venerdì 11 maggio 2018

Salvini & Berlusconi. Se Giuda è costretto a tradire per compiere le scritture



Un popolo che nella sua storia ha vissuto le stagioni delle convergenze parallele, dei governi balneari, della non sfiducia, non può certo essere colto di sprovvista da una coalizione – il centrodestra –  che sopravvive nonostante la sfiducia del partner partner. Eppure, abituarsi all’illogicità delle vicende politiche non è una impresa facile, e forse è meglio così. Ciò che è irrazionale, inconcepibile, contraddittorio ci tiene svegli giorno e notte, s’insedia nei nostri pensieri e ci induce a riflettere sulle cose del mondo.
Matteo Salvini dice di avere ricevuto un sostanziale lasciapassare da Silvio Berlusconi ed ha così potuto sedersi al tavolo della trattativa con Luigi Di Maio per formare il governo Lega-M5S. Salvini ha pure ringraziato il leader di Forza Italia per la sua generosità, il cosiddetto passo di lato a lungo invocato. Ha anche aggiunto che il centrodestra rimane unito e saldo, niente è cambiato.
Silvio Berlusconi prende atto della svolta e annuncia che Forza Italia non darà la fiducia al governo. Altro che generosità. L’equazione è nei fatti: non dando al nuovo governo la fiducia, non la dà alla Lega di Matteo Salvini, partner della sua coalizione.
Renato Brunetta, che è velenosissimo, interrogato dai giornalisti sulla materia, ha ricordato tutte le volte in cui la Lega (Nord) ha sfiduciato i governi sostenuti da Forza Italia, con l’intenzione di suscitare un’attenzione “attiva” sulla coalizione di centrodestra che, nei fatti, non esiste e non è mai esistita nei momenti clou.
La verità è che c’è un abisso generazionale, e su questo Grillo ha ragione, fra Salvini e il Cavaliere, ed una cosa è avere Umberto Bossi ad Arcore, magari a cena, ed un’altra Matteo Salvini a Palazzo Grazioli.
Proviamo ad immaginare che cosa accadrebbe nella vita normale ciò che si è verificato nelle ultime ore a proposito della formazione del governo. Immaginiamo di essere abbandonati al nostro destino da un socio in affari, risoluto e desideroso di far carriera. Immaginiamo che il nuovo partner del socio abbia imposto l’abbandono, ponendo un veto sulla nostra partecipazione. Immaginiamo che il carrierista ci ringrazi  per la nostra generosa tolleranza nonostante il nostro dissenso e il nostro “no” alla società che si sta per costituire, dalla quale siamo esclusi. Immaginiamo infine di raccontare agli amici comuni l’antico sodalizio sia rimasto in piedi. Chi ci crederebbe?
Non sarebbe solo illogico, la storia susciterebbe incredulità, un sorriso di compatimento e magari qualche riflessione, detta con le labbra stratte, del tipo: a chi volete prendere in giro?
Ma la politica queste regole di vita non le osserva. Se le convergenze possono correre su binari diversi all’infinito, perché mai l’amico, tradito, non può sentirsi legato, più e meglio di prima, al “traditore”?
Però Giuda, secondo una tesi, avrebbe ricevuto il compito più ingrato: tradire Cristo perché si compissero le scritture, il Signore fosse Crocifisso e risorgesse dopo tre giorni. Insomma, Salvini potrebbe stare sacrificandosi per preparare la resurrezione di Silvio Berlusconi.
Vi piace come idea?

Salvatore Parlagreco (Siciliainformazioni, 10 maggio 2018)


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