Non si capiscono tutte queste ‘ammoine’, strusciamenti, invocazioni, implorazioni, concessioni di statuti speciali e deroghe alla Gran Bretagna perché resti nella Ue. Mentre invece sarebbe nostro interesse che ne uscisse. Perché la Gran Bretagna ha poco o nulla a che fare con l’Europa, ne è anzi una palla al piede. Ha detto bene Flavio Briatore, un uomo che viaggia per il mondo e lo conosce: “Londra ha una dimensione internazionale ma non europea. I londinesi non vivono l’Europa né a livello finanziario, né a livello culturale”. Da questo punto di vista l’Europa è molto più legata alla Russia. La grande aristocrazia russa parlava francese e dopo la Rivoluzione d’Ottobre gli emigrés si ritrovavano a Parigi non a Londra. Nonostante oggi un tunnel sotto la Manica la unisca alla terraferma la Gran Bretagna resta un’isola che dell’Europa non ha mai voluto veramente saperne. Neppure Hitler riuscì a coinvolgerla nel suo particolare progetto di unità dell’Europa sotto il suo tallone di ferro ma con la Gran Bretagna come partner a pari livello. Vi provò fino all’ultimo, persino due anni dopo la dichiarazione di guerra, col misterioso volo di Rudolf Hess, il numero due del regime nazista, sui cieli londinesi quando la Wermacht stava vincendo su tutti i campi.
L’Inghilterra è, insieme agli Stati Uniti e all’Urss, una delle tre Potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale, ad essere sconfitta fu l’Europa. Che anche i francesi si siano seduti al tavolo della pace è solo un’astuta gherminella per mascherare questa verità, perché la Francia fu pienamente collaborazionista (il mito del ‘maquis’ vale poco più di quello della Resistenza italiana), collaborazionisti furono alcuni dei suoi maggiori intellettuali, da Robert Brasillach a Drieu La Rochelle e anche i giovani Jean Paul Sartre e Albert Camus conobbero le loro prime consacrazioni letterarie (Sartre con Le mosche, Camus con Lo straniero) proprio sotto l’occupazione tedesca, perché i tedeschi anche nazisti (si veda in proposito La Rive Gauche di Lottmann) sono sempre stati affascinati dalla cultura francese benché sia questa ad essere loro tributaria e non viceversa, da almeno due secoli (tutto l’esistenzialismo francese, per esempio, ha alle sue spalle Nietzsche e Heiddeger).
I vincitori del secondo conflitto mondiale, anglosassoni o russi che siano, hanno quindi tutto l’interesse a mantenere lo ‘status quo’, cioè un’Europa debole, eternamente vinta, nel ruolo di ancella dei loro obbiettivi. In più gli inglesi sono, storicamente, legati a filo doppio agli americani che, dopo il 1989, per l’Europa sono diventati da alleati obbligati degli avversari occulti. Tanto per cominciare sono dei competitor sleali sul piano economico. Mentre noi europei ci costringiamo a una politica di austerity per non creare altre bolle speculative, loro, gli americani, dopo il collasso della Lehman Brothers del 2008, hanno immesso nel sistema, in varie forme, tre trilioni di dollari che, prima o poi, ricadranno sulla testa di tutti. Sotto l’aspetto geopolitico le migrazioni che l’Europa è costretta a subire sono dovute in gran parte alla dissennata politica di aggressione degli Usa nei confronti dei popoli musulmani negli ultimi quindici anni. E gli inglesi, da alleati leali, gli han sempre tenuto bordone. Quindi altro che ‘statuti speciali’ perché ci facciano il piacere di rimanere in Europa.
Non creda il lettore che io disprezzi gli inglesi. Fanno, coerentemente, il loro gioco. E anzi li ammiro perché sono quello che noi italiani non siamo mai stati: un popolo. Quando Mussolini lanciava i suoi strali contro ‘la perfida Albione’ era perché ne era consapevole. E ha cercato, il buon Benito, di fare degli italiani un popolo e c’era quasi riuscito se non avesse commesso la tragica e imperdonabile imprudenza di entrare in guerra impreparato (“Sta bon Benito, lascia fare a lori”), convinto che l’alleata nazista avrebbe fatto un sol boccone degli avversari (“Ci basteranno poche centinaia di morti per sederci al tavolo della pace”). Invece furono proprio gli inglesi a fermare Hitler in prima battuta.
Si potrebbe dire che un’unità il popolo italiano l’ha acquisita negli ultimi trent’anni. Ma non sotto la bandiera del Tricolore, ma quella della corruzione che ci coinvolge tutti, finalmente compatti, dalla classe politica, in ogni sua forma e gradazione, a quella imprenditoriale, alla polizia, ai vigili urbani, giù giù fino al popolo minuto.
Non disprezzo quindi gli inglesi. Ma il fatto è che gli inglesi non sono in realtà che una propaggine dell’imperialismo americano. Quindi ‘foera di ball’. L’Europa, dopo i settant’anni che ci ha fatto perdere la follia di Hitler, deve tornare ad avere un suo posto nel mondo e, messi a cuccia i comprimari, ha da essere a guida tedesca. Heil Angela.



