venerdì 26 maggio 2023

E che mi chiamo Pasquale io?



Trovare oggi un giornalista che faccia dell'autoironia una potente arma per concettualizzare aspetti sociologici spigolosi è un regalo e una grande opportunità offerta per capire taluni aspetti e soffermarsi sulle peculiarità essenziali dell'antropologia moderna del popolo italiano.
Giocando sul racconto di una presunta psicanalisi a cui si sottopone, nel recente libro “Confessioni di un ex elettore” (sottotitolo: Pensare con la propria testa all’epoca del Governo Meloni”) Antonio Padellaro disquisisce ampiamente ed efficacemente sulla politica e sull’astensionismo, ponendo l’attenzione su diversi personaggi d’attualità appartenenti a tutti quanti gli schieramenti; disegnandone i profili caratteristici e collocando ciascuno nel rispettivo ambito di "coltura".
Ne viene fuori un’attenta disamina che, oltre a storicizzare singoli attori nei relativi coloriti contesti, fotografa la politica italiana ricorrendo all’utilizzo di ottiche macro, quelle cioè che consentono di catturare ogni cromatismo e specifico dettaglio.
Come accennato in premessa, il tutto è sovente sviluppato anche ricorrendo a un'ironia amara che però, più che portare a voler piangersi addosso, attenziona pregi e difetti presenti in tutti quanti i fronti italici schierati.
Nelle ultime pagine del saggio Padellaro fornisce poi un significativo spaccato schematico che, individuando le caratteristiche peculiari dell’elettorato d’oggi, consentono di focalizzare aspetti positivi e negativi abbastanza evidenti di noi cittadini. Emblematico risulta, al riguardo, il testo stralciato (che potremmo intitolare Hobbit, Hooligan e Vulcaniani) che si riporta integralmente di seguito:

“Gli Hobbit. Ne “Il Signore degli Anelli”, gli Hobbit non si curano molto di quello che accade nel mondo esterno. Vogliono soltanto fumare la pipa, curare l’orto e mangiare. Il loro omologo nella società è in Cittadino che non si interessa molto alla politica, ha scarse e confuse opinioni sulle questioni politiche, sa poco di politica e non partecipa. Circa metà dei cittadini statunitensi – in particolare quelli che non vanno a votare – sono Hobbit.
Gli Hooligan. Nel gioco del calcio questi conoscono perfettamente il loro sport, ma sono tribali e faziosi. Per loro, essere tifosi fa parte della loro identità. Gli Hooligan odiano i tifosi delle altre squadre. L’omologo nella società sarebbe un Cittadino che possiede solide convinzioni politiche, odia coloro che sostengono altre idee, ne sa parecchio di politica ma è fortemente prevenuto e legge soltanto le notizie che possono confermare le sue opinioni. L’elettore tipo negli USA è un Hooligan.
I Vulcaniani. In Star Trek i Vulcaniani sono pensatori, scientifici e iper-razionali. L’omologo nella società sarebbe un Cittadino che conosce molto la politica, non fedele per partito preso alle proprie idee ed è disposto a cambiare la propria opinione di fronte a nuovi elementi. Questo è un problema per la democrazia perché, molte teorie su come la democrazia dovrebbe funzionare, presuppongono che gli individui agiscano come Vulcaniani, mentre tutto ciò che abbiamo sono Hobbit e Hooligan.”

Il problema maggiormente focalizzato - e in parte sottinteso - appare anche il fatto che i partiti politici e le rispettive classi dirigenti appaiono concentrati a curarsi di Hobbit e Holigan, trascurando totalmente i Vulcaniani che, se uniti ai delusi e agli indecisi che infoltiscono il 45% circa dell’astensionismo elettorale, rappresentano la vera maggioranza del paese da attenzionare e - nel caso - recuperare al voto.
L'esito della strumentale psicanalisi simulata, è anch'esso un risultato maturato proposto senza veli. Come frutto di una presa di coscienza, suffragata anche dal ritrovarsi convintamente ad appartenere a quel gruppo mondiale aderente alla conferenza afroasiatica di Bandung nato nel 1959. Un gruppo intercontoinentale di contrari alla colonizzazione che, cosciente dei condizionamenti e dei limiti delle regole egemoniche fino ad allora perseguite, ebbe a voler puntare su prospettive diverse, con nuovi equilibri mondiali basati su denominatori differenti dagli imperialismi dominanti (o forse sarebbe meglio aggettivare come deliranti), che da troppo tempo condizionano gli esseri umani viventi sulla terra, che si illudono di governare come fossero i veri padroni del mondo.
Il libro recensito è un piccolo/ricco saggio scritto con sagacia che, pur disquisendo in modo apparentemente leggero sull'attualità politica che c'interessa, invoglia a una lettura che scorre velocemente nel voler subito andare scoprire quel che viene detto nel capitolo successivo ...... alla maniera quasi di quel Pasquale del Totò comico; quello che continuava a ridere pur continuando a prendere dei sonori ceffoni, semplicemente rassicurato dal fatto di non chiamarsi in realtà Pasquale.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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