mercoledì 10 maggio 2023
Borgo Parrini
Un piccolo borgo, situato nella periferia del paese di Partinico (PA) che avevo già avuto modo di visitare una ventina di anni fa. Noto nel territorio per i suoi prodotti rinomati, che erano principalmente il pane e la pizza, i quali erano creati con l'uso di materie prime locali e attraverso antichi procedimenti artigianali.
Il centro abitato, è ancora oggi costituito da pochissime case quasi adiacenti a una chiesetta ed il sito è intitolato ai “parrini” (termine siciliano per indicare i preti cattolici) per la proprietà agricole annesse di cui era titolare la curia vescovile o che in qualche modo si riconducevano a soggetti/enti collegati alla classe ecclesiale.
Di recente l’ecletticità e la fantasia di un mecenate locale ha avviato una sorta di lenta trasformazione estetica del borgo, incominciando a realizzare delle stranezze urbanistico/artistiche, fortemente ispirate all’architetto spagnolo di cultura catalana Antoni Gaudì.
L’operazione, in origine assai kitch, ha subito attratto l’attenzione di molti curiosi, provocando altresì emulazioni fra i locali che – coordinandosi sempre più – sono riusciti a inventare un centro pseudo-culturale di crescente attrazione turistica.
L’apporto di menti avvedute e lungimiranti ha intessuto un filo di congiunzione che oggi sta cominciando a legare le originalità urbanistiche con la cultura dei luoghi, senza peraltro tralasciare nuove correnti artistiche che si vengono a mescolare così in un’unica trama.
Spazi arredati in modo museale si vengono a mescolare alla tradizione dell’opera dei pupi; Street art, unitamente a azulejos, abbelliscono pareti nelle due stradine dove laboratori producono ceramiche tipiche e opere pittoriche originali o classicheggianti. Anche un Museo del carretto ha trovato giusta allocazione nella narrazione.
Piccoli camini replicano o richiamano particolari e dettagli del Parco Guell, della Casa Batlo’ e della Pedrera di Bacellona. Colori tipicamente pastellati degli edifici, associati alla intensità delle giornate assolate, impreziosiscono l’insieme, facendolo quasi diventare una specie di Desneyland siciliana.
Borgo Parrini non è ancora inclusa nei classici percorsi dei gruppi turistici della Sicilia occidentale ma sta nascendo un centro che richiamerà certamente tanto turismo. Il passa parola e l’efficace popolarità creata attraverso i social (in particolare con le foto pubblicate su Instagram) sta generando una popolarità sempre più crescente.
Allo stato attuale la contaminazione del borgo non è ancora integrale, ma fra qualche anno il sito andrà certamente a costituire un’attrazione importante, assolutamente da non perdere per chi si troverà a visitare l'isola.
Filippo Grillo, che ci ha accompagnato nel borgo, illustrandoci i vari angoli del borgo e presentandoci alle guide locali, alla fine ci ha mostrato e raccontato la storia del “pizzo” in Sicilia.
Le foto in copertina mostrano per l’appunto cosa è fisicamente il famoso “pizzo” da cui deriva l’azione criminosa (termine largamente abusato nella cronaca giudiziaria per indicare l’estorsione praticata dai malavitosi). In origine a pretenderlo erano i banditi che aspettavano al “passo” i malcapitati carrettieri costretti a subire, che li minacciavano di sabotare il veicolo di trasporto di quei tempi.
Fisicamente il pizzo costituiva in pratica una parte centrale del carretto siciliano sovrapposta al semiasse (abbellita o meno in relazione alle disponibilità economiche del proprietario del carro) e una eventuale rottura avrebbe provocato il collasso dell’asse portante ai cui estremi erano poste le ruote.
Un ricatto non da poco, quindi, a cui difficilmente ci si sarebbe potuto sottrarre, tenuto conto che queste operazioni di ricatto/richiesta erano messe in atto in orari notturni o prossimi all’alba, in zone isolate (da qui il detto “attendere al passo”) e quando i carrettieri avevano i carri strapieni di merce che portavano al mercato ovvero al rientro. Nel secondo caso erano innumerevoli i pertugi orditi nelle più strane fessure o buchi praticati nel carretto per nascondere i denari proventi dalle vendite.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
-- P.S. - Per chi volesse assumere maggiori informazioni riguardo al sito turistico: https://www.triscinamare.it/blog/borgo-parrini.htm
L'amica architetta Leonarda Costagliola, già insegnante di Liceo artistico a Palermo, mi scrive questo commento che, a mio parere, completa alcuni aspetti e allarga le questioni trattate.
RispondiElimina"Non conosco ahimè il borgo, conosco ad esempio il semaforo altro esempio di creatività. Operazioni di questo tipo non le chiamerei ne' kitch, ne' pseudoculturali. Sono invece estremamente interessanti perchè provengono da operatori che non conoscono la "cultura ufficiale" o meglio la produzione artistica fatta di pubblicazioni mostre critiche eventi... e quindi operano in totale libertà compositiva, senza alcuna inibizione. Ma queste produzioni possono diventare degli spunti o riferimenti fantastici per architetti e designer che, avendo una maestria rivolta alla bellezza, traggono da queste esperienze quegli elementi che, reinterpretandoli, diventano operazioni artistiche che rispondono favorevolmente al nostro gusto e all’attualità culturale in cui viviamo... un esempio attualissimo che ha creato un indotto finanziario non da poco: Dolce e Gabbana."