Eppure ancora oggi c’è qualcuno convinto che esportare la nostra cultura, la “democrazia”, è uno dei doveri e dei compiti del mondo occidentale.
Essere
prevenuti e supponenti sono forse i tarli maggiori che lavorano in modo subdolo
nella coscienza dell’uomo che, generalmente, anche in assoluta buona fede crede
in “valori suoi” che sono principalmente frutto di un proprio modello di vita,
legato ad abitudini che impigriscono sempre più la voglia di accettazione e
condivisione di possibili differenti esistenze, di variegati moduli sociali con
tutti gli annessi e le connesse conseguenze.
Non
si considera che porsi secondo differenti angolature visuali annulla le visioni
piatte e come, di contro, le variegate prospettive arricchiscono le
tridimensionalità, per non parlare poi degli ulteriori dettagli costituiti
dalle luci, dagli odori e dai suoni.
Le
diversità non possono continuare a essere vissute con timore ma come occasioni
di confronto e crescita.
Nessuno
è depositario di verità e ciascuno ha sempre qualcosa da insegnare agli altri e
non solo per caratteristiche culturali, in alcuni casi basta solo il modo di
manifestarsi per già dire qualcosa.
Non ultimo per l’indurre chiunque alla riflessione, anche attraverso stesse tradizioni che assommano sempre delle protratte esperienze vissute.
Non ultimo per l’indurre chiunque alla riflessione, anche attraverso stesse tradizioni che assommano sempre delle protratte esperienze vissute.
L’evoluzione
o l’involuzione dipendono molto dall’apertura che si ha nell’osservare, nel cogliere
e saper capire gli errori per correggerli, nell’utopia perenne del cercare di
creare, nell’interesse che accomuna, un mondo migliore.
Anche
se si ha cognizione che ogni cosa è perfettibile non tutti comprendono o riconoscono
il fatto che l’arte in ogni sua forma espressiva costituisce la principale universale chiave
di lettura che consente liberi scambi diretti e indiretti d’intelletto.
E
non possono costituire limite la babele di lingue e dialetti o le diverse
tradizioni, perché c’è sempre un filo che lega il tutto e che in qualche
modo amalgama anche le differenze.
Come
detto in premessa, basterebbe perciò mettere al bando intanto un bel po’ di
pregiudizi e procedere nel vivere, cercando di seguire le linee guida
improntate a riconoscere a tutti doveri e diritti, che dovrebbero trovare
sempre dimora, nei tempi e nei luoghi più diversi.
A completamento si indica di seguito il link dello slide show della mostra https://youtu.be/NvJskkq_h9U
Buona luce a tutti!
A completamento si indica di seguito il link dello slide show della mostra https://youtu.be/NvJskkq_h9U
Buona luce a tutti!
© Essec
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