domenica 28 febbraio 2016

"Via Crucis - Da registrazioni e documenti inediti. La difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa"


Tanti media hanno denunciato, commentato e argomentato sui recenti scandali che hanno coinvolto il composito mondo della Chiesa di Roma, ma soltanto dopo avere letto l'ultimo libro di Nuzzi si può avere un'idea sulla portata concreta dei fatti e sul diretto coinvolgimento della stessa chiesa nel processo giudiziario avviato.

Dalla lettura appare, intanto, chiara l'arretratezza giuridica palesata dall'ordinamento vaticano o quantomeno l'atipicità dell'impianto accusatorio ancora vigente nello Stato Pontificio. Se, infatti, possono esserci i presupposti per le fughe dei documenti secretati, imputabili a soggetti individuati come protagonisti attivi, ad oggi appare surreale il coinvolgimento penale di giornalisti colpevoli solo di avere esercitato con estrema professionalità il proprio ruolo; documentando ampiamente fatti, senza ovviamente citare i loro canali informativi.

Nuzzi e con analoga iniziativa Fittipaldi, nei rispettivi libri hanno semplicemente svolto a pieno la moderna funzione del giornalismo d'inchiesta, con buona pace di quei cattolici retrò che hanno visto in ciò un gravissimo atto di eresia.


La narrazione, che si incentra nell'azione innovativa di Bergoglio, focalizza anche le tante resistenze incontrate nel terremoto avviato, più che soffermarsi sui recenti eclatanti scandali ripresi dai media. Il volume costituisce di fatto un eccellente faro che illumina e dirada le complesse ragnatele cattoliche che hanno sempre occultato e che ancora ora preservano dalla vista di eventuali occhi esterni.

L'articolato scritto, nell'accennare alle complessità che hanno accompagnato i diversi papati succedutisi in epoche recenti, mette a nudo le incrostazioni e progressive ruggini che hanno sempre più appesantito le azioni innovative tentate.

Quanto descritto evidenzia l'imponente operazione avviata da Papa Francesco e indica, peraltro, come si sia ancora ben lontani dal raggiungimento dell'approdo finale prefissato.

Con estrema efficacia è altresì descritta la determinazione e la saggezza di un Papa che, lungi sull'essere sicuro della esattezza e infallibilità degli equilibri immaginati, appare di fatto certo sulla improcrastinabile necessità di una azione di radicale rinnovamento di una chiesa cattolica sempre più discussa e decadente.

In questa chiave risulta quindi preziosa e meritoria l'operazione verità esperita da Nuzzi che, con equilibrio e padronanza di linguaggio, attraverso il suo libro fotografa e rappresenta lo status che ha regnato e che in parte ancora vige dentro i confini delle mura vaticane.

Senza scivolare nelle tentazioni di uno scoop, egli evidenzia i problematici aspetti attuali e prospettici dello Stato Vaticano, riguardo alle Finanze, allo status e alla gestione delle immense proprietà, agli abusi e alle spesso connesse distorsioni amministrative. Al contempo Gian Luigi Nuzzi delimita il patologico, il degrado etico e scandaloso di una parte di ceto clericale di elevato livello che, assoggettatosi spesso incautamente anche a ricatti economici o di carriera, riguarda comunque un'altra spinosa questione all'interno della estesa comunità (cattolica e laica, residente e non).

