Ovvero ..... Come un noto divulgatore scientifico descriverebbe le abitudini degli appassionati di Fotografia.
I fotoamatori hanno un carattere socievole nei confronti dei neofiti, che vengono accolti amichevolmente, e sono garbati verso i soggetti coi quali familiarizzano rapidamente tanto da restare in contatto anche una volta ultimata la “battuta di caccia” e da rincontrarsi nuovamente la volta successiva. Tuttavia, in alcune occasioni, per “rubare l’anima” ai soggetti scelti, si avvalgono del fattore sorpresa o ricorrono ad obiettivi dalla lunghezza focale maggiore, per scattare di nascosto e rapidamente da lontano.
Per comunicare tra di loro i fotografi utilizzano un codice alfanumerico
attraverso il quale pare si scambino misteriose coordinate strategiche.
Ad esempio, il significato dell’espressione ‹‹1/1000sec.; f.5,6; ISO 400 ››
per i non addetti ai lavori è ancora oscuro. Ma, in fin dei conti, sono
tutti inoffensivi e giocherelloni, sappiate che è sufficiente metterli
seduti attorno ad un tavolo e dar loro da mangiare per ammansire anche i
fotografi più selvatici.
Talvolta al suo passaggio lo stormo di fotoamatori viene osservato con
insistenza e scambiato per una comitiva di turisti. Se si tratta di una
tappa di breve durata gli interessati possono lasciarlo credere, se,
viceversa, la sosta si prolunga, i fotografi, opportunamente,
chiariscono l’equivoco sulla provenienza, rendendo comprensibile che
trovarsi ad attraversare quel rione della città per loro è assolutamente
normale.
Fino a circa 10-15 anni addietro gli appassionati di Fotografia avevano nelle proprie “tane” un locale completamente buio all’interno del quale si rifugiavano per rendere visibili le immagini latenti catturate all’esterno. Oggi, al contrario, “metabolizzano” i soggetti davanti ad uno schermo fluorescente. Senza dubbio in questo modo si è manifestata anche in loro l’evoluzione della specie.
Alcuni esemplari di fotoamatori posti in cattività, sono stati privati della fotocamera e, dopo una breve “astinenza”, hanno perfezionato abilità e competenze tali da potere lavorare e condurre una vita di relazione proprio come dei veri esseri umani. L’incoraggiante risultato induce tanti all’ottimismo fino a ritenere possibile accogliere un fotografo in casa perché non sporca ed è di compagnia. Ma altri non sono del tutto convinti che il fotoamatore sia completamente addomesticato, ritengono che la sua natura improvvisamente possa riemergere spingendolo a fuggire di casa per raggiungere i suoi simili randagi con lo scopo di scattare ancora fotografie nelle periferie, nei mercati e, specialmente al tramonto, anche sulle spiagge in riva al mare.
Fino a circa 10-15 anni addietro gli appassionati di Fotografia avevano nelle proprie “tane” un locale completamente buio all’interno del quale si rifugiavano per rendere visibili le immagini latenti catturate all’esterno. Oggi, al contrario, “metabolizzano” i soggetti davanti ad uno schermo fluorescente. Senza dubbio in questo modo si è manifestata anche in loro l’evoluzione della specie.
Alcuni esemplari di fotoamatori posti in cattività, sono stati privati della fotocamera e, dopo una breve “astinenza”, hanno perfezionato abilità e competenze tali da potere lavorare e condurre una vita di relazione proprio come dei veri esseri umani. L’incoraggiante risultato induce tanti all’ottimismo fino a ritenere possibile accogliere un fotografo in casa perché non sporca ed è di compagnia. Ma altri non sono del tutto convinti che il fotoamatore sia completamente addomesticato, ritengono che la sua natura improvvisamente possa riemergere spingendolo a fuggire di casa per raggiungere i suoi simili randagi con lo scopo di scattare ancora fotografie nelle periferie, nei mercati e, specialmente al tramonto, anche sulle spiagge in riva al mare.
Andrea di Napoli (L'Inchiesta Sicilia - 22 giugno 2016)
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