Non so cosa ne pensate voi. Ma in me questa
storia del candidato alle elezioni di Palermo che ha filmato tutta la
campagna elettorale per farne un documentario ha suscitato una reazione
molto lontana sia dalle prevedibili arrabbiature di Salvini e Meloni sia dalle
profonde perplessità di Michele Serra. Ho trovato la cosa simpatica e interessante.
Sia che tutto fosse architettato fin dall’inizio, sia che l’idea sia nata in
corso d’opera come sostiene l’autore, non mancano elementi di notevole
interesse sul piano della comunicazione.
Intendiamoci: non ho mai creduto all’assoluta
autenticità, alla “verità” dell’immagine audiovisiva. Al di là delle possibili
manipolazioni, anche la ripresa più lineare è una rappresentazione della
realtà, non la realtà, un’interpretazione non certo priva di
scelte soggettive. E’ una delle prime cose che insegno ai miei allievi,
mettendoli in guardia dal mito dell’oggettività. Detto questo, però, non si può
neppure negare che vedere e ascoltare Cuffaro o
Salvini ripresi nel loro agire politico-elettorale possa dirci
qualcosa in più su Cuffaro e Salvini e su tutti gli altri coinvolti nella
vicenda. Non la verità assoluta ma qualche elemento in più sulla base del quale
costruirsi un’opinione. Insomma l’immagine televisiva non è la realtà ma, usata
con intelligenza, ci consente di avvicinarci, altrimenti non
ci sarebbe motivo di inserire tecnologie come la Var nelle partite di calcio.
C’è un altro caso che accende la polemica
politica in questi giorni: l’incontro tra Salvini e Casaleggio di cui ha dato notizia Repubblica,
negato dai 5 stelle ma
confermato dal direttore Mario
Calabresi sulla base dell’attendibilità della fonte che lo ha
rivelato. Ecco, se di quell’incontro ci fosse un’immagine audiovisiva
furtivamente realizzata da qualche iena o ex iena o futura iena, forse la
veridicità dello scoop ne uscirebbe innegabilmente rafforzata.
Non che così non possa essere vera, ma lo sarebbe di più: è il gioco
dell’immagine e della sua evidenza, un gioco anche perverso ma di cui non si
può non tenere conto. Per questo le immagini realizzate dal candidato a Palermo
La
Vardera mi incuriosiscono molto.
A proposito di prove audiovisive e di Sicilia:
vi ricordate la
vicenda del governatore Rosario Crocetta
coinvolto in una brutta faccenda di minacce a Lucia Borsellino, secondo una rivelazione dell’Espresso?
Crocetta ha sempre negato, mentre l’Espresso assicurava di avere un
nastro che autenticava la versione, un documento che, secondo le mie categorie
appena espresse sopra, avrebbe dato un grado più elevato di veridicità alla
rivelazione, prima ancora che in tribunale, di fronte all’opinione pubblica. Ma chi ha mai visto quel
nastro? Forse La Vardera sarà un giullare come dice
Salvini, ma ha messo in piedi un marchingegno mica da ridere.
Giorgio Simonelli (Il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2017)
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