Rimane altresì chiara anche l'ampia palude inesplorata costituita dall'operato dello IOR, che ha ospitato di certo tantissime spregiudicate operazioni inconfessabili che rimangono ancora nell'ombra (riciclaggi finanziari, collegamenti con Banda della Magliana, casi Sindona e Calvi o Rapimento Emanuela Orlandi in primis) e che, seppur essendo l'istituto commissariato, restano tuttora lontane dall'avviata azione di trasparenza bergogliana.

In poche parole, come sostiene lo stesso autore, il libro non è assolutamente da additare a ludibrio ma costituisce, bensì, un utile aiuto alla chiesa cattolica consciamente impegnata nel suo riscatto.

E' pure da osservare come, nell'anno della misericordia, risulta assai prudente la scelta in ultimo assunta dal pontificato di sospendere il procedimento giudiziario avviato. Bergoglio è un Papa deciso ed irruento ma riflette e spesso è anche capace di tornare a valutare le sue decisioni; ha ben chiara la sua missione, si guarda intorno, ascolta, prende atto delle realtà reale e intanto continua a dimorare a Santa Marta, ...... anche lui sa bene di essere un uomo ...... e come tale sa che anche lui potrebbe essere portato ad errare.

Per concludere "Via Crucis - Da registrazioni e documenti inediti. La difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa" già col il suo titolo annuncia di essere un libro pieno di contenuti: non ci resta che leggerlo.


Essec

martedì 23 febbraio 2016

Unioni civili, a proposito di cosa sia o non sia ‘contro natura’




