Wikipedia recita che “il calendario gregoriano è il calendario solare ufficiale di quasi tutti i paesi del mondo. Prende il nome dal papa Gregorio XIII, che lo introdusse il 4 ottobre 1582.” Inoltre riporta che “si tratta di un calendario basato sull'anno solare, cioè sul ciclo delle stagioni, che corregge il vecchio calendario giuliano in vigore dal 46 a.C. al 1582. L'anno è composto da 12 mesi con durate diverse (da 28 a 31 giorni) per un totale di 365 o 366 giorni: l'anno di 366 giorni è detto anno bisestile. Tale ripetizione avviene ogni quattro anni, con alcune eccezioni (si veda sotto per la regola)”.
La tabella riportata di seguito indica la durata del tempo espresso anche in giorni di calendario, includendo, in maniera approssimata, anche i 29 dei mesi di febbraio bisestili e i giorni medi corrispondenti ai nove mesi dal concepimento di ogni essere umano.
Sono dei puri calcoli matematici che di per sé non cambiano lo stato delle cose, se non per l’aspetto psicologico che se ne può trarre: anniversario, decennale, lustro, centennale, millennio, era.
L’osservazione dei numeri per dare un significato spesso però induce a delle riflessioni, che piace condividere.
Considerare l’età per anni è un po’ come soffermarsi sulla propria età nel solo giorno in cui ricorre il nostro compleanno. Un approccio molto positivo e salutare, indubbiamente, che in pratica ci allontana dal prendere piena coscienza dello scorrere del tempo, specialmente in merito alla longevità che ci riguarda.
Già come grandezze matematiche, ad esempio, una cosa è venire dire di avere settanta anni, altra è aver consapevolezza di essere vissuto per 25.981 giorni (comprendendo nel calcolo - e per approssimazione - anche i nove mesi dal concepimento).
Per quanto elementare, seppur il primo conteggio ricorre nel giorno dell’anno corrispondente alla nascita, il secondo si implementa con trascorrere delle ore d’ogni giorno.
L’effetto psicologico che ne deriva è assolutamente diverso; fatto sta che la ricorrenza dell’evento annuale rinnova il rito della festa e, già il giorno dopo l’evento è andato, e non ci si pensa più.
Di regola, per la nostra natura animale, la vita è costituita dal futuro che immaginiamo con noi protagonisti e ciò è una forza.
Ma la mente umana, complessa e immaginifica, con imbrogli filosofici e credenze religiose o presunte tali - che illudono – si è creata i deterrenti per annullare il concetto negativo di tempo, proiettandosi in una “coesistenza procreativa”, rivolta a un futuro sempre migliore, con discendenze attive pronte a trasmettere il concetto dell'eterno custodito in un seme.
In verità la vita è con ogni giorno e accadono di continuo, anche a nostra insaputa, dipartite spesso impreviste; in considerazione sia al tempo di esistenza accumulato che alle probabilità di vita media teorica di ciascuno.
Con il naturale alternarsi del giorno e della notte, per dei fenomeni fisici collegati all’enigmatico universo, fatta eccezione per incidenti di percorso imprevedibili, in verità moriamo e rinasciamo ciclicamente con ogni giorno e fino ad al punto in cui il calendario delle nostre cellule mostra inesorabilmente la data di scadenza.
In conclusione hanno sempre ragione le parole di quei saggi che, come Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico, nel carnevale del 1490, con la poesia “Canzona di Bacco” è riuscito a fotografare efficacemente in una sola frase la realtà umana che ci riguarda, sentenziando: “chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza”.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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