Tra una settimana si vota. Per coloro che hanno un animo
propenso alla servitù volontaria, come già mezzo
millennio fa la definiva Etienne de la Boetie, la scelta è semplice: mettere la
x sui candidati sindaci di Renzi.
Chi alla servitù volontaria è invece refrattario, e incapace
di restare indifferente alla resistibile ascesa dell'ex sindaco di Firenze (che
fece di Publiacqua, ora sotto accusa per i lungarno che sprofondano, uno dei
suoi feudi, dove ebbe inizio tra l'altro la carriera pubblica della Boschi),
filiazione e sintesi di Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, con cui una Nuova
Cricca (e più giovani lustrini) sta sostituendo la vecchia dell'inciucio per
finire di spolpare a forza di privatizzazioni e infeudamenti politici un ex
Paese chiamato Italia, ha di fronte a sè una scelta obbligata: votare per i
candidati del M5S, quali che siano gli innumerevoli difetti di ciascuno di loro
e le colpe del movimento in quanto tale e dei suoi vertici, che MicroMega ha sempre segnalato senza
sconti e minimizzazioni.
Perchè a Roma e a Torino si gioca la prima partita decisiva
(la seconda sarà al referendum di ottobre) tra la colonizzazione schiacciasassi
delle istituzioni da parte della Nuova Cricca o la possibilità che si riaprano
gli spazi di un rinnovamento civile che consenta all'Italia di congedarsi dal ventennio che non passa, nella cui
morta gora Renzi vuole radicare e affondare il paese.
Gli ingenui che vorranno ascoltare le sfiatate sirene di
promesse elettorali accattivanti dei cloni renziani nelle città, si accomodino
pure, evitino però di raccontare favole belle alle ermioni delle
rispettive coscienze: i programmi dei partiti di establishment sono scritti
sull'acqua peggio dei sospiri d'amore di Lesbia per Catullo, mentre la forza
che Renzi trarrà da ogni singolo voto dato ai suoi cloni e altri Giachetti
propizierà il progetto con cui la lugubre progressione Craxi>Berlusconi>
di azzeramento della balance of power e dell'autonomia di magistratura,
giornalismo, cultura e associazioni della società civile (il tessuto di
reciproche limitazioni che resta l'humus irrinunciabile della democrazia)
arriverà a compimento.
Roma e Torino sono gli scontri più importanti: per il
significato ovvio del risultato nella capitale, e perchè a Torino verrebbe
sconfitto il renziano che sembra imbattibile, che ancora qualche mese fa era
certo di essere confermato al primo turno, e che rappresenta nel modo più
tronfio e arrogante la continuità con la quintessenza dell'inciucismo che Renzi
vuole solo declinare in modo nuovo: gli apparati del professionismo politico in
simbioso con l'affarismo dei poteri finanziari. Ma ovviamente è auspicabile che
a Napoli al ballottaggio vadano il candidato M5S e De Magistris, e che
l'alternativa democratica al renzismo prevalga ovunque sia presente.
Milano sarà un tristissimo caso anomalo: tutti i sondaggi
indicano che al ballottaggio andranno due candidati identici e di una identica
destra, Parisi e Sala. Un democratico, dopo aver votato al primo turno per il
M5S o per Basilio Rizzo, non avrà cosa scegliere. Anche se tra padella e brace
gli stessi sondaggi indicano un ovvio spostamento a vantaggio dell'originale
Parisi a scapito della fotocopia Sala.
Paolo Flores d'Arcais (Micromega - 8 maggio 2016)
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