Assenze in aula, ingiurie, insulti, turpiloquio, urla e aggressioni verbali di eccezionale brutalità non sono purtroppo sconosciute ai parlamentari italiani. Ma nel caso della legge sulle unioni civili la situazione si è appesantita sino a essere insopportabile a causa della disonestà intellettuale di molti, delle reazioni isteriche di altri e della vera o finta, ma comunque ostentata, ignoranza anche delle più elementari nozioni relative alla questione dibattuta.
Con la stessa inoppugnabile chiarezza con cui a suo tempo si dimostrò che è la terra a girare intorno al sole, tre secoli di ricerche etnologiche, geografiche, storiche hanno mostrato che la famiglia “naturale” non esiste. La specie umana organizza il proprio sistema riproduttivo nelle forme che di volta in volta si dimostrano più efficaci a garantire la sopravvivenza della specie nelle diverse situazioni geografiche, storiche, economiche, climatiche ecc. La monogamia, la poliginia, la poliandria, le forme di parentela a discendenza unilaterale e quelle a discendenza bilaterale, i matrimoni combinati e quelli addirittura imposti dalle regole del gruppo non sono necessariamente uno “migliore” o “più morale” o “più evoluto” dell’altro. Semplicemente sono forme di organizzazione sociale della riproduzione variamente funzionali nelle condizioni storiche date: quando la loro efficienza diminuisce per il cambiare delle condizioni date, anche le forme organizzate della riproduzione cambiano. Quanto alla tradizione giudaico-cristiana, seconde, terze, quarte e via contando mogli (da noi impropriamente chiamate concubine), sono attribuite, nella Bibbia, a molti patriarchi a cominciare dal grande Abramo e dal non meno grande Salomone; addirittura Adamo prima di Eva avrebbe avuto un’altra moglie il cui nome era Lilith.
Oggi viviamo in un pianeta sovraffollato, ben diverso dal semideserto globo delle nostre origini; la specie rischia di estinguersi semmai perché siamo troppi, non troppo pochi. In questa nuova situazione diviene accettabile la pratica dell’eros programmaticamente separata dalla procreazione, pratica severamente condannata quando eravamo pochi e il popolo eletto ringraziava il suo Dio che concedeva loro discendenze numerose come le stelle in cielo e i granelli di sabbia nel deserto. Oggi siamo monogami, ma siamo ben lontani dalla media per ogni donna di una gravidanza ogni dieci, dodici, al massimo diciotto mesi. Eppure fare un figlio ogni quattordici mesi potrebbe essere considerato perfettamente “naturale” per le donne sane e robuste. In realtà il ragionamento è radicalmente sbagliato: un figlio ogni quattordici mesi non è “naturale”, semplicemente è compatibile con l’anatomia e la fisiologia di una donna sana. Se sia naturale, è impossibile deciderlo, posto che la nostra esperienza della natura è sempre filtrata e mediata dalla cultura: e la cultura ci dice ciò che è desiderabile oppure orribile, ciò che ci emancipa oppure ci opprime. Non ci dice cosa è naturale.
Quando si discute di unioni civili la questione di ciò che è “natura” e di ciò che è “contro natura” incombe pesantissima. Le unioni omosessuali sono state per secoli considerate contro natura, perché “contro natura” erano considerati coloro che a queste unioni davano vita. Oggi che la scienza, la ricerca e l’esperienza hanno dimostrato che non si tratta né di pazzia né di malattia, non li si può più chiudere in prigione o in manicomio. Anzi addirittura, se si dà retta all’Europa, bisogna riconoscere loro alcuni diritti civili simili a quelli di cui godiamo noi “normali”. Sono dunque come noi? Non sono diversi da noi?
I diversi inclusi in un gruppo sociale servono a vari usi: per esempio servono come oggetto da inferiorizzare per consentire ai “normali” di sentirsi superiori. Non c’è niente come un omosessuale per far sentire un maschio umano nella pienezza della propria potenza gonadica. “Io sì che sono un vero uomo, mica come quello schifoso lì, contro natura…” ecc. Ed ecco che, costretti a rinunciare all’inferiorizzazione del diverso come soggetto umano, i parlamentari italiani si sono inventati un brillante escamotage: lo spostamento dell’inferiorità un passo più avanti. “Non siete inferiori a noi quanto a rapporti sessuali, ma non potete riprodurvi: ergo autorizzarvi ad avere una famiglia è contro natura”. Vedi sopra a proposito della famiglia naturale
Che il Parlamento di una Repubblica democratica, laica, europea, possa trastullarsi con argomenti di questa fatta, è già ben deprimente; ma non è tutto. Quello che almeno per me, è davvero orribile è il cinismo che è emerso con la doppia strumentalizzazione a cui tutto il testo Cirinnà è stato sottoposto. Da parte della Chiesa cattolica, che ha ribadito in tutti i modi che in materia di sessualità (e anche di altre cose) la Repubblica italiana non è un paese libero e indipendente che si autogoverna, ma è una colonia della Città del Vaticano; da parte dei parlamentari italiani che, anziché difendere se non gli odiati “froci”, almeno l’indipendenza del parlamento italiano, da un lato hanno fatto l’immancabile atto di soggezione al Vaticano e dall’altro colgono l’occasione per regolare a furia di trappole e di tranelli, i vari conti aperti tra loro.
Dimenticando a cuor leggero che la legge di cui discutono riguarda esseri umani, adulti e bambini, che vorrebbero soltanto poter vivere liberamente e dignitosamente la propria vita affettiva.






sabato 20 febbraio 2016

Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

I presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, dalla sua proclamazione sino ad oggi, sono stati 27 e hanno presieduto complessivamente 63 governi.

Alcide De Gasperi è il politico che ha presieduto per più volte un governo (8 governi, dei quali il primo insediatosi ancora in epoca monarchica e quindi repubblicano solo nella seconda parte del mandato, cioè dopo la proclamazione della Repubblica), seguito da Giulio Andreotti (7 governi) e Amintore Fanfani (6 governi).

La Democrazia Cristiana è il partito che ha annoverato la maggior parte di Presidenti del Consiglio (16).

