sabato 12 febbraio 2022
Draghi ha dichiarato: “Un lavoro me lo trovo da solo”
La moltitudine umana è composita e le casistiche individuali sono molto ricche e variegate.
Così come esistono uomini e donne con caratteristiche diverse, che mettono in luce le loro peculiarità, ci sono anche altri soggetti camaleontici che si adattano e si rapportano opportunisticamente con il mondo a seconda delle circostanze e delle convenienze.
L’indole e le mutazioni sono infinite e, come è stato da sempre raccontato in tante opere letterarie, sono le maschere quelle che rivelano le sembianze apparenti e suscitano i sentimenti che vengono percepiti all’esterno.
Quanto viene manifestato o solo raccolto induce ognuno ad aggettivare il proprio interlocutore - e ogni personaggio che gravita nel proprio panorama - con termini che sintetizzano in una parola quella che è una propria convinzione. Temporanea o definitiva poco importa.
Ipocrita, scorretto, vile, ingeneroso, egoista, egocentrico, politicante, inaffidabile, stolto, egemone, padre padrone, incivile, scriteriato, figlio di … e tanti molteplici termini si usano per enfatizzare delle negatività individuali percepite.
Di contro altre etichette fotografano positività eticamente nobili e inconfutabili che, in uomini di fede o laici agnostici di animo buono, spingono talvolta a considerare l’esistenza di aureole connotanti una certa santità o eccellenza.
A queste regole del vivere quotidiano in ogni caso non si sfugge.
Le tipiche caratteristiche si notano già da bambini, i quali si esprimono naturalmente per come realmente sono, a prescindere dall’educazione e dalla classe sociale di appartenenza. Col tempo le tendenze vengono più o meno gestite con una dose d'ipocrisia, per poi scatenarsi alla fine senza più freni inibitori in età adulta.
Capita, quindi, che anche la categoria dei nonni possa includere soggetti con caratteristiche specifiche e varie.
Lo status declamato non costituisce necessariamente un presupposto per essere definiti dei saggi, altruisti, generosi, affabili, socievoli, espansivi, propositivi, visionari, statisti, etc. ma spesso tanti fattori si fondono in individualità che sintetizzano aspetti che connotano taluni negativamente in dei veri emeriti “stronzi”, nel senso più fascinoso e inequivocabile che se ne dà nell’uso comune.
L’essere stronzi, quindi, raggruppa in sé una miscellanea di negatività, con un assioma che torna concettualmente utile nel voler descrivere comportamenti poco gradevoli, specie se riguardano certi soggetti coinvolti nell’espletamento di funzioni e ruoli cui si è direttamente a contatto (dipendente, dirigente, collaboratore, vicino di casa o condomino in genere, contendente, politico, semplice compagno di giochi o socio, etc...).
Da sempre delle qualità positive sono in pochi a occuparsene, maggiore attenzione destano sempre quelli che si propongono e atteggiano a delle prime donne, protagonisti vogliosi di emergere a qualunque costo.
Queste considerazioni amare trovano spunto e si ispirano all’ennesima cattiveria rubricata in pillole da “Spinoza”, e in particolare ci si riferisce a quella apparsa oggi su “Il Fatto Quotidiano”. Ancora una volta dedicata a Mario Draghi premier, osannato da moltitudini di media e dalla stampa intera come “il Migliore dei Migliori”. Anche se la platea del Nerone di “Petroliniana” memoria del bene, bravo, bis …. preannuncia cenni di sfaldamenti; ancor di più dopo le recenti vicende presidenziali, che non lo fanno più apparire superman come prima.
Lo scritto, riprendendo una frase astiosa del nonno che si dichiarava a disposizione, recita: “Un lavoro me lo trovo da solo”. Alla ostentata affermazione “Spinoza” aggiunge la sarcastica considerazione: “Il nonno al servizio delle istituzioni sta regredendo all’infanzia”.
E’ da dire che, più in generale, nello scenario italiano sono presenti analogie con molte manifestazioni pubbliche di altri discutibili personaggi ….. ma quelle - e per ognuno - si tratterebbe di altro folklore e racconterebbero tante altre storie, talvolta mantenute in ombra.
In tutto questo occorre sempre tener presente che nelle avventure del pluripremiato film di fine millennio, le fortune costanti narrate su Forrest Gump erano sostanzialmente delle finzioni sceniche, scritte idealmente in un copione. In verità le certezze perenni di sicuro successo, nella vita reale, non sono tanto verosimili e, men che meno, assicurano l'esistenza di regole.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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