venerdì 20 ottobre 2023
FILOCONDUTTORE
“Filoconduttore” così come è stata concepita per intitolare un’iniziativa artistica era la parola unificata di due, ideale per indicare il collegamento continuo fra tutte le cose.
Il titolo allude di certo alla teoria della relatività di Einstein e alla invisibile connessione e interdipendenza fra materia e antimateria: alla facoltà concessa all’homo sapiens di poter anche rendere praticabili e accomunare la lettura delle variegate possibili forme di cultura.
L’idea di Florinda Cerrito (in arte Zolleta) ha consentito a un appassionato gruppo di artisti, che hanno felicemente aderito all’iniziativa, di esprimere messaggi diversi. Per veicolare secondo il proprio sentire, con sapienza, creatività e fantasia, la potenziale e la sempre valida utilità univoca costituita dall’arte.
Peraltro, nel mondo contemporaneo, dominato dal linguaggio visivo, l’arte a 360 gradi è oggi il mezzo più efficace e adatto per veicolare punti di vista e magari per provocare veloci reazioni, per suscitare validi dibattiti finalizzati a poter confrontare qualificati propri punti di vista difformi, di leggere e interpretare il reale, il quotidiano, rappresentando le tante possibili visuali. Con l'intento primario di cercare di Focalizzare bellezza e tristezza, emancipazione e degrado; accendendo luci per illuminare angoli oscuri e nascosti, ovvero denunciando aspetti che sarebbe utile capire prima di pronunciarsi seguendo spesso solo dei grezzi e raffazzonati preconcetti.
I sedici autori chiamati a raccolta da Florinda si sono espressi seguendo “idiomi” differenti, anche se tutti convergenti a voler fotografare l’oggi, secondo diverse sensibilità e con l’utilizzo della forma artistica a ciascuno più familiare.
Non si trattava di appassionati privi di talento o di ciarlatani spesso incapaci anche di saper copiare; perché riuscire a copiare non è facile, poiché necessita di padronanza nel mestiere, costituisce anch’essa un’arte. E nemmeno di "addottrinati virtuali", derivanti da una delle tante scuole a pagamento che, per lo più, dispensano lauree e diplomi utili per inquadramenti più redditizi nelle burocrazie ove operano, ovvero per mostrarsi a tutti come qualificati dottori. La maggior parte di loro ha provenienza dagli istituti d’arte e alcuni vi operano tuttora.
Dicotomie, allusioni e metafore sono stati gli strumenti scelti, anche provocatori e mai banali, adottati dai molti nelle loro proposte; con opere e installazioni che osservate più attentamente riuscivano a mostrare molte sfaccettature e gradazioni di colore (concettualmente parlando), a un primo acchitto (termine relativo al gioco del biliardo per indicare la mossa iniziale con la quale un giocatore manda la propria palla in un punto sfavorevole per l'avversario) apparentemente nascoste.
Le varie puntate sviluppate separatamente in happening nella città di Palermo, curate autonomamente da ciascun artista, sono state ben rappresentate nella pubblicazione (numero uno della serie) e in un correlato video (visionabile in mostra) realizzati dal fotografo Giacomo Barone, che ha seguito e documentato tutte le varie puntate dell’intera operazione (anche sue foto sono postate su Instagram - https://www.instagram.com/f.iloconduttore/).
La mostra allestita al Baglio Di Stefano di Gibellina Nuova (Fondazione Orestiadi di Gibellina, visitabile fino al 5 novembre) espone le opere secondo un aspetto diverso e strutturato, andando a costituire un momento di sintesi volto a raggruppare molti dei tasselli proposti nelle singole puntate. Riunendo, quindi, in un unicum variegati discorsi, mescolando il classico e moderno, l’avveniristico e il realistico col surreale; riuscendo così ad offrire validi spunti anche all’osservatore conformista scettico e magari pure sconcertato.
Un’operazione intrigante e con la proposta di un insieme di opere comunque legate da quel filo conduttore sempre necessario a ogni forma d’arte, indispensabile per l’interscambio e l’interlocuzione che ne costituisce l’intento di base.
Al riguardo la curatrice ci dice che “c’è un filo invisibile che corre e gioca in mezzo a noi”. Volenti o nolenti è la pura verità, anche se rimane problematica la qualità dei messaggi e la metodologia tecnica adottata nella trasmissione.
Florinda Cerrito scrive nella pubblicazione da lei curata: “Avevo in mente questo progetto già da alcuni mesi, antecedenti al gennaio di quest’anno. Tra una mostra e l’altra, tra una collettiva e un evento, percepivo la voglia di fare qualcosa di diverso, sempre in ambito artistico. Qualcosa che coinvolgesse non solamente gli artisti e la stretta cerchia di fedeli, amanti e appassionati d’arte, ma anche un pubblico ignaro, inconsapevole, senza filtri, fuori da determinati circuiti. E inoltre, sapendo che nell’arte gravitano sinergie e connessioni fortissime, inevitabili, che non sempre riescono a incrociarsi o a interagire, ho immaginato qualcosa che facesse da collante, che unisse diverse forze, diversi artisti. Così ho pensato a FILOCONDUTTORE, un progetto sperimentale che nasce dalla voglia di questa sinergia, dall’inevitabile incontro dell’arte di tanti artisti e del mondo esterno.”
Alla luce dei risultati e senza ombra di dubbio, si è rivelata un’iniziativa atipica, di elevato profilo culturale e che ha riscosso un indubbio successo.
Anche perché moderare sedici artisti non è mai un’operazione facile, specie se ci si muove nella sperimentazione che rappresenta da sempre un campo minato.
Oltre a Florinda Cerrito all’operazione hanno aderito, indicandoli in ordine sparso, gli artisti: Gloria Agnello, Martina Billeci, Claudia Cordaro, Juan Esperanza, Yeoran Lee, Luca Savino, Fulvio Governale, Vincenzo Giovinco, Giusi Di Liberto, Cristina Correnti, Alessandra Cerrito, Noemi Sgarlata, Sonia Priulla, Fabio Ventimiglia e Claudia Villani.
Immagini delle opere in mostra sono visibili nello slide show attivabile attraverso il link: https://youtu.be/JOSmQ1kp8tM
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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