N. Ritratto Nome
(Nascita-morte)
Mandato Partito Governo e composizione Leg. Presidente della Repubblica
Inizio Fine
1 Alcide de Gasperi 2.jpg Alcide De Gasperi
(1881–1954)
14 luglio 1946 2 febbraio 1947 Democrazia Cristiana De Gasperi II Comitato di Liberazione Nazionale
DC-PSI-PCI-PRI
AC
(1946)
Enrico De Nicola
De Nicola ritratto.jpg
(1946-1948)[2]
2 febbraio 1947 1º giugno 1947 De Gasperi III Comitato di Liberazione Nazionale
DC-PSI-PCI
1º giugno 1947 24 maggio 1948 De Gasperi IV Centrismo
DC-PSLI-PLI-PRI
24 maggio 1948 27 gennaio 1950 De Gasperi V I
(1948)
Luigi Einaudi
Luigi Einaudi.jpg
(1948-1955)
27 gennaio 1950 26 luglio 1951 De Gasperi VI Centrismo
DC-PSLI-PRI
26 luglio 1951 16 luglio 1953 De Gasperi VII Centrismo
DC-PRI
16 luglio 1953 17 agosto 1953 De Gasperi VIII DC II
(1953)
2 Pella.jpg Giuseppe Pella
(1902–1981)
17 agosto 1953 18 gennaio 1954 Democrazia Cristiana Pella DC-I
con l'appoggio esterno di PLI e PNM
3 Amintore Fanfani 1983-04-14.jpg Amintore Fanfani
(1908–1999)
18 gennaio 1954 10 febbraio 1954 Democrazia Cristiana Fanfani I DC
4 Mario Scelba.jpg Mario Scelba
(1901–1991)
10 febbraio 1954 6 luglio 1955 Democrazia Cristiana Scelba Centrismo
DC-PSDI-PLI
5 Antonio Segni Official.jpg Antonio Segni
(1891–1972)
6 luglio 1955 19 maggio 1957 Democrazia Cristiana Segni I Centrismo
DC-PSDI-PLI
Giovanni Gronchi
Giovanni Gronchi.jpg
(1955-1962)
6 Adone Zoli.jpg Adone Zoli
(1887–1960)
19 maggio 1957 1º luglio 1958 Democrazia Cristiana Zoli DC
con l'appoggio esterno di:
PLI-PRI-PSDI-MSI

Amintore Fanfani 1983-04-14.jpg Amintore Fanfani
(1908–1999)
1º luglio 1958 15 febbraio 1959 Democrazia Cristiana Fanfani II Centrismo
DC-PSDI
III
(1958)

Antonio Segni Official.jpg Antonio Segni
(1891–1972)
15 febbraio 1959 25 marzo 1960 Democrazia Cristiana Segni II DC
con l'appoggio esterno di:
PLI-PNM-PMP-MSI
7 Fernando Tambroni.jpg Fernando Tambroni
(1901–1963)
25 marzo 1960 26 luglio 1960 Democrazia Cristiana Tambroni DC
con l'appoggio esterno di MSI e PDI

Amintore Fanfani 1983-04-14.jpg Amintore Fanfani
(1908–1999)
26 luglio 1960 21 febbraio 1962 Democrazia Cristiana Fanfani III DC
21 febbraio 1962 21 giugno 1963 Fanfani IV Centrismo
DC-PSDI-PRI
8 Presidente Leone.jpg Giovanni Leone
(1908-2001)
21 giugno 1963 4 dicembre 1963 Democrazia Cristiana Leone I DC IV
(1963)
Antonio Segni
Antonio Segni Official.jpg
(1962-1964)
9 Aldo Moro.jpg Aldo Moro
(1916–1978)
4 dicembre 1963 22 luglio 1964 Democrazia Cristiana Moro I Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
22 luglio 1964 23 febbraio 1966 Moro II
23 febbraio 1966 24 giugno 1968 Moro III Giuseppe Saragat
Giuseppe Saragat.jpg
(1964-1971)

