La diseducazione
sociale, al giorno d’oggi.
In
campo medico sottoporsi a un periodico check up, a maggior ragione quando si è
in età più avanzata, è una forma di prevenzione minimale utile a poter
diagnosticare in tempo patologie degenerative che, talvolta, se non aggredite/tamponate
in modo tempestivo, possono essere poi difficilmente curate o debellate.
Il
superamento di tutti gli esami clinici consente, pertanto, di accertare la
pienezza fisica e mentale del nostro vivere quotidiano.
In
campo artistico, ogni tanto è anche utile eseguire una disamina analoga, per
costatare l’efficacia dei nostri messaggi e verificare la capacità di sapere ancora
comunicare ciò che sta alla base di ogni intento creativo.
Anch’io,
dopo qualche tempo, mi sono serenamente sottoposto fotograficamente al vaglio
di critici, proponendo un portfolio di immagini abbastanza scontato e di facile
lettura.
Anche
se criticare la realizzazione di chi ci sta accanto è di gran lunga lo sport
nazionale e la predisposizione prediletta da molti, oserei consigliare e
sarebbe opportuno, per chi continua ad avere velleità artistiche,
verificare ogni tanto il proprio status creativo e trarne le conseguenze per
possibili correzioni di rotta o altro.
L’operazione
è servita a me, non per competere in una possibile vincita di premi ma, bensì,
per testare l’efficacia del modo di propormi oggi, la valenza della mia grammatica
attuale e della relativa sintassi attraverso l’utilizzo di foto selezionate in
una narrazione.
La
scelta poi di sottoporre un unico lavoro a letture di differenti critici mi ha consentito,
peraltro, anche di appurare la coincidenza/comunanza di eventuali osservazioni
e difetti, nonchè di stabilire il livello di sintesi che, a loro dire, era necessario
per rendere meglio leggibile il mio messaggio.
Nello
specifico ho, quindi, sottoposto all’esame dei critici immagini relative a una vecchia
storia, accaduta nel lontano 1881; un evento che indusse le autorità del tempo
a edificare un sito monumentale che restasse a commemorare l’accadimento.
Il
fatto ha riguardato la tragedia della Zolfara di Gessolungo e le mie stampe
ritraevano il “Cimitero dei Carusi” a oggi (immagini relative messe in coda nello slide show soprastante); fotografie di una testimonianza, fortemente
voluta dalla popolazione del tempo, che raccoglie la sepoltura delle giovani salme
di tanti piccoli “carusi” deceduti a seguito dell’accidentale scoppio accaduto nella
miniera.
Le
letture del mio progetto fotografico sono state separatamente effettuate da
quattro affermati professionisti del settore (Giammarco Maraviglia, Pippo Pappalardo, Fabio Savagnone e Sandro Iovine); una sintesi, che pure ha
stabilito in tutti il riconoscimento della valenza del progetto, ha però messo
in luce, per ciascuno secondo un proprio diverso punto di vista, problematiche a me note, quali ridondanze, approssimazione e una incompletezza nel prodotto proposto.
Per
chi vorrà meglio approfondire i diversi aspetti critici e ascoltare le articolate
fasi dell’analisi che hanno riguardato il mio progetto rimando agli specifici
video citati e postati nel mio canale You Tube.
I video,
seppur con talune interruzioni tecniche, consentono di avere in quadro assai
chiaro delle modalità operative/didattiche che caratterizzano la tipica “lettura
di portfolio” nella fotografia.
Non
mi dilungo oltre, perché nel caso, la visione rende più di qualunque altra
parola scritta.
Buona
luce a tutti!
© Essec
I “lettori” che hanno preso parte quest’anno all’ottava
edizione di TrapaninPhoto sono stati: Sandro
Iovine (giornalista, critico fotografico e direttore
responsabile FPmag), Gianmarco
Maraviglia (fotogiornalista e docente IED Milano), Pippo Pappalardo (critico
fotografico e storico della fotografia), Chiara
Oggioni Tiepolo (direttore artistico Officine Fotografiche
Milano), Orietta Bay
(Delegato Regionale Ligure FIAF, Docente di fotografia e critico), Fabio Savagnone (fotografo
pubblicitario e fine art), Pietro
Collini (medico, fotoreporter).
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