domenica 17 settembre 2023
L’originalità e la banalità rischiano di mescolarsi in una strana mappazza
Nell’ascoltare l’affabulante amico Mario, che da una vita studia e contempla i fenomeni astronomici e ogni accadimento dell’universo, a un certo punto ci si perde. Si ha come la sensazione di ritrovarsi smarriti in mezzo a un deserto, con temperature caldissime di giorno e rigide dopo il tramonto che ti impegnano principalmente a cercare un punto di refrigerio, di pausa o di riparo per sopravvivere senza aver tempo di pensare ad altro.
In pratica focalizzi, quindi, che sono i fondamentali della sopravvivenza i veri elementi principali che ci condizionano e guidano, tutto il resto – che è pure importante - resta in subordine in ogni qualsivoglia tipo di esistenza: animale, vegetale, etc.
Allo smarrimento esistenziale che ci attanaglierebbe se non cercassimo sempre di ignorarlo e che non riguarda solo il nostro ruolo nel cosmo, si associa lo sconosciuto potere dell’intelligenza che, allocata variamente e in modo casuale in tanti cervelli, confonde il razionale con l’irrazionale, lungo una lunga (ma relativa secondo Einstein) evoluzione storica che si muove in un moto cosmico che permane umanamente incomprensibile.
A detta degli esperti, sembrerebbe che ci muoviamo tutti velocemente, nel vento di un universo creato da un “bing bang” d’origine sconosciuta. Un insieme cosmico a noi visibile attraverso sofisticate tecnologie, per uno spazio di tredici miliardi di anni luce circa.
In un’espansione continua che per sua stessa natura permane relativa, destinata a compattarsi e riesplodere attraverso misteriosi fenomeni astrofisici (per lo più codificati come buchi neri e luci bianche); galassie, stelle, pianeti, satelliti, asteroidi e polveri varie alternano collassamenti e riesplosioni come fossero dei respiri.
In forza di questo l’esperto Mario sostiene che l’universo in cui navighiamo costituisce esso stesso un organismo che aziona un suo respiro; che in qualche modo, con la mia fantasia, immagino nell’attimo di inspirazione e espirazione, indispensabile alla sua e alla nostra contestuale esistenza. Associamo pure il pensiero che, mentre il tutto respira, tanti fenomeni chimici accadono. Fusioni fra cellule, atomi e quant’altro succedono in parallelo che è compreso e vive nell’universo che è pure insito in ciascun essere vivente.
Collegando tutto quanto al valore relativo del concetto tempo/spazio, lo smarrimento aumenta. Mentre la teologia mette una toppa a ogni dubbio e coi i suoi dogmi induce a credenze cieche, una visione laica del tutto spinge alla ricerca, pur sapendo che siamo figli di fenomeni sostanzialmente sconosciuti e dai quali restiamo dipendenti.
Rimane prendere atto del buio che ci avvolge: “Nel tutto, una miriade di singoli equilibri che – nell’insieme – compongono tanti altri piccoli equilibri, che compongono poi noi, il nostro mondo, qualcosa più grande di noi. Resta comunque il problema della famosa scintilla iniziale, degli assurdi limiti del tutto. Siamo una realtà vincolata al sussistere di determinate condizioni evidenti, la nostra mente si perde nell’assurdo assoluto. Nel buio vediamo solo piccole cose a noi vicine, al di sotto di noi, al di sopra di noi: ma non vediamo nulla.” (“Buio” dalla raccolta “Sole nero”).
E nella confusione, che le logiche della relatività scientifiche continuano a complicare ulteriormente, rimane lucida la consapevolezza di esistere (come libellula o altro essere poco importa, come pure longevi o fatui in questa logica relativa non fa testo) pur ritrovandosi senza orientamenti utili a far capire di più in mezzo a quel deserto arido accennato in premessa.
Intanto per noi accadimenti fuori dalle ordinarie routine, positive o negative non fa differenza, costituiscono il sale della vita. Occorrono quasi sempre delle novità per attenzionare tante cose, che magari non ci riguardano direttamente ma che interessano altri.
Esperienze muove sono indispensabili per allargare gli orizzonti e alimentare visioni che aiutino a rivedere meglio e magari rivalutare i molteplici vantaggi casuali spesso inconsciamente goduti. Il proverbio siciliano che massimamente concettualizza il concetto recita che: “Cu è saziu un po’ cririri mai u riunu” ovvero “chi è sazio non può mai capire chi è digiuno”.
Capita, quindi, che con molta superficialità si tende a sorvolare su problematiche e fatti che toccano soltanto vite a noi estranee.
Indifferenti tendiamo a nuotare nel nostro piccolo spazio, concentrandoci solo sui nostri bisogni (reali o fittizi, non fa alcuna differenza) e vogliamo che tutti ci prestino attenzione nei momenti di defaiance fisici o mentali che andiamo intanto vivendo.
Forse la principale forza/debolezza (ciascuno potrà scegliere il termine più idoneo) dell’essere umano è proprio l’egocentrismo, che ci pone a vivere come se fossimo il centro del sistema, come se tutto il resto fosse costituito da satelliti marginali, in parte ruotanti intorno a noi e illuminati dalla nostra luce.
Anche se certamente ogni essere vivente costituisce un universo fascinoso - per le sue molteplici potenzialità e manifestazioni - gli insiemi che contemporaneamente coesistono sono molteplici e tutti in continua evoluzione. Con le morti e le nascite si sostituiscono, nell’unico scenario terreno praticabile che ne consente l’esistenza. In tutto questo ogni individuo, per quanto voglia autodefinirsi autonomo, per legge di natura non potrà vivere da solo.
Esigenze fisiologiche impongono compromessi e abbozzi di sviluppi sociali utili alla convivenza. Clan, tribù, etnie, popoli e nazioni, hanno costituito i livelli di crescita che, con lo sviluppo di una “intelligenza conflittuale”, spesso indifferente alle esperienze e alla storia, hanno invaso e continuano a condizionare i tanti destini dei popoli della terra.
Da qui ne viene il titolo attribuito all’articolo, che definisce chiaramente la confusione che, fondamentalmente da sempre ha regnato e continua a regnare .... nel "Globo terracqueo".
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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