Presidente Leone.jpg Giovanni Leone
(1908-2001)
24 giugno 1968 12 dicembre 1968 Democrazia Cristiana Leone II DC V
(1968)
10 D5150.jpg Mariano Rumor
(1915–1990)
12 dicembre 1968 5 agosto 1969 Democrazia Cristiana Rumor I Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
5 agosto 1969 27 marzo 1970 Rumor II DC
27 marzo 1970 6 agosto 1970 Rumor III Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
11 Emilio-Colombo.jpg Emilio Colombo
(1920–2013)
6 agosto 1970 17 febbraio 1972 Democrazia Cristiana Colombo Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
12 Giulio andreotti.jpg Giulio Andreotti
(1919–2013)
17 febbraio 1972 26 giugno 1972 Democrazia Cristiana Andreotti I DC Giovanni Leone
Presidente Leone.jpg
(1971-1978)
26 giugno 1972 7 luglio 1973 Andreotti II Centrismo
DC-PSDI-PLI
VI
(1972)

D5150.jpg Mariano Rumor
(1915–1990)
7 luglio 1973 14 marzo 1974 Democrazia Cristiana Rumor IV Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
14 marzo 1974 23 novembre 1974 Rumor V Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI

Aldo Moro.jpg Aldo Moro
(1916–1978)
23 novembre 1974 12 febbraio 1976 Democrazia Cristiana Moro IV Centrismo
DC-PRI
12 febbraio 1976 29 luglio 1976 Moro V DC

Giulio andreotti.jpg Giulio Andreotti
(1919–2013)
29 luglio 1976 11 marzo 1978 Democrazia Cristiana Andreotti III DC
con l'appoggio esterno del PCI
VII
(1976)
11 marzo 1978 20 marzo 1979 Andreotti IV
20 marzo 1979 4 agosto 1979 Andreotti V Centrismo
DC-PSDI-PRI
Sandro Pertini
Pertini ritratto.jpg
(1978-1985)
13 Cossiga Francesco.jpg Francesco Cossiga
(1928–2010)
4 agosto 1979 4 aprile 1980 Democrazia Cristiana Cossiga I Centrismo
DC-PSDI-PLI
VIII
(1979)
4 aprile 1980 18 ottobre 1980 Cossiga II DC-PSI-PRI
14 Forlani.jpg Arnaldo Forlani
(1925– )
18 ottobre 1980 28 giugno 1981 Democrazia Cristiana Forlani Centro-sinistra "organico"
DC-PSI-PSDI-PRI
15 Spadolini.jpg Giovanni Spadolini
(1925-1994)
28 giugno 1981 23 agosto 1982 Partito Repubblicano Italiano Spadolini I Pentapartito
DC-PSI-PSDI-PRI-PLI
23 agosto 1982 1º dicembre 1982 Spadolini II

Amintore Fanfani 1983-04-14.jpg Amintore Fanfani
(1908–1999)
1º dicembre 1982 4 agosto 1983 Democrazia Cristiana Fanfani V Pentapartito
DC-PSI-PSDI-PLI
16 Bettino Craxi-1.jpg Bettino Craxi
(1934–2000)
4 agosto 1983 1º agosto 1986 Partito Socialista Italiano Craxi I Pentapartito
DC-PSI-PSDI-PRI-PLI
IX
(1983)
1º agosto 1986 17 aprile 1987 Craxi II Francesco Cossiga
Cossiga Francesco.jpg
(1985-1992)

Amintore Fanfani 1983-04-14.jpg Amintore Fanfani
(1908–1999)
17 aprile 1987 28 luglio 1987 Democrazia Cristiana Fanfani VI DC-I
17 Giovanni Goria.jpg Giovanni Goria
(1943–1994)
28 luglio 1987 13 aprile 1988 Democrazia Cristiana Goria Pentapartito
DC-PSI-PSDI-PRI-PLI
X
(1987)
18 Ciriaco De Mita 2010.jpg Ciriaco De Mita
(1928– )
13 aprile 1988 22 luglio 1989 Democrazia Cristiana De Mita Pentapartito
DC-PSI-PRI-PSDI-PLI

