sabato 2 settembre 2023

Lo struzzo



L’ignoranza è una costante in ciascuno di noi. La questione riguarda sia il quanto che il su cosa. In ogni caso, tutti continuiamo a vivere tranquilli, anche perché non sempre il problema sembra toccarci e, nel caso, è particolarmente sentito.
Eppure il mondo tecnologico potrebbe essere d'ausilio, nel rendere alla portata tutte le risposte; il problema di fondo resta sempre quello di riuscire a discernere le informazioni che riusciamo a trovare: ed è qui che molto spesso casca l’asino.
L’umiltà nel procedere dovrebbe essere per tutti l’approccio migliore, anche perché l’onniscienza è uno dei dogmi teologici su cui si basano le certezze di tutte le religioni.
Le tante lacune cognitive non possono quindi scoraggiare eventuali possibili confronti, anche perché la dottrina non ha di per sé alcun potere taumaturgico, poiché per tornare utile necessita di essere associata a una padronanza di logica e raziocinio.
Quanto detto costituisce una semplice riflessione sulla situazione socio-politica che stiamo vivendo. Anche per l’indifferenza che rivolgiamo agli avvenimenti, che magari non ci toccano direttamente e per una, ormai costante, assuefazione (cloroformizzata) a qualsiasi evento che sempre più frequentemente giudichiamo esterno alla nostra sfera d’azione.
Unico elemento connettivo è l’esigenza diffusa che presuppone intanto pensieri semplici, che ci ingloba in appartenenze a masse.
Nonostante questo, qualora obbligati, ci piaceva dare mandato conferendo ad altri il nostro potere cognitivo, oggi però accade di peggio perché, disattendendo all’obbligo della partecipazione, si procede a vuoto, senza più delegare ad altri per indirizzare a delle reali scelte.
"Piove governo ladro", si diceva un tempo, ma esprimendosi comunque nel voto.
Oggi è la metà degli italiani quella che diserta l’urna, con la stupida affermazione che “tanto sono tutti quanti gli stessi”.
Neanche la satira morde adeguatamente e non è più quell’arte letteraria forattiniana o che si rifà a Vauro. Ricorrendo sempre più a “meme” che in qualche modo imitano (in genere complessi e con pretese intellettualoidi) la satira spesso risulta meno graffiante o immediata, anzi si appiattisce anch’essa adeguandosi al modesto andazzo culturale generalizzato.
Lo struzzo che, nella diceria comune, immagina di nascondersi mettendo la testa sotto la sabbia, lascia però scoperto a ogni possibile intemperia l’enorme deretano, anche se crede che per non correre rischi basta chiudere gli occhi, affidandosi così totalmente al fatalismo che si lega molto spesso alla sorte.
Considerazioni banali ci accompagnano ogni giorno e l’indifferenza non ci aiuta nè a guardare avanti, nè a contemplare la fotografia del mondo reale che appare evidente, se solo si volesse vedere e prendere coscienza.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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