giovedì 7 ottobre 2021
Frasi celebri: "Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare"
Su Il Fatto Quotidiano di oggi risultano due chiavi di lettura riguardanti i recenti risultati delle amministrative 2021 di particolare contenuto, non altro perché assolutamente fuori dal coro rispetto all'unanime opinione espressa da tanti nei media di parte, spesso apertamente asserviti a oligarchie trasversali consolidate.
L’editoriale di Marco Travaglio, prescindendo dalle simpatie che ciascuno di noi può avere riguardo ai suoi scritti, con una sintesi lucida mette a fuoco taluni aspetti indiscutibili sui recenti risultati elettorali.
Un primo punto risulta l’eccessiva esultanza di una massa di cittadini tifosi (di chiave, tipo, juventina o madrilista, fate voi) abituata cioè a vincere, a prescindere dalla qualità gioco e dal rispetto delle regole. In questo senso risulterebbe, infatti, eccessiva, se non irrazionale, l’esultanza della presunta debacle del 5S, per effetto degli indubbi errori palesati da quel movimento, ma anche dell’assenteismo al voto da parte di una fascia sociale delusa e pure, a ragione, demotivata e depressa.
Che all’italiano medio piaccia l’uomo solo al comando cui delegare la gestione del governo è cosa risaputa, ma da qui a rinunciare completamente alla sostanza delle regole democratiche (o apparenti tali) è però segno d’immaturità e di civiltà poco evoluta in un popolo.
L’oligarchia applicata e conclamata - che ormai non ha problemi e difficoltà a esporsi - risulta oggi incompatibile con l'apparente repubblica democratica parlamentare, ma sono in pochi quelli pienamente consapevoli dello stato delle cose.
Qualcuno ha pure imputato l’appecoramento generalizzato anche alla pandemia ancora latente (da non escludere per le variegate patologie neurologiche scatenate), che è stata peraltro fortemente strumentalizzata da certe fasce di appartenenza politica; sarà forse anche esagerato ma, come usava dire il buon Antonio Di Pietro, ma il Covid che c’azzecca in tutti questo?
In ciò il "Fenomeno Draghi" costituisce per gli italiani tutti un miscuglio indistinto fra bullismo, nostalgie del padre padrone e sindrome di Stoccolma ..... ma a parlare di questo ci dilungheremmo troppo e il tutto necessiterebbe di analisi approfondite e ben più complesse.
Travaglio mette pure in luce come la nostra democrazia, ormai malata, è diretta da un apparente bipolarismo che in realtà è un inciucio costante, spesso non coincidente con gli interessi generale dei cittadini. Al riguardo, Destra e Sinistra italiana, in un'apparente alternanza, in realtà percorrono un unico solco.
I buoi o i muli che manovrano l’aratro (fate voi) rispondono ai comandi di chi ormai tiene in mano ben salde le redini. Chi si metterà ordinatamente in scia avrà così la sua piccola pagnotta o la ciotola di riso, che renderà felici per la benevolenza ricevuta e che, come recita ogni favola, consentirà loro di coltivare l'illusione di continueare a vivere felici e contenti. Con il debito pubblico che intanto progressivamente s'ingrossa e resta solvibile in base alla regola di Totò del "Vi pago domani".
Altro aspetto delicato affrontato riguarda l’astensionismo, che costituisce un'evidente antitesi rispetto all'esercizio della vera democrazia. L’utilizzo del voto - associato a regole e trasparenza - sarebbe, in teoria, l’unica arma democratica concessa ai cittadini per controllare il governo della politica, quella con la P maiuscola ovviamente.
La degenerazione partitica consolidata ha invece creato una camicia di forza da far indossare, che tende a rendere matti chi non si adegua al sistema, facendo sì che la Repubblica parlamentare risulti un teatrino di attori cooptati, senza meriti evidenti, se non quello dell’appartenenza.
Non ci sarà poi da meravigliarsi se il livello culturale e l’improvvisazione genereranno automi chiamati solo a spingere bottoni a comando o a manifestare la loro schizofrenia dell’improvvisata onnipotenza, nella casualità del ruolo ricoperto (talvolta pure occasionale), e, parallelamente, assistere a intellettuali e acculturati che sfuggono dalla politica, per la comprovata difficoltà di eventualmente poter poi esprimere il proprio libero pensiero.