Giulio andreotti.jpg Giulio Andreotti
(1919–2013)
22 luglio 1989 12 aprile 1991 Democrazia Cristiana Andreotti VI Pentapartito
DC-PSI-PSDI-PRI-PLI
12 aprile 1991 28 giugno 1992 Andreotti VII Quadripartito
DC-PSI-PSDI-PLI
19 Amato2009.jpg Giuliano Amato
(1938– )
28 giugno 1992 28 aprile 1993 Partito Socialista Italiano Amato I Quadripartito
DC-PSI-PSDI-PLI
XI
(1992)
Oscar Luigi Scalfaro
Oscar Luigi Scalfaro 3.jpg
(1992-1999)
20 Ciampi ritratto.jpg Carlo Azeglio Ciampi
(1920– )
28 aprile 1993 10 maggio 1994 Indipendente Ciampi DC-PSI-PDS-PSDI-PRI-PLI-FdV
21 Silvio Berlusconi (2010) cropped.jpg Silvio Berlusconi
(1936– )
10 maggio 1994 17 gennaio 1995 Forza Italia Berlusconi I Polo delle Libertà-
Polo del Buon Governo
FI-LN-AN-CCD-UdC-FLD
XII
(1994)
22 Lamberto dini pl.jpg Lamberto Dini
(1931– )
17 gennaio 1995 17 maggio 1996 Indipendente Dini Governo tecnico
con l'appoggio esterno di:
PDS-PPI-PSI-FdV-Rete-CS-LN
23 Romano Prodi in Nova Gorica (2c).jpg Romano Prodi
(1939– )
17 maggio 1996 21 ottobre 1998 L'Ulivo Prodi I L'Ulivo
PDS-PPI-UD-FdV-RI-SI
XIII
(1996)
24 Massimo D'Alema 2009.jpg Massimo D'Alema
(1949– )
21 ottobre 1998 22 dicembre 1999 Democratici di Sinistra D'Alema I L'Ulivo
DS-PPI-RI-SDI-FdV-PdCI-UDR, Rete
22 dicembre 1999 25 aprile 2000 D'Alema II L'Ulivo
DS-PPI-Dem-UDEUR-
SDI-FdV-RI-PdCI-UV
Carlo Azeglio Ciampi
Ciampi ritratto.jpg
(1999-2006)

Amato2009.jpg Giuliano Amato
(1938– )
25 aprile 2000 11 giugno 2001 L'Ulivo Amato II L'Ulivo
DS-PPI-DEM-FdV-PdCI-UDEUR-RI-SDI

Silvio Berlusconi (2010) cropped.jpg Silvio Berlusconi
(1936– )
11 giugno 2001 23 aprile 2005 Forza Italia Berlusconi II Casa delle Libertà
FI-AN-LN-UDC-NPSI-PRI
XIV
(2001)
23 aprile 2005 17 maggio 2006 Berlusconi III

Romano Prodi in Nova Gorica (2c).jpg Romano Prodi
(1939– )
17 maggio 2006 8 maggio 2008 L'Ulivo;
Partito Democratico
Prodi II L'Unione
DS-DL/PD-PRC-RnP (SDI-RI) -PdCI-IdV-FdV
UDEUR-SI-DCU-LpA-AL-SD-LD-MRE
XV
(2006)
Giorgio Napolitano
Presidente Napolitano.jpg
(2006-2015)

Silvio Berlusconi (2010) cropped.jpg Silvio Berlusconi
(1936– )
8 maggio 2008 16 novembre 2011 Il Popolo della Libertà Berlusconi IV Centro-destra
PdL-LN-MpA-CN-PT-FdS-DC
XVI
(2008)
25 Mario Monti - Terre alte 2013.JPG Mario Monti
(1943– )
16 novembre 2011 28 aprile 2013 Indipendente Monti Governo tecnico
con l'appoggio esterno di:
PdL-PD-UdC-FLI-ApI
26 Enrico Letta 2013.jpg Enrico Letta
(1966– )
28 aprile 2013 22 febbraio 2014 Partito Democratico Letta Grande coalizione
PD-PdL/NCD-SC-UdC-PI-RI
XVII
(2013)
27 Matteo Renzi crop 2015.jpeg Matteo Renzi
(1975– )
22 febbraio 2014 in carica Partito Democratico Renzi PD-NCD-SC-UdC-Dem. Solidale-PSI

Sergio Mattarella
Presidente Sergio Mattarella.jpg
(2015-)

Fonte Wikipedia