martedì 31 maggio 2016

Amministrative, M5S unica alternativa al renzismo



Tra una settimana si vota. Per coloro che hanno un animo propenso alla servitù volontaria, come già mezzo millennio fa la definiva Etienne de la Boetie, la scelta è semplice: mettere la x sui candidati sindaci di Renzi.
Chi alla servitù volontaria è invece refrattario, e incapace di restare indifferente alla resistibile ascesa dell'ex sindaco di Firenze (che fece di Publiacqua, ora sotto accusa per i lungarno che sprofondano, uno dei suoi feudi, dove ebbe inizio tra l'altro la carriera pubblica della Boschi), filiazione e sintesi di Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, con cui una Nuova Cricca (e più giovani lustrini) sta sostituendo la vecchia dell'inciucio per finire di spolpare a forza di privatizzazioni e infeudamenti politici un ex Paese chiamato Italia, ha di fronte a sè una scelta obbligata: votare per i candidati del M5S, quali che siano gli innumerevoli difetti di ciascuno di loro e le colpe del movimento in quanto tale e dei suoi vertici, che MicroMega ha sempre segnalato senza sconti e minimizzazioni.
Perchè a Roma e a Torino si gioca la prima partita decisiva (la seconda sarà al referendum di ottobre) tra la colonizzazione schiacciasassi delle istituzioni da parte della Nuova Cricca o la possibilità che si riaprano gli spazi di un rinnovamento civile che consenta all'Italia di congedarsi dal ventennio che non passa, nella cui morta gora Renzi vuole radicare e affondare il paese. 
Gli ingenui che vorranno ascoltare le sfiatate sirene di promesse elettorali accattivanti dei cloni renziani nelle città, si accomodino pure, evitino però di raccontare favole belle  alle ermioni delle rispettive coscienze: i programmi dei partiti di establishment sono scritti sull'acqua peggio dei sospiri d'amore di Lesbia per Catullo, mentre la forza che Renzi trarrà da ogni singolo voto dato ai suoi cloni e altri Giachetti propizierà il progetto con cui la lugubre progressione Craxi>Berlusconi> di azzeramento della balance of power e dell'autonomia di magistratura, giornalismo, cultura e associazioni della società civile (il tessuto di reciproche limitazioni che resta l'humus irrinunciabile della democrazia) arriverà a compimento.
Roma e Torino sono gli scontri più importanti: per il significato ovvio del risultato nella capitale, e perchè a Torino verrebbe sconfitto il renziano che sembra imbattibile, che ancora qualche mese fa era certo di essere confermato al primo turno, e che rappresenta nel modo più tronfio e arrogante la continuità con la quintessenza dell'inciucismo che Renzi vuole solo declinare in modo nuovo: gli apparati del professionismo politico in simbioso con l'affarismo dei poteri finanziari. Ma ovviamente è auspicabile che a Napoli al ballottaggio vadano il candidato M5S e De Magistris, e che l'alternativa democratica al renzismo prevalga ovunque sia presente.
Milano sarà un tristissimo caso anomalo: tutti i sondaggi indicano che al ballottaggio andranno due candidati identici e di una identica destra, Parisi e Sala. Un democratico, dopo aver votato al primo turno per il M5S o per Basilio Rizzo, non avrà cosa scegliere. Anche se tra padella e brace gli stessi sondaggi indicano un ovvio spostamento a vantaggio dell'originale Parisi a scapito della fotocopia Sala.

Paolo Flores d'Arcais (Micromega - 8 maggio 2016)

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