Nel nostro paese, intanto, un sistema farraginoso di leggi e regolamenti pieni di cavilli e rimandi ingessa la burocrazia e, paradossalmente, burocrati, lobbies e politici politicanti costituiscono l’asse portante che organizza e gestisce la vita dell'intero paese.
Sempre nell'edizione del già citato giornale di oggi, nel suo spazio abituale, Antonio Padellaro auspica un libro scritto di proprio pugno da Virginia Raggi, che illumini sulla sua esperienza di sindaco della Città di Roma. Chi ha avuto modo di leggere quello a suo tempo scritto dall’ex Sindaco Marino, messo lì dal partito come pupazzo manovrabile e che poi non si rivelò tale, non potrà che avallare questa eventualità che, ormai e sempre più spesso, rimane per un politico eretico l’unica possibilità per poter manifestare a pieno il proprio pensiero. Per poter raccontare (anche se di parte), come aspetto culturale e non più politico, il resoconto personale della esperienza maturata. Sarebbe, in ogni caso, la capacità di ogni lettore, in base al proprio vissuto e al bagaglio culturale personale, saper poi distinguere la vera differenza tra grano e loglio.
Nell’edizione d’ieri del Fatto Quotidiano anche Massimo Fini, un altro dei personaggi fuori dagli schemi che non le manda a dire, si è dilungato con un suo interessante scritto sul fenomeno 5 Stelle a Roma e sulle vicissitudini personali e politiche di Virginia Raggi in particolare.
Per farla breve e non tediare troppo direi che da leggere nella carta stampata c’è sempre tanto; che occorre certamente sempre confrontare le diverse teorie e tesi, anche contrapposte, per poter dire anche che di articoli interessanti di giornalisti con la G maiuscola - e fortunatamente - ne circolano ancora molti.
Per una maggiore comprensione di quanto fin qui espresso, inviterei quindi a andare a leggere gli scritti appena accennati, a prescindere da schieramenti, pregiudizi personali o eventuali appartenenze.
Un’ultima cosa, il Segretario di turno - ora apparso dalla ruota girevole del Grand Hotel PD - un pò straparla e si proclama vincitore in una Waterloo disertata da molti potenziali elettori chiamati a votare nell’ultima tornata elettorale. Da non crederci, ma nulla di nuovo sotto il sole: la malattia persiste! Al riguardo, chissà perché mi tornano alla mente alcune delle parole che Rosaria Costa, vedova Schifani, ebbe a pronunciare a Palermo il giorno dei funerali per le vittime della strage di Capaci e che mi piace citare. Disse, tra l’altro: “Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato…, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare… Ma loro non cambiano… […] …loro non vogliono cambiare…”. L'associazione potrebbe apparire esagerata, ma sul fatto che "loro non cambiano e non vogliono cambiare" la citazione regge.
Oserei concludere suggerendo a mia volta anche ai tanti che, fortunati loro, hanno il privilegio di vivere sempre delle certezze: meditate gente, meditate.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
Parole di una potenza incredibile, in grado di colpire in profondità l’essere e trasformare un’anima. Perfino di guarire lo spirito da tante cose che crediamo importanti e invalidanti per noi, invece poi, senti questo e tutto svanisce dentro una riflessione mostrando un’infinità spirituale che avvolge in una dimensione apparentemente e infinitamente più grande rispetto alla nostra percezione. Attraverso la sofferenza, anche altrui riconosciamo in nostri limiti attuali, perdonare gli altri, ma prima è necessario perdonare noi stessi per giungere ad una consapevolezza che evidentemente non avremmo acquisito con la soggettiva esperienza. Grazie Toti per lo spunto riflessivo.
RispondiEliminaCristian Cacciatore.
Fin quando lo Stato non dichiarerà, molto efficacemente, guerra all'antistato, continueremo a gustare i migliori
RispondiEliminaGelati di Sicilia.
A volte la sensazione forte è quella di trovarsi, insieme ad altri milioni di cittadini comuni, all'interno del cestello di una lavatrice, sbattuti da destra e da sinistra con l'unica speranza che il cestello si fermi e finalmente si possa uscire dal centro, in maniera composta, rispettosa di tutti e con un occhio ai milioni di persone che certamente avranno il .....capogiro !!!! Mala tempora currunt con la stampa e la tv a " reti unificate"
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