giovedì 29 settembre 2022

L’alba di Andromeda e concetti di limite e confine



Inizio con queste considerazioni annotate in un post da Elena Tempestini che induce a molte riflessioni, anche tenuto conto dello sbandamento culturale e esistenziale che sta attraversando questa nostra società egoista, confusa e sempre belligerante.
Scrive Elena: “Non è l'alba, ma l'alba di una galassia. Una mattina piena di 1 miliardo di soli, l'alba di Andromeda. Una figura a spirale enorme con nuvole di gas che collassano dove si condensano sistemi planetari, supergiganti luminosi, soli stabili di mezza età, giganti rosse, nane bianche, nebulose planetarie, supernova, stelle di neutroni, pu Isar, buchi neri, e ci sono motivi per pensare che ci siano altri oggetti esotici che non abbiamo ancora scoperto. Da questo mondo, ben al di sopra di Andromeda, sarà chiaro, che siamo fatti di atomi e di stelle. Che il grande e antico cosmo di cui facciamo parte ha forgiato la nostra materia e la nostra forma. Andromeda è l'oggetto più lontano che possiamo vedere ad occhio nudo. La prossima volta che la vedrai 2,5 milioni di anni indietro.” Il post è accompagnato dalla foto di Andromeda sul deserto del Sahara di Jordi Coy (Credit. Cosmos astronomy).



Nel pubblicare ieri su FB la foto che ho scelto di mettere in testa a questo articolo inserivo anche la seguente didascalia: "Sarà pure banale ..... una di quelle foto cartolina che abbiamo fatto e viste tante .... ma il tramonto del sole attrae a qualunque età e, a prescindere da tutto, mantiene sempre un suo fascino, anche come segnale del tempo." che per molti aspetti si collega ai tanti contenuti già posti in premessa di questo scritto. Albe e tramonti .... fisicamente simili ma significativi per simboleggiare stati d'animo e impressioni spesso differenti.

Per chi ha sempre dei luoghi nel cuore, rientrare nella propria città ha sempre un sapore speciale e positivo. Non è come quelle partenze che, specie se obbligate e per qualunque causa, generano tristezze e innescano tanta nostalgia. Partenze in aereo o con treni ad alta velocità, però, non lasciano oggi molto tempo a emozioni particolari.
Forse una delle poche circostanze che focalizza questi sentimenti rimane nella partenza in nave, dove i tanti passeggeri accompagnano con il proprio sguardo il lento allontanamento dal luogo di partenza o l’avvicinamento al porto di approdo.
Una volta c’erano tanti congiunti e amici che accompagnavano nelle partenze e arrivi, che sostavano in banchina fino al ritiro degli ormeggi, oggi sono quasi sempre i soli protagonisti del viaggio che ripetono il rituale intimo del saluto.
Ancor oggi tutti rimangono affacciati dai vari pontili della nave per bearsi della vista dell’intero panorama e poi focalizzare in dettaglio i punti specifici dei luoghi più familiari. La zona corrispondente al proprio domicilio e ai tanti rioni che conservano ricordi.
I tanti campanili delle chiese attualizzano e rinnovano l’intera bellezza dei monumenti, mentre la mente vola nelle storie e accende fantasie.
Partenze e arrivi sono pause concesse alla memoria che, rilassata e senza pressioni o tempi, rielabora frammenti di vita vissuta, con tutti i personaggi passati e presenti connessi alle tante vicende che – ancora oggi – conservano un significato.
Ma per assioma anche chi è forestiero e visitatore dei luoghi non sfugge al momento nostalgico e riflessivo.
Ogni panorama, così come ogni fotografia, risveglia in ciascuno l’onirico inconscio custodito nel personale che si mantiene velato e riaffiora imprevedibile come fosse solo perennemente sospeso.
Come è noto nel linguaggio figurativo ogni immagine rappresenta la sintesi di un qualcosa e per ognuno, magari è diversa ma sempre piena di contenuti e di tasselli di un mosaico complesso.
In campo artistico del resto c’è sempre un autore che propone e i tanti osservatori che leggono l’opera, la interpretano e la capiscono a proprio modo, secondo un loro sentire.

Confini è il tema individuato di recente dalla Fiaf per sviluppare progetti fotografici che si ricolleghino all'argomento.
Al riguardo, le tante elaborazioni prodotte, hanno aperto ad idee e visioni variegate che, pur seguendo l’unica traccia, percorrono delle logiche diverse.
Rimane in ogni caso inconfutabile il fatto che se delle scuole di pensiero indirizzano a teorie impregnate di teoriche verità, ogni opinione resta sempre autonoma e opinabile, poiché è solo il tempo che sedimenta verità plausibili.
Ne deriva, quindi, che i confini nelle idee degli uomini sono una esaltazione del possibile o dell’impossibile a secondo dei casi o delle tesi di base che sono poste in campo.
Ciascun essere fin dalla nascita ha un proprio mondo programmato scritto nel DNA, che lo accompagna e che intanto si trasforma aggregando nuovi input; poi interviene la cultura inculcata e, in qualche modo, assorbita (familiare, scolastica, sociale poco importa a voler distinguere).
L’individuo elabora in modo diverso e ciascuno, assecondando l’indole, l’ambiente socio culturale che ha d’intorno, la contemporanea compresenza di genialità possibili, vivendo in assetti socio politici democratici o dittatoriali a secondo della fortuna assegnata dal caso, viene a vivere la propria realtà.

Ritornando alle considerazioni citate nella premessa di Elena Tempestini, quindi, i confini fisici appaiono più netti e percepibili solo in un mondo naturale non normalizzato, dove le individualità restano estranee a canalizzazioni e indottrinamenti, anche se limitate a delle semplici spontanee empatie. Confine, come concetto va in ogni caso e comunque ben oltre agli aspetti più semplici, simili all’equilibrio Taoista rappresentato nel dualismo yin (nero) e yang (bianco), fondamento dell'antica filosofia cinese e che spesso si riflette in aspetti della natura.

Da questi argomenti deriverebbe che confine è tutto ciò che, gradualmente, parte da quella che è la più piccola delle particelle, fino ad arrivare alla complessità inimmaginabile dell’incommensurabile universo.
In altre parole, per concludere, una miscellanea amalgamata di tante singole componenti materiali accorpa simultaneamente e tiene in equilibrio molteplici elementi contornati da confini.
Confine potrebbe definirsi già tutto quello che fisicamente rimane distinto da noi, a cominciare dalla stessa aria che ci circonda; confine è il punto che delimita l’insieme degli esseri viventi che ci accompagnano, animali o vegetali, secondo quanto appartiene ed è visibile al nostro mondo percettibile. Capitolo a parte e ampia dissertazione meriterebbe poi tutto quel mondo complesso collegato alla psiche umana ..... ma qui si corre il rischio di perdersi .....

Le considerazioni rilanciate dalla Tempestini, prendendo spunto dalle albe su Andromeda, inducono già a riflettere sull’essenza dell’essere, i confini e sul possibile significato della relatività assoluta del